Main Partner

main partnermain partnermain partner

Partner

main partner

Silvia Vavolo canta l'omosessualità: "L'amore tra due donne è normale, nella vita 'balliamo' con chi ci rende felici"

di CATERINA CECCUTI -
5 maggio 2022
cantante

cantante

Appena uscito, il brano in cui Silvia Vavolo ha parlato per la prima volta della propria omosessualità, è stato premiato ed è risultato uno dei più scaricati su iTunes. Racconta l’amore lesbo di due donne che sognavano di potersi sposare a Berlino, rompendo gli schemi di ruoli e pregiudizi anche attraverso il videoclip dell’incontro al femminile, complice un tango in versione queer. Ma la canzone si è scontrata con delle resistenze nello stesso ambiente musicale: “A Sanremo all’epoca (2013) mi hanno detto che era un brano troppo gentile e troppo 'poco polemico'. Quando poi ho cercato un interprete al maschile, non lo hanno voluto provinare. Ma un amore tra due donne può essere bellissimo e normalissimo”. E da allora l’artista fiorentina è impegnata come musicista nell’abbattere le barriere e risvegliare le coscienze. L’amore di due donne che si incontrano attraverso il tango diventa un momento simbolico per abbattere le barrire e uscire da schemi predefiniti. Un incontro fatto di sguardi, complicità e rispetto, di questo parla il brano autobiografico di Silvia Vavolo Sara e Francesca, che sognano di potersi sposare andando a Berlino. Proprio in quella Germania dove, nel 2001, è stata organizzata la prima milonga di Queer Tango, che ha visto poi nascere in Argentina il Festival Internazionale dedicato. Un brano con cui Silvia ha raccontato per la prima volta la sua omosessualità, spogliandola del carattere di ‘diversità’ e mostrandola in tutta la sua normalità.
Silvia Vavolo 2

La cantautrice fiorentina Silvia Vavolo

La carriera dell’artista fiorentina, che ha scritto per Dolcenera e si è esibita al fianco di vari artisti tra cui Mario Biondi, Elisa, Tiromancino, Max Pezzali e Andrea Mingardi, è costellata di riconoscimenti. Il brano Sara e Francesca, che appena uscito è stato uno dei brani più scaricati su iTunes, è arrivato in finale ed è entrato nella compilation di Area Sanremo 2013, classificandosi anche al secondo posto del Premio Lunezia 2014, dove ha ricevuto la targa per il valore musicale-letterario. La canzone ha piacevolmente colpito anche Red Canzian, che incontrando Silvia in quell’occasione l’ha definita “un’artista sincera che va in profondità delle cose, attenta ai particolari che fanno la differenza”, e ha deciso di prendere parte con un cameo nel brano Dante aveva ragione. Dunque, tutte rose e fiori per Silvia? Non è stato affatto così. Nel raccontare l’amore tra due donne, ha incontrato da una parte l’apprezzamento del pubblico, dall'altra si è scontrata con certi tabù e resistenze duri a morire, proprio dove non se l’aspettava: nell’ambiente musicale, da parte di altri artisti. A Luce! racconta la sua esperienza come cantautrice e come donna, i suoi successi di compositrice, i suoi sogni, l'impegno come musicista nell’abbattere le barriere e risvegliare le coscienze: “Ho parlato di come può essere bellissimo e normalissimo un amore tra due donne”. Un impegno che dopo quel brano non si è mai interrotto. Ma ci racconta anche gli ostacoli e le resistenze che ha incontrato, come quando cercava una voce che interpretasse al maschile quel suo brano omosessuale: “Non lo hanno voluto provinare”.
Silvia Vavolo sala prove

Con "Sara e Francesca" Silvia Vavolo canta la sua omosessualità

Silvia, com’è nato il brano Sara e Francesca? “È una canzone autobiografica. Parla di me e della mia compagna, stiamo insieme da 16 anni. L’ho scritta perché ho sentito di voler raccontare questa mia realtà, mi piaceva esprimere soprattutto la normalità di questo mio rapporto solido. Il mondo omosessuale fa ancora paura, invece ci tenevo a lanciare un messaggio preciso: l’importante è stare bene, essere felici. Il mio è stato un tentativo in musica per riuscire a trasmettere, a comunicare a chi ascolta quanto può essere bellissimo e normalissimo vivere un rapporto così”. Anche il videoclip lancia un messaggio che rompe gli schemi, attraverso il ballo sensuale per eccellenza. Perché ha scelto di far riferimento proprio al tango? “Un giorno mi trovavo a passeggiare sui lungarni di Firenze, mi sono imbattuta in una milonga e mi ha colpito il fatto che due ragazze stavano ballando proprio il tango. Al di là di quello che si potrebbe pensare, e cioè che i ruoli sono ben definiti e marcati, ho scoperto poi che in tante realtà il tango rompe gli schemi, perché viene ballato anche da due uomini così come da due donne. Proprio come accade nella vita, dove si sceglie di ballare insieme a chi vogliamo e con chi ci rende felici. Sono rimasta molto colpita anche dalla cosiddetta ‘mirada’, ovvero tutto comincia da uno scambio di sguardi che significa l'invito a danzare. Se la donna incontra e, sempre senza scambiarsi una parola, ricambia lo sguardo del partner, a quel punto viene invitata a ballare. E mi ha affascinato soprattutto il rispetto dell’altro che esiste nel tango, dove si interagisce, ci si sfiora con passione, ma sempre con rispetto. Con grande naturalezza, è così che Sara invita a ballare Francesca nel videoclip. Lo fa davanti a tutti, rompendo gli schemi in un ballo dove possono non esserci ruoli. Ed è allora che emerge tutto il loro amore. Alla fine, a ballo concluso, mentre gli altri tornano al proprio posto, loro rimangono abbracciate, si guardano e vanno via mano nella mano”. Come ha reagito il pubblico a questo brano? “Non ha incontrato nessun tipo di pregiudizio, è piaciuto molto a tutti. L’unica ‘stranezza’, chiamiamola così, l’ho trovata nel campo degli addetti ai lavori. Lo proposi a Sanremo di quell’anno ma non lo hanno accettato perché lo hanno trovato troppo ‘gentile’ e troppo poco ‘polemico’ nell’affrontare un simile tema, nonostante lo avessero valutato bellissimo. Evidentemente all’epoca cercavano la spettacolarizzazione, mentre dalla mia canzone emergeva solo la normalità di un rapporto tra due donne”. Ha trovato anche delle resistenze a un provino: cosa è successo? “Nel momento in cui ero alla ricerca di qualcuno che cantasse il brano al maschile, questo artista non se l’è sentita, in pratica non hanno voluto provinare questo mio brano. È accaduto perché resiste ancora una sorta di tabù nel nostro ambiente. Molti artisti non si espongono, hanno timore a incidere canzoni di questo tipo, paura di essere etichettati e di vendere meno”. Ha parlato di amore omosessuale anche in altre canzoni?
Silvia Vavolo prove 2

Il brano "Sara e Francesca" è tra i più ascoltati su iTunes, è entrato nella compilation di Area Sanremo 2013 e si è piazzato al secondo posto al premio Lunezia 2014

“Sara e Francesca è l’unico brano in cui ne parlo apertamente, ma devo dire che ogni qual volta parlo d’amore mi riferisco a un sentimento che va oltre i generi, in cui tutti possono riconoscersi. D’altra parte, nel brano Dante aveva ragione parlo dell’importanza di scegliere, di schierarsi, e muovo una critica ironica nei confronti di chi preferisce non esporsi, rinunciando a prendere posizione, a dire come la pensa, schierarsi, per comodità o timore. Il riferimento al Sommo Poeta è evidente, lui mise gli 'ignavi' all’Inferno, davanti alla porta, perché secondo lui non meritavano neppure di entrarci. La vita invece è fatta di scelte e noi siamo le decisioni che prediamo, giuste o sbagliate che siano. Il giudizio, il pregiudizio e la mancanza di rispetto avviene quando lo si permette. Mostrarsi invece per quello che si è, prendere una posizione precisa dà un bell’esempio. E questa canzone è un invito a ‘buttarsi’, un’esortazione ad agire”. Quando ha fatto coming out con la sua famiglia? “Siamo andati per gradi e il dialogo è stato importantissimo per condividere e far comprendere pienamente questa scelta nella mia vita. L’importante è mostrare ai propri genitori quanto si è felici insieme alla persona che si ama. È allora che diventa realmente accettazione, in tutto e per tutto. Al punto che oggi i miei genitori considerano la mia compagna come un’altra figlia”. Come nasce la sua passione per la musica? “Ho respirato musica fin da piccola, sono nata in una famiglia di musicisti. Ho studiato pianoforte e violoncello al Conservatorio Cherubini di Firenze, e ho avvertito l’esigenza di scrivere canzoni ascoltando il perfetto connubio tra musica e testo del cantautorato, Tenco, Gaber, De Andrè, solo per fare alcuni nomi. L’uso della musica per raccontare delle cose mi ha sempre affascinato. Dall’opera di Puccini alle sinfonie di Mozart, dai musical ai Beatles, e poi Battisti, il rock di Springsteen, David Bowie, Depeche Mode, sono appassionata della potenza della musica, in ogni suo genere”. Il momento più bello della sua vita artistica? “Il cameo che un gigante della musica come Red Canzian ha fatto per Dante aveva ragione, e ha voluto esserci anche nel videoclip. L’attenzione che mi ha dedicato, le parole che ha speso per me, il suo modo di rapportarsi a me: è stato tutto un bel regalo, che mi sono conquistata ma è anche capitato, come succede coi regali bellissimi”.
Silvia Vavolo

Silvia Vavolo ha duettato con grandi artisti del panorama nazionale italiano, come Mario Biondi, Elisa, Tiromancino e Max Pezzali

Progetti futuri e sogni da realizzare? “La pandemia ha sfumato il live di Dante aveva ragione, ora però ho intenzione di riprendere in mano un po’ di serate e anche di lavorare a un nuovo progetto. Intanto ho messo su uno studio di produzione musicale a Siena, si chiama Oltresound, ha un anno e mezzo di vita ma stiamo facendo tante cose soprattutto per i giovani. Il sogno? Un altro bel disco e qualche importante collaborazione internazionale”. Quali parole vorrebbe cancellare dal vocabolario e quale salverebbe? “Cancellerei sicuramente la parola ‘odio’ in tutte le sue forme. La parola ‘violenza’ in ogni suo aspetto, e ‘ignoranza’, culturale e di mentalità, perché in fondo parte tutto da lì. Salvo invece le parole ‘amore’, ‘rispetto’ e ‘creatività’, perché mi piace pensare che sia qualcosa che non passerà mai. Quando una persona si esprime, sta lì  tutta la sua forza”  Il talento di Silvia Vavolo è stato riconosciuto in tutta Italia: per Sara e Francesca ha vinto la targa Lunezia nel 2014 per il valore musicale-letterario. Tra i numerosi riconoscimenti per i suoi brani, è stata insignita del Premio miglior testo al Festival LiveSong di Vince Tempera nel 2007. Nello stesso anno è arrivato il premio Siae al Festival di Biella di Demo Radio Rai 1, il Premio Miglior Brano Radiofonico, e il Premio Battisti di Poggio Bustone. E tra le altre cose, è stata finalista a “Genova Per Voi”, a Castrocaro con la canzone Imprigionata e Libera, nel 2009 al Festival di Brescia e al Festival di Amnesty.