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Ageismo, accettazione di sé, body positivity. Il chirurgo plastico: "Prima di tutto, piacetevi"

di LETIZIA CINI -
29 aprile 2022
AGEISMO

AGEISMO

L'accettazione di sé, sembra facile. In un mondo che ti propone costantemente esempi di bellezza stereotipata e improntati alla perfezione non sempre lo è. Il mondo sembra infettato dal virus dell'Ageismo, quel fenomeno che rende il trascorrere degli anni una colpa della quale vergognarsi, un fenomeno assolutamente naturale, che si trasforma in qualcosa da eludere o da nascondere. Un consiglio potrebbe essere una rilettura del 'De Senectute' di Seneca che, nel difficile sentiero della vecchiaia può essere illuminante. Non certo di conforto l’aforisma del commediografo romano Terenzio che nel 160 avanti Cristo scriveva o “senectus ipsa est morbus”, ovvero “la vecchiaia è di per sé una malattia”. Nel corso dei secoli le cose non sono cambiate, anzi... Nell'immaginario collettivo con l’invecchiamento oggi si va incontro a un declino fisico e cognitivo, portando così l’anziano a essere percepito come un individuo fragile e malato da proteggere e a cui sostituirsi. Un peso, insomma. L'invito? Quello di puntare sulla  body positivity e cercare di riconsiderare l’anziano  come una risorsa per la comunità, sinonimo di saggezza, meritevole di rispetto e riconoscenza.
Jane Fonda, che a fine dicembre spegnerà 85 candeline, ha confidato in un’intervista alla Cbs: “Sono super consapevole di essere più vicino alla morte. E non mi dà fastidio”

Jane Fonda, che a fine dicembre spegnerà 85 candeline, ha confidato in un’intervista alla Cbs: “Sono super consapevole di essere più vicino alla morte. E non mi dà fastidio”

L'età dei pregiudizi

Quanti pregiudizi sono infatti basati sull'età... Sembrano trascorse ere geologiche quando la vecchiaia era sinonimo di saggezza. "I nostri vecchi" era una frase pronunciata con orgoglio. Poi qualcosa si è inceppato e perfino una star del calibro di Jane Fonda ha denunciato durante un'intervista  il fatto di accusare gli anni tanto  da non riconoscere più il proprio corpo, scolpito e scavato con il passare dei decenni  e di pensare spesso alla morte.  

Alain Delon, 86 anni si è più volte detto favorevole all'eutanasia cui potrà sottoporsi direttamente in Svizzera dove vive: “Invecchiare è fastidioso!”, ha detto l'attore francese

Alain Delon farà ricorso all’eutanasia per porre fine alla sua vita. Il celebre attore francese, 86 anni, si è più volte detto favorevole alla dell'eutanasia, a cui potrà sottoporsi direttamente in Svizzera dove vive. “Invecchiare è fastidioso!”, ha dichiarato l’artista che nel 2019 era stato colpito da due ictus. A darne annuncio ha poi provveduto il figlio dell'attore, Anthony Delon che, su richiesta del padre, si occuperà anche di organizzare l’intero processo e di accompagnarlo nei suoi ultimi momenti su questo mondo. Tanti gli esempi di rifiuto dell'ètà, fenomeno imputabile anche alle critiche, come quelle piovute su Sarah Jessica Parker, meglio più conosciuta come la sex columnist Carrie Bradshaw della serie Sex and the City  che,
Sarah Jessica Parker, più conosciuta come la sex columnist Carrie Bradshaw della serie 'Sex and the City ' è stata duramente criticata per il suo aspetto

L'Ageismo colpisce molte star. Sarah Jessica Parker, più conosciuta come la sex columnist Carrie Bradshaw della serie 'Sex and the City ' è stata duramente criticata per il suo aspetto nel reboot 'And just like that' e ha contrattaccato': Non ho scelta. Cosa devo fare? Smettere di invecchiare? Scomparire?"

agli attacchi dovuti all'insorgere di zampe di gallina e capelli bianchi  (mostrati nel reboot And just like that) ha risposto a tono: “Tutti hanno qualcosa da dire: ha troppe rughe, non ne ha abbastanza - le parole dell'attrice 57enne - . Sembra quasi che la gente non voglia che ci sentiamo perfettamente a posto dove siamo, come se godessero se siamo addolorate da quello che siamo diventate oggi, se scegliamo di invecchiare naturalmente e non avere un aspetto perfetto, o se facciamo qualcosa che ci fa sentire meglio. So che aspetto ho. Non ho scelta. Cosa devo fare? Smettere di invecchiare? Scomparire?”. C'è ben poco da fare, e la corsa al 'ritocchino' non sempre è efficace.

Le richieste all'esperto

Ogni stagione ha le sue caratteristiche e, a voler forzare la natura, a volte si può eccedere. Se è vero che esiste un 'troppo presto', probabilmente c’è anche un 'troppo tardi'? Lo conferma Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica di Firenze.
Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica di Firenze

Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica di Firenze

Dottore, qual è l’età prima della quale è bene non ricorrere a pratiche estetiche, dottore? "Di solito prima di effettuare qualunque intervento si attende che il processo di crescita del paziente sia del tutto completato. Naturalmente si parla in questo caso di correzioni non meramente estetiche, ma con aspetti funzionali o connessi alla sfera psicologica, che può risentire fortemente di un 'difetto' esteriore proprio in funzione della giovane età". Esiste un momento per iniziare e con cosa? "Entrando nel campo della medicina estetica, ossia delle comuni procedure che si effettuano in ambulatorio, la biorivitalizzazione è sicuramente il trattamento più adatto alle pelli giovani, basato su micro iniezioni di acido ialuronico e altre sostanze altrettanto naturali, biocompatibili e del tutto riassorbibili". A venti, a trenta, a... anta. Dovendo fare una 'scaletta' temporale di massima, 'cosa' è indicato e 'quando', nel corso dell’esistenza di una persona? "Alle persone più giovani  si può consigliare di prevenire l’invecchiamento precoce del viso, esponendosi al sole con giudizio e mantenendo sempre la pelle perfettamente idratata, con la biorivitalizzazione o con trattamenti di analoga tipologia, come il PRX. Andando avanti negli anni in molte persone - a prescindere dal genere -  nasce l’esigenza di valorizzare i tratti del viso con delicati ritocchi, piccoli aumenti di volume delle labbra e degli zigomi con acido ialuronico, tossina botulinica per distendere l’area perioculare: ma non è una regola. Fondamentale, piacersi, accettarsi e volersi bene". Dopo, dottore? "Non sempre è facile accettare il trascorrere degli anni, tanto per gli uomini che per le donne. Ed ecco che arriva la richiesta di ricorrere a trattamenti di ringiovanimento più incisivi, sempre a base di acido ialuronico ma con formulazioni diverse, volti a conservare la giusta armonia dei volumi del volto, rendere i tessuti più elastici e compatti e ridefinire il bordo mandibolare, dal momento che in questa fase della vita il complesso processo di invecchiamento non si limita alla comparsa di rughe ma va ad alterare la struttura del viso nel suo insieme, modificando i lineamenti e l’espressività". Meglio una corretta 'manutenzione' piuttosto che su interventi drastici... "Sicuramente sì, oggi possiamo accompagnare i cambiamenti fisiologici che avvengono nel tempo con trattamenti non invasivi che donano risultati naturali, mantenendo un aspetto curato e armonioso in ogni fase della vita. La chirurgia resta una risorsa valida quando c’è l’esigenza anche psicologica di un miglioramento, tenendo conto che un intervento chirurgico non può arrestare il naturale processo di invecchiamento, ma ci regala un 'vantaggio' rispetto all’età anagrafica che si mantiene per sempre". Dai 50 ai 60 e.... oltre? "Questa è l'epoca in cui la richiesta è il lifting parziale o completo, accompagnato da lipofilling, per un risultato estetico naturale ed armonioso, con una metodica più efficace e molto meno invasiva rispetto al passato". Passata una certa età, le labbra turgide possono stonare con il resto del corpo, generando l’effetto canotto, per non parlare del rischio 'mummia': meglio volti leggermente 'stropicciati' e naturali o visi lisci a dispetto degli anni, ma con espressività ridotta ? "Ovvio, la prima opzione! Un risultato sobrio e naturale è preferibile rispetto alla ricerca di una perfezione immutabile, che non può esistere nella realtà".
Il tumore al seno è al primo posto fra i tumori femminili

Il tumore al seno è al primo posto fra i tumori femminili

Esistono situazioni in cui il ricorso al bisturi, in ambito estetico, va al di là della paura di invecchiare, aiuta infatti chi ha sofferto a tornare a una vita normale. “È il caso della chirurgia ricostruttiva: di tumore oggi si vive. Secondo i dati del report del ministero della Salute ’I numeri del cancro in Italia 2021’, in Italia sono stimate circa 55.000 nuove diagnosi di carcinomi della mammella femminile nel 2020 e nel 2021 sono stimati 12.500 decessi. La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è dell’88%. Fortunatamente è aumentata la consapevolezza da parte delle donne, che partecipano con regolarità ai programmi di screening, permettendo di diagnosticare il tumore in una fase precoce e poterlo combattere più efficacemente". Le armi a disposizione di pazienti e dottori?
Cancro al seno ottobre 2021, una sfida difficilissima

Il tumore della mammella è al primo posto fra i tumori femminili, ma ci sono buone prospettive: secondo le ricerche oggi l’80 per cento delle pazienti è in vita a 5 anni dalla diagnosi

“Grazie alla diagnosi precoce, alla chirurgia e agli strumenti sempre più efficaci che la scienza mette a disposizione, oggi l’80 per cento delle pazienti è in vita a 5 anni dalla diagnosi: Dopo aver vinto la malattia, ogni donna deve poter tornare alla vita sociale e di relazione, senza sentirsi penalizzata". Il tumore della mammella è al primo posto fra i tumori femminili, si stima che una donna su 8 ne sia colpita nell’arco della vita. Il dato positivo è che, anno dopo anno, la mortalità cala in modo significativo. “Un’elevata percentuale di pazienti guarisce dalla malattia e torna ad una vita normale. Come chirurgo plastico ritengo che a nessuna donna sottoposta a mastectomia totale o parziale possa essere preclusa la possibilità della ricostruzione post oncologica, perché è importante, dopo aver recuperato la salute, che possa sentirsi nuovamente integra nella propria identità femminile. La ricostruzione post oncologica è considerata fondamentale nel completamento dell’iter di cura del carcinoma mammario e gli studi hanno escluso che ci possano esserci interferenze negative con le successive cure e i controlli periodici. Ritrovare il benessere psicofisico dopo il trauma della mastectomia porta un netto miglioramento nella qualità di vita della donna".

Cos’è l’ageismo

“Si diventa vecchi quando ci si sente tali”: così la Regina Elisabetta nel 2021 ha rifiutato il premio di ’Vecchietta dell’anno’

“Si diventa vecchi quando ci si sente tali”: così la Regina Elisabetta II (96 anni) nel 2021 ha rifiutato il premio di 'Vecchietta dell’anno’

L’ageismo è la discriminazione nei confronti degli over 60 e in genere dei cosiddetti senior. In una società nella quale sembra “vietato invecchiare”, in cui il trascorrere degli anni è considerato un tabù, specie quando riguardi le donne, ecco che arriva una campagna con tanto di hashtag, #OldLivesMatter, che ricorda quello delle proteste contro il razzismo e le discriminazioni etniche negli Usa. In questo caso si vuole dire “no” alle discriminazioni nei confronti di chi non è più giovane e viene visto come un peso per la società. Cosa che è successa per esempio durante l’emergenza Covid dei mesi scorsi, quando l’età in qualche caso è diventata un criterio per l’accesso alle cure. E l’emarginazione degli anziani purtroppo riguarda tanti altri ambiti, sanitari e non.