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Home » Paralimpiadi » Missione tra le nevi: la squadra azzurra per le Paralimpiadi di Beijing 2022. Pancalli: “Ottimisti e fiduciosi”

Missione tra le nevi: la squadra azzurra per le Paralimpiadi di Beijing 2022. Pancalli: “Ottimisti e fiduciosi”

Saranno 32 gli atleti italiani paralimpici che si contenderanno il podio ai Giochi invernali nella capitale cinese, in svolgimento dal 4 al 13 marzo. Tra punte di diamante, come il portabandiera, e prove di riscatto, come la squadra di para ice hockey, la squadra è pronta a portare in alto i colori dell'inclusione nel nome dello sport

Doriano Rabotti
24 Febbraio 2022
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Giacomo Bertagnolli, 23 anni, è il portabandiera azzurro

Sono stati sette mesi pazzeschi per lo sport italiano a cinque cerchi, ma non è ancora finita. Dalle Olimpiadi di Tokyo con Jacobs e Tamberi a guidare una carica che ha portato quaranta medaglie nelle valigie azzurre (dieci d’oro), per proseguire con le paralimpiadi che ne hanno fruttate addirittura 69, e poi alle Olimpiadi invernali di Pechino chiuse con 17 viaggi sul podio da parte degli atleti italiani, ogni volta c’era un buon motivo per esultare anche da casa.

E le Paralimpiadi invernali, che iniziano il 4 marzo? Perché il rischio è quello di abituarsi troppo bene, con questi numeri grandi, tondi, che riescono a riempire la bocca e l’umore. “Noi siamo ottimisti e fiduciosi“, ha detto il presidente del comitato Paralimpico Luca Pancalli, aggiungendo poi da buon italiano: “La mia scaramanzia mi impedisce di fare qualsiasi forma di pronostico, ma sono certo che le nostre federazioni hanno lavorato al meglio”. L’obiettivo concreto, per un gruppo molto ringiovanito (l’età media è scesa da 33 a 31 anni), è almeno quello di eguagliare le cinque medaglie di Pyeongchang 2018 (2 ori, 2 argenti e 1 bronzo): “Speriamo di migliorare quello. Poi quello che verrà sarà tutto utile per continuare l’opera di diffusione del movimento paralimpico”.

la squadra paralimpica per i Giochi invernali di Pechino
Pronta la squadra paralimpica per i Giochi invernali di Pechino
Giuseppe Romele, campione di sci nordico

L’Italia sarà presente con 32 atleti in 4 discipline, con qualche punta di diamante. Da seguire in particolare il portabandiera Giacomo Bertagnolli, 23enne trentino che in Corea vinse due ori, un argento e un bronzo in coppia con la guida Fabrizio Casal, ma sono sicuramente in corsa per il podio anche Renè De Silvestro nello sci alpino (dove gareggeranno anche Davide Bendotti, Federico Pelizzari, Chiara Mazzel e Martina Vozza con le guide Andrea Ravelli, Fabrizio Casal e Ylenia Sabidussi), il toscano Jacopo Luchini che ci proverà nello snowboard (con Riccardo Cardani e Mirko Moro), e nello sci nordico Giuseppe Romele, alla guida di una pattuglia che conta anche su Cristian Toninelli e Michele Biglione.

 

Jacopo Luchini, snowboarder toscano

E poi ci sono i ragazzi del para Ice Hockey (Alessandro Andreoni, Gabriele Araudo, Bruno Balossetti, Cristoph De Paoli, Alex Enederle, Stephan Kafmann, Julian Kasslatter, Gabriele Lanza, Nils Larch, Andrea Macrì, Roberto Radice, Matteo Remotti Marnini, Gianluigi Rosa, Santino Stillitano, Francesco Torella, Gian Luca Cavaliere, Stefan Kerschbaumer): sulla carta si corre per il terzo gradino del podio, visto che Stati Uniti e Canada sembrano di un altro pianeta. Quattro anni fa gli azzurri arrivarono a un pelo dal bronzo, perdendo proprio nella finalina per il terzo o quarto posto. Anche stavolta se la giocano, con un girone iniziale contro Slovacchia, Repubblica Ceca e Cina che sembra alla portata.

Nell’anno in cui l’Italia ha saputo fare i miracoli negli sport di squadra, dai calciatori di Mancini alla staffetta di Tokyo, dalle Paralimpiadi estive fino al curling, centrare una medaglia con l’unica squadra azzurra presente sarebbe solo la conferma della forza di un Paese che, quando sa stare insieme, fa cose incredibili.

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Giacomo Bertagnolli, 23 anni, è il portabandiera azzurro
Sono stati sette mesi pazzeschi per lo sport italiano a cinque cerchi, ma non è ancora finita. Dalle Olimpiadi di Tokyo con Jacobs e Tamberi a guidare una carica che ha portato quaranta medaglie nelle valigie azzurre (dieci d’oro), per proseguire con le paralimpiadi che ne hanno fruttate addirittura 69, e poi alle Olimpiadi invernali di Pechino chiuse con 17 viaggi sul podio da parte degli atleti italiani, ogni volta c'era un buon motivo per esultare anche da casa. E le Paralimpiadi invernali, che iniziano il 4 marzo? Perché il rischio è quello di abituarsi troppo bene, con questi numeri grandi, tondi, che riescono a riempire la bocca e l’umore. "Noi siamo ottimisti e fiduciosi", ha detto il presidente del comitato Paralimpico Luca Pancalli, aggiungendo poi da buon italiano: "La mia scaramanzia mi impedisce di fare qualsiasi forma di pronostico, ma sono certo che le nostre federazioni hanno lavorato al meglio". L’obiettivo concreto, per un gruppo molto ringiovanito (l’età media è scesa da 33 a 31 anni), è almeno quello di eguagliare le cinque medaglie di Pyeongchang 2018 (2 ori, 2 argenti e 1 bronzo): "Speriamo di migliorare quello. Poi quello che verrà sarà tutto utile per continuare l’opera di diffusione del movimento paralimpico".
la squadra paralimpica per i Giochi invernali di Pechino
Pronta la squadra paralimpica per i Giochi invernali di Pechino
Giuseppe Romele, campione di sci nordico
L’Italia sarà presente con 32 atleti in 4 discipline, con qualche punta di diamante. Da seguire in particolare il portabandiera Giacomo Bertagnolli, 23enne trentino che in Corea vinse due ori, un argento e un bronzo in coppia con la guida Fabrizio Casal, ma sono sicuramente in corsa per il podio anche Renè De Silvestro nello sci alpino (dove gareggeranno anche Davide Bendotti, Federico Pelizzari, Chiara Mazzel e Martina Vozza con le guide Andrea Ravelli, Fabrizio Casal e Ylenia Sabidussi), il toscano Jacopo Luchini che ci proverà nello snowboard (con Riccardo Cardani e Mirko Moro), e nello sci nordico Giuseppe Romele, alla guida di una pattuglia che conta anche su Cristian Toninelli e Michele Biglione.  
Jacopo Luchini, snowboarder toscano
E poi ci sono i ragazzi del para Ice Hockey (Alessandro Andreoni, Gabriele Araudo, Bruno Balossetti, Cristoph De Paoli, Alex Enederle, Stephan Kafmann, Julian Kasslatter, Gabriele Lanza, Nils Larch, Andrea Macrì, Roberto Radice, Matteo Remotti Marnini, Gianluigi Rosa, Santino Stillitano, Francesco Torella, Gian Luca Cavaliere, Stefan Kerschbaumer): sulla carta si corre per il terzo gradino del podio, visto che Stati Uniti e Canada sembrano di un altro pianeta. Quattro anni fa gli azzurri arrivarono a un pelo dal bronzo, perdendo proprio nella finalina per il terzo o quarto posto. Anche stavolta se la giocano, con un girone iniziale contro Slovacchia, Repubblica Ceca e Cina che sembra alla portata. Nell’anno in cui l’Italia ha saputo fare i miracoli negli sport di squadra, dai calciatori di Mancini alla staffetta di Tokyo, dalle Paralimpiadi estive fino al curling, centrare una medaglia con l’unica squadra azzurra presente sarebbe solo la conferma della forza di un Paese che, quando sa stare insieme, fa cose incredibili.
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