Con il concerto 2022 di Fiorella Mannoia e le altre di “Una Nessuna Centomila” è stato aperto uno sportello antiviolenza in Calabria. E la cantante va a visitarlo in attesa del nuovo evento all’Arena di Verona. La Locride, l’area della città metropolitana di Reggio Calabria, è definita da più parti “una terra dalle promesse mancate”. [caption id="attachment_96504" align="alignnone" width="1080"] La visita della cantante romana allo sportello del centro antiviolenza “Angela Morabito” di Reggio Calabria (Instagram)[/caption] Ma la Fondazione “Una Nessuna Centomila” – di cui Mannoia è presidente onorario - ha dimostrato che se si dà il giusto sostegno, se si supportano le persone che si spendono per cercare di cambiare le cose, non solo le promesse possono diventare realtà, ma possono rappresentare il vero contrasto alla violenza. Da meno di un anno, grazie ai fondi raccolti tramite il concerto “Una Nessuna Centomila” del 2022 è stato realizzato, nella cittadina di Ardore Marina, lo sportello del centro antiviolenza “Angela Morabito” di Reggio Calabria. [caption id="attachment_96506" align="alignnone" width="1078"] L'artista si è recata in visita per toccare con mano e capire in prima persona il lavoro svolto quotidianamente al centro (Instagram)[/caption] Un passaggio fondamentale: in tutto il territorio della Locride non esisteva nulla di specifico che permettesse a tutte di raccontare e denunciare le violazioni subite. Prima non c’era, adesso c’è. E non solo esiste, ma è già riuscito a sostenere donne con casi molto complessi che mai avrebbero pensato di poter uscire da quell’incubo. L'interprete de "Il cielo d'Irlanda" aveva preso l’impegno di fare visita ai locali dello sportello e di incontrare le operatrici. E così, nei giorni scorsi, si è recata in visita per toccare con mano e vedere in prima persona il lavoro svolto quotidianamente. “Vogliamo per questo ringraziare Francesca Mallamaci, Lucia Lipari, Enza Corasaniti e Daniela Andrianò per il lavoro straordinario che stanno conducendo con passione e professionalità” fa sapere in una nota la Fondazione “Una Nessuna Centomila”. [caption id="attachment_96507" align="alignnone" width="1076"] Grazie ai fondi raccolti dal concerto Una Nessuna Centomila del 2022 è stato realizzato ad Ardore Marina (RC) lo sportello del Centro Antiviolenza “Angela Morabito” (Instagram)[/caption]
Stupro di Palermo, il monito dell'artista
Dopo la visita, la sera, durante il concerto con Danilo Rea al Castello di Roccella Ionica, la presidente onoraria della Fondazione ha trasformato il finale della sua canzone “Quello che le donne non dicono” affermando che quel “ti diremo ancora un altro sì” non è scontato. Infatti ha urlato: “Quando le donne dicono no, è no”. L’artista ha fatto, quindi un chiaro riferimento allo stupro di gruppo a Palermo dove sette ragazzi sono indagati per violenza sessuale su una 19enne. Al grido di protesta di Mannoia, ovviamente, il pubblico ha risposto con una standing ovation. “C’è tanto da fare sul tema della violenza e i fatti di cronaca di questi giorni lo testimoniano. Ma c’è un popolo che si indigna, che si interroga e che ha bisogno di strumenti culturali per capire” dice ancora la nota. E conclude: “La Fondazione ‘Una Nessuna Centomila’ sta dalla parte delle donne e di tutti quelli che vogliono provare a cambiare le cose”.Femminicidi, “c’è un nesso tra discriminazione di genere e violenza”
Secondo la Fondazione “Una Nessuna Centomila” c’è una connessione tra discriminazione di genere e violenza. E la sequenza dei femminicidi degli ultimi giorni non fa che rimarcare quello di cui la Fondazione parla da sempre. “Non bastano le leggi, seppure potenzialmente molto efficaci, se ad applicarle restano persone come magistrati, operatori sociali, sanitari e di giustizia, ancora piene di stereotipi e pregiudizi culturali”. E' quanto sostengono Giulia Minoli, Lella Palladino e Celeste Costantino, rispettivamente presidente e vice presidenti di “Una Nessuna Centomila”, spiegando che esiste una “connessione tra discriminazione di genere e violenza". In Italia abbiamo “la Convenzione di Istanbul - aggiungono - e un sistema normativo adeguato e in continua implementazione, purtroppo le tante misure previste restano troppo spesso inapplicate”. Secondo la Fondazione occorre investire in prevenzione. “La prevenzione è uno dei pilastri della Convenzione di Instabul, ma alla fine nessuno fa niente. Bisogna cambiare profondamente la cultura di chi deve applicare le leggi” spiegano le tre.“La prevenzione è uno dei pilastri fondamentali della nostra Fondazione perché crediamo che senza il cambiamento culturale e la prevenzione non sarà mai possibile eradicare l'oppressione maschile sul genere femminile” sostengono.Visualizza questo post su Instagram