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Home » Lifestyle » Ti senti insicura mentre cammini o fai jogging? Fatti accompagnare dai social. DonneXstrada ti scorta in diretta

Ti senti insicura mentre cammini o fai jogging? Fatti accompagnare dai social. DonneXstrada ti scorta in diretta

Laura De Dilectis, psicologa romana, vara l'assistenza via Instagram per le donne che si sentano in pericolo nel rientrare a orari a rischio o in zone pericolose. "Dirette" pubbliche o private come deterrente o per dare immediatamente l'allarme in caso di approcci indesiderati. Tante richieste di assistenza e offerte di volontariato

Domenico Guarino
13 Maggio 2021
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Camminare per strada, fare jogging, uscire da lavoro, fermarsi a parlare con qualcuno: attività normali che, se sei una donna, possono tuttavia diventare fonte di stress, di pericolo, e talvolta di vero e proprio terrore. Questo perché, purtroppo, per una donna, ancora oggi in Italia (e non solo) fare cose semplici può riservare spiacevoli sorprese se non vere e proprie minacce che, non di rado, finiscono in tragedia. Stupri, femminicidi, catcalling, molestie più o meno pesanti e tutto l’armamentario barbaro di crimini e soprusi di cui la cronaca ci racconta ogni giorno.
Il progetto donneXstrada (@donneXstrada) nasce proprio per supportare la sicurezza delle donne in strada. Come? attraverso dirette instagram pubbliche o private che vengono attivate, su richiesta dell’interessata, nel momento in cui una donna non si sente sicura in un tratto buio, tornando a casa, uscendo da lavoro o in qualsiasi contesto in cui si trovi a fare un tragitto da sola in fascia serale ed in un contesto isolato.

 

Laura De Dilectis, psicologa, fondatrice di DonneXstrada

Social amplificatori di aiuto

Una volta che arriva la richiesta tramite messaggio, una delle volontarie del progetto si attiva e prende in carico la persona facendole compagnia durante il percorso. Naturalmente la video chiamata non è la garanzia affinché non succeda nulla ma può abbassare la probabilità di un approccio indesiderato soprattutto se si sa che c’è questo strumento attivabile.Il progetto è nato il 21 marzo scorso dall’idea di una psicologa clinica romana di 26 anni, Laura de Dilectis, che, a seguito dell’omicidio di Sarah Everard (la donna di 33 anni rapita e uccisa a Londra lo scorso 3 marzo) ha pensato fosse necessario creare un progetto a tutela delle donne. Uno strumento di prevenzione che utilizzi i social come amplificatore di aiuto.

Dieci volontarie, settantamila followers

Al momento donneXstrada è composto da 10 volontarie ma con l’obiettivo di integrarle anche in previsione della fine del coprifuoco.
La pagina ha già superato i 70 mila followers, “un dato negativo perché testimonia la forte domanda di sicurezza per strada , e con la fine del coprifuoco è prevedibile che le richieste aumenteranno ulteriormente” dicono le attiviste. Che sottolineano “le richieste aumentano esponenzialmente alla conoscenza del servizio. Spesso vengono fatte dirette private previa raccolta di tutti i dati del tragitto, utili nel caso in cui nell’arco della diretta succeda qualcosa. Anche se poi la diretta non viene attivata perché le donne possono organizzarsi altrimenti o trovare chi le accompagni fisicamente c’è comunque molta voglia di farci sapere che probabilmente ne hanno bisogno. Riceviamo tante storie di esperienze terribili e messaggi di richiesta di collaborazione per offrirsi volontari. Messaggi di supporto arrivano anche dagli uomini per un servizio che è rivolto anche a loro e a chiunque si trovi in un contesto di possibile esposizione al pericolo.

 

La mappa delle zone a rischio di Roma

Accanto alle dirette video si stanno inoltre sviluppando altri progetti. Tra le primissime iniziative, uno sportello di supporto psicologico per chi ha subito abusi e violenze. In ponte anche una mappatura delle strade di Roma, in modo da capire quali zone siano più a rischio, soprattutto durante le ore di buio, e quindi insicure per il transito di donne che se messe in pericolo non avrebbero a chi rivolgersi. Un progetto che si aggiunge al “taxi sospeso” per il quale verrà coinvolta anche l’amministrazione comunale. Poi seminari, campagne di sensibilizzazione, accordo d’intesa fra polizia, mondo dell’educazione e istituzioni.
Donnexstrada nasce da Roma perché la maggior parte delle attiviste abita nella Capitale, ma l’idea è quella di raggiungere tutte le zone d’Italia. Perché “solo con l’educazione al rispetto di chiunque ci troviamo davanti si può sperare in un’Italia, in un mondo, migliore“ precisano le attiviste del progetto.

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Instagram

  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Camminare per strada, fare jogging, uscire da lavoro, fermarsi a parlare con qualcuno: attività normali che, se sei una donna, possono tuttavia diventare fonte di stress, di pericolo, e talvolta di vero e proprio terrore. Questo perché, purtroppo, per una donna, ancora oggi in Italia (e non solo) fare cose semplici può riservare spiacevoli sorprese se non vere e proprie minacce che, non di rado, finiscono in tragedia. Stupri, femminicidi, catcalling, molestie più o meno pesanti e tutto l’armamentario barbaro di crimini e soprusi di cui la cronaca ci racconta ogni giorno. Il progetto donneXstrada (@donneXstrada) nasce proprio per supportare la sicurezza delle donne in strada. Come? attraverso dirette instagram pubbliche o private che vengono attivate, su richiesta dell’interessata, nel momento in cui una donna non si sente sicura in un tratto buio, tornando a casa, uscendo da lavoro o in qualsiasi contesto in cui si trovi a fare un tragitto da sola in fascia serale ed in un contesto isolato.  
Laura De Dilectis, psicologa, fondatrice di DonneXstrada

Social amplificatori di aiuto

Una volta che arriva la richiesta tramite messaggio, una delle volontarie del progetto si attiva e prende in carico la persona facendole compagnia durante il percorso. Naturalmente la video chiamata non è la garanzia affinché non succeda nulla ma può abbassare la probabilità di un approccio indesiderato soprattutto se si sa che c’è questo strumento attivabile.Il progetto è nato il 21 marzo scorso dall’idea di una psicologa clinica romana di 26 anni, Laura de Dilectis, che, a seguito dell’omicidio di Sarah Everard (la donna di 33 anni rapita e uccisa a Londra lo scorso 3 marzo) ha pensato fosse necessario creare un progetto a tutela delle donne. Uno strumento di prevenzione che utilizzi i social come amplificatore di aiuto.

Dieci volontarie, settantamila followers

Al momento donneXstrada è composto da 10 volontarie ma con l’obiettivo di integrarle anche in previsione della fine del coprifuoco. La pagina ha già superato i 70 mila followers, “un dato negativo perché testimonia la forte domanda di sicurezza per strada , e con la fine del coprifuoco è prevedibile che le richieste aumenteranno ulteriormente” dicono le attiviste. Che sottolineano “le richieste aumentano esponenzialmente alla conoscenza del servizio. Spesso vengono fatte dirette private previa raccolta di tutti i dati del tragitto, utili nel caso in cui nell’arco della diretta succeda qualcosa. Anche se poi la diretta non viene attivata perché le donne possono organizzarsi altrimenti o trovare chi le accompagni fisicamente c’è comunque molta voglia di farci sapere che probabilmente ne hanno bisogno. Riceviamo tante storie di esperienze terribili e messaggi di richiesta di collaborazione per offrirsi volontari. Messaggi di supporto arrivano anche dagli uomini per un servizio che è rivolto anche a loro e a chiunque si trovi in un contesto di possibile esposizione al pericolo.  

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