Danae Mercer: “Sui social mi mostro per come sono, cellulite compresa”

Influencer americana da oltre 2 milioni di followers, ha scelto di vivere in Italia. Abbiamo parlato con lei su come i social e gli influencer possono aiutare a veicolare messaggi positivi e rompere vecchi costrutti sociali

di DOMENICO GUARINO
12 giugno 2024

Danae Mercer Ricci è un'influencer da 2 milioni e 300 mila followers. Nei suoi 1256 post incoraggia le donne a tiare fuori il meglio di sè, accettando le proprie imperfezioni, trovando la strada più giusta per sè, per sentirsi a proprio agio, e non costrette a doversi calare in modelli costruiti ad arte indipendentemente dalla loro volontà, anzi contro di questa. Per fare questo Danae, che attualmente vive tra Firenze e Dubai, mette 'in piazza' tutta la sua persona, non nascondendo i difetti e spiegando come, nel mondo sbrilluccicante dei social, basta una luce posizionata nella maniera giusta per far apparire quello che non è, implementando un modello di estetica, ma anche di etica, artefatto e tossico.

L'abbiamo intervistata

Danae Mercer Ricci (X)
Danae Mercer Ricci (X)

Cominciamo dalla sua professione di influencer. E' stata una scelta o è arrivata per caso?

“Non ho mai pensato di essere una influencer. Io nasco come giornalista, ero editor per Womans health middle east. Lavoravo a Dubai. Quando è arrivato il covid sono dovuta restare chiusa nel mio appartamento a Dubai per sei settimane. Questo tempo di riflessione mi ha condotta a pensare di aver voglia di parlare del mio corpo, ma avevo paura, perché ero molto preoccupata di mostrare cosa ci fosse in realtà nel mio cuore, la verità sul mio corpo e sulla mia vita, il fatto di non essere perfetta...Temevo di mettermi a nudo completamente. Il covid mi ha dato la possibilità di essere libera da queste paure e di focalizzarmi su quello che realmente contava per me, ossia su tutte le battaglie che le donne, le giovani donne, combattono ogni giorno. Ed è tutto ciò di cui parlo oggi sulla mia pagina: i nostri corpi, le nostre menti, le nostre emozioni, le mestruazioni, la fertilità, l’aborto, tutto ciò che è strettamente connesso con l’essere donna”.

Il successo è arrivato improvviso?

“Sì, ed è stato una sorpresa: da 100.00 follower ad un milione di follower in 6 settimane circa, durante il periodo del covid”.

Cos' è la cosa più importante che si propone di fare?

“Il valore più importante per me è che ogni donna possa avere la libertà di fare quello che è importante per lei. E questo non è uguale per tutte le donne, quello che è importante per una donna magari non lo è in egual modo per me. Ogni donna deve sentirsi sicura di potersi esprimere per quella che sente di essere, ed ogni donna ha il proprio percorso. Vorrei che ogni donna si sentisse forte e libera di scegliere cioè che è giusto per lei. Molto spesso la società invece dice alla donna che la strada sia una sola, ci sia un solo modo di esprimersi”.

Danae Mercer Ricci (Instagram)
Danae Mercer Ricci (Instagram)

Perché accade questo?

“Credo che la colpa risieda nella nostra società che è patriarcale, dominata da uomini, e vede gli uomini in posizioni di potere, al comando. Si è innescato un circolo vizioso, in cui le donne vedono il proprio valore connesso all’essere belle, docili, gentili, accondiscendenti. I media hanno perpetuato questo meccanismo perverso, ed i social media lo hanno reso ancora più complicato. Quindi ci sono molte forze coinvolte”.

Questo capita anche negli Stati Uniti, che noi valutiamo come un Paese molto evoluto dal punto di vista della parità di genere? E se sì perché?

“Anche negli Stati Uniti la situazione non è rosea. Fin da piccola cresci con certe idee, basti pensare a quello che vedevamo, programmi come America next top model, oppure il Victoria's secret show, che condizionano molto il pubblico femminile. E poi i giornali, gli stessi genitori che dicono alle bimbe che se un ragazzino "è cattivo con te è perché ti ama", "non vestirti in questo modo sennò i ragazzi non potranno controllarsi nelle loro reazioni con te", oppure "perdi un po’ di chili e sarai molto più bella", ecc.. Tutte queste cose sono connesse, e queste idee formano le bambine fin dalla tenera età, influenzando le loro vite per sempre. Per esempio, il trend del farmaco Ozempic: molte celebrità lo usano per perdere perso. Abbiamo questa estetica degli anni '90 che è tornata di moda, con modelle magrissime, che è diventata assolutamente dominante negli Stati Uniti. Quindi, anche negli Stati Uniti la situazione è complicata”.

Cosa pensa del fatto che alcuni Paesi, penso alla Francia, stiano ipotizzando di mettere dei limiti di età per il Web ed in particolare per i social media?

“Penso che sia giusta teoricamente questa manovra. Credo che le motivazioni di fondo siano condivisibili, ma credo allo stesso tempo che i giovani riusciranno comunque ad aggirare la norma. Come negli USA in cui non si può bere alcol prima dei 21 anni, ma in realtà molto cominciano a 13,14 anni. Sarà in realtà peggio, perché molti li useranno senza una guida, senza sapere come usare i social, li useranno di nascosto, e sarà molto più pericoloso. Io ritengo che la cosa migliore sia invece investire nell’insegnare ai giovani come usare i social media. Come usarli in modo sicuro. Tanto comunque nel mondo in cui viviamo li useranno lo stesso”.

Sente il peso di essere un'influencer? La responsabilità di parlare a milioni di persone?

“Si, penso sia una grande responsabilità. Per me è importante fare le cose in modo giusto. Sono madre, ed è importante adesso più che mai aiutare in qualche modo, anche nel mio piccolo, anche mostrando la mia cellulite su internet”.

Recentemente ci sono stati casi (penso a Chiara Ferragni ad esempio) di influencer finiti nell'occhio del ciclone per una questione di trasparenza. Senza entrare nel caso specifico, che riflessioni le portano a fare questi episodi?

"Contrariamente alla tv, ai media, alle celebrità, gli influencer sono percepiti come persone vicine a te, gente di casa, come persone di famiglia, amici o fratelli. C’è un patto di fiducia fra gli influencer e le persone che li seguono. Guai a tradirlo. Io spero che le persone diventino un po’ più coscienziose, che si pongano dei dubbi rispetto a ciò che vedono. Io vorrei tanto che ogni influencer sentisse la responsabilità di essere onesto, corretto, che facesse quello che ogni amico farebbe prima di raccomandarti un prodotto, ad esempio”.

Da statunitense, cosa pensa dell'Italia?

“Domanda molto complicata, io sto imparando, sto conoscendo l’Italia e le sue tradizioni. Io credo che l’Italia sia molto tradizionale, e questo ha aspetti positivi ed aspetti negativi. In Italia la famiglia è importantissima, e per me che non ho avuto una famiglia mia questo è straordinario ed è un gran dono per la mia bambina. Ma come tutte le tradizioni credo che ci sia da migliorare, da implementare, da innovare. Io sto imparando: così come sto imparando la lingua italiana sto imparando a conoscere questo paese”.

In ultima analisi, cosa significa essere 'un'influencer'?

“Un'influencer è una persona che ha un gran dono, quello di avere una community di persone vicina e dedicata e con cui condividere idee e tematiche, ed ha l’opportunità di fare qualcosa di buono e apportatore di speranza per la sua comunità”.

Qual è la sua “luce”?

“La mia bambina, quando si sveglia la mattina e apre gli occhi e mi sorride, e questa è la cosa più bella per me”.

(un ringraziamento particolare a Pamela Panico che ha curato la traduzione)