Vanessa Incontrada ancora vittima di body shaming sui social dopo aver pubblicato una foto in cui va a correre. Sul suo profilo Instagram qualche giorno fa ha pubblicato uno scatto mentre corre con il messaggio “Avanti tuttaaaaa“. Il commento più gentile, in un mare di ironia al veleno, è stato: “Vanessa, anche tu? Fotografata mentre corri!?!? Mi crolla un mito“. Ma, soprattutto i commenti più subdoli sono arrivati dopo la copertina della rivista ’Nuovo’ che ritrae l’attrice e conduttrice in costume in pose tanto scomposte e sgraziate in spiaggia a Follonica, in provincia di Grosseto, da instillare il dubbio, nei lettori, che possa non trattarsi di lei. Vanessa Incontrada, 43 anni, ha più volte rivendicato il diritto di essere curvy: dopo anni di body shaming, nel 2020 l’attrice decide di mostrarsi completamente nuda nelle sue rotondità. Sceglie di rendere il suo corpo il veicolo per un messaggio: il diritto di ogni essere umano a non essere giudicato. Il suo piccolo contributo in una enorme battaglia. Ma la costante tendenza al giudizio è difficile da debellare. Cos'è il body Shaming
La conseguenza? Si chiama “body shaming”. Un’espressione, coniata dagli americani e ormai tristemente nota che consiste nel discriminare o deridere una persona, facendola vergognare per il suo aspetto fisico. D’altronde la parola ‘shaming’ deriva da ‘shame’ che significa vergogna. Sono le donne, in particolare quelle dello spettacolo, a essere vittime di questa forma di bullismo che va oltre il classico e squallido commento al maschile basato su stereotipi sessuali. È una violenza molto più sottile, che va in profondità, perché prende di mira i difetti fisici come i chili di troppo, tanto per dirne una. Bersaglia l’orgoglio e anche la dignità e può avere conseguenze gravi sulla psiche di chi le subisce. Le offese L’era dei social poi ha triplicato gli effetti collaterali del body shaming. E così anche solo una foto che mette in evidenza un dettaglio fisico, additato come difetto, scatena una raffica di commenti negativi. Il body shaming non si limita al solo “sei brutta”, ma mira a criticare quelle smagliature “che prima non c’erano e ora sì”, la cellulite in bella vista su un corpo che fino a quel momento appariva perfetto, le macchie sulla pelle, i peli o quell’acne che “le è comparsa in viso e la imbruttisce”. Poco importa se tutto ciò dipende da un’improvvisa tempesta ormonale, che la vittima di turno non poteva prevedere, o da una gravidanza. La reazione delle star
Molte donne si sono ritrovate a dover combattere contro il body shaming È successo anche e soprattutto a star molto famose di essere oggetto di attacchi volti a mettere in evidenza i loro difetti. Perché in tv o in copertina o su Instagram la regola è sempre stata quella di apparire perfette, per non venir meno a certi standard imposti dal mondo dello spettacolo, e di coprire tutto ciò che poteva mettere in pericolo quella perfezione. Ed ecco che molte di loro, utilizzando la stessa arma del body shaming, e cioè i social, hanno deciso di reagire a tutto questo, accostando alla parola ‘body’ un’altra, e cioè ‘positivity’. Dando vita così a un movimento che sta ridefinendo il concetto di normalità in relazione al corpo. E lo hanno fatto mettendo in mostra proprio il loro, al naturale e con tutti i “difetti”. Con quelle smagliature dovute, tanto per restare in tema con la ricorrenza che si celebra il 9 maggio, a uno dei momenti più importanti nella vita di una donna. Quello della gravidanza, quando il corpo inizia a sformarsi per assumere una nuova forma di imperfezione, quella di mamma, la più bella. La campagna su Vanity Fair La show girl e attrice spagnola, che vive in Italia da molti anni, è stata la protagonista di una campagna lanciata su Vanity Fair, in cui ha deciso di mostrarsi nuda con tutte le imperfezioni che un corpo femminile può avere senza dover provare vergogna, diventando il simbolo di body positivity a tutti gli effetti. La sua battaglia contro il body shaming parte da lontano, quando dopo la prima gravidanza Vanessa Incontrada ha subito molte critiche sul suo aspetto fisico, in particolare sulla sua “fisicità esuberante” – così l’aveva definita un famoso tabloid. Parole che hanno ferito profondamente la Incontrada, tanto che lei stessa racconta di un pianto a dirotto durante le prove di alcuni costumi sul set quando si è resa conto che le taglie erano troppo piccole. Ci è voluto tempo, ma alla fine la showgirl è riuscita a fare pace con se stessa, raccontando tutto in un monologo diventato poi virale. “Tutti mi volevano diversa ma la realtà è che la perfezione non esiste, esistono le persone, ad alcune puoi piacere e ad altri no, ma ciò che conta è accettarsi per quella che si è”.
L’attrice e presentatrice spagnola, icona di simpatia, spontaneità, naturalezza e bellezza pulita, con le imperfezioni che la rendono unica, è diventata a testa alta la rappresentante dell’universo femminile che si accetta per quello che è e lo fa col sorriso, lanciando messaggi positivi e contrastando quella diffusa filosofia della perfezione, che però puntualmente non viene raggiunta e crea disagi e disturbi in chi la rincorre. E lo ha fatto e detto pubblicamente anche quando posò nuda per la copertina di Vanity Fair, affermando: “Questa copertina è il momento più bello degli ultimi anni. È il punto d’arrivo che vede il mio corpo diventare un messaggio per tutte le donne, descrivendo un progetto che ha messo in luce la bellezza in tutte le forme rivendicando il diritto a sentirci unici”. Attacchi e impegno Eppure gli attacchi sono sempre feroci: se corre le dicono di lasciare perdere, tanto non diventerà mai tonica. Se mangia il gelato in spiaggia esultano perché è grassa e sgraziata: Vanessa Incontrada è nuovamente vittima di attacchi senza appigli: ha sfilato per le taglie forti di Elena Mirò. In un monologo su Raiuno nel 2019 ha invitato le donne a smettere di sentirsi inadeguate. In un’intervista diceva: “Quando vedo una donna abbassare lo sguardo perché viene criticata per come si veste, per come si trucca, se è magra, se è grassa, se vuole un figlio e se non lo vuole, ogni volta mi ricordo di quante volte io ho abbassato lo sguardo“.