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Home » Paralimpiadi » Mattarella agli atleti paralimpici vincitori di medaglie a Tokio2020: “Siete un’avanguardia preziosa del nostro Paese”

Mattarella agli atleti paralimpici vincitori di medaglie a Tokio2020: “Siete un’avanguardia preziosa del nostro Paese”

Il Capo dello Stato e il premier Draghi hanno ricevuto gli eroi che hanno conquistato 109 medaglie alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Tokyo2020: gli azzurri elogiati per i valori non solo sportivi espressi dalle loro imprese. Mattarella ha sottolineato l'effetto emulazione che i paralimpici hanno esercitato verso le persone con disabilità, stimolate a praticare sport. Draghi: "Ci avete abituati male..."

Piero Ceccatelli
24 Settembre 2021
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“Avete emozionato gli italiani. Vi sono momenti in cui lo sport assume significati più ampi. Il nostro Paese è in ripresa, si è sentito rappresentato, si è sentito coinvolto da voi“. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale gli atleti olimpici e paralimpici che hanno conquistato medaglie ai Giochi. Questa è stata una grande estate per lo sport“.
Col loro carico di ben 109 medaglie (40 alle Olimpiadi e 69 alle Paralimpiadi), gli azzurri si sono presentati al Quirinale e poi a Palazzo Chigi col loro carico di entusiasmo trasmesso agli italiani, galvanizzati anche, questa estate, dalle vittorie conseguite nel calcio, nel ciclismo, nella pallavolo maschile e femminile. L’occasione della visita al Quirinale era la riconsegna della bandiera ricevuta dagli azzurri poco prima della partenza per Tokio dalle mani del Capo dello Stato. Il nuotatore Federico Morlacchi e la schermitrice Bebe Vio hanno porto a Mattarella il vessillo per il paralimpici; per gli olimpici è toccato a Jessica Rossi (tiro) ed Elia Viviani (ciclismo). Più che dei successi sportivi, il clima era pervaso dai valori che per per lo sport azzurro e l’intero Paese sono emersi dalla duplice missione giapponese.

 

 

Tutte le regioni, tutti i continenti

“Il merito di un’Olimpiade da record, nei numeri e nei risultati, è tutto degli atleti – ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò – Non c’è mai stata per l’Italia nella storia un’Olimpiade con 40 medaglie, tutte le Regioni hanno avuto almeno un rappresentante sul podio. Non era mai capitato di avere una delegazione con atleti nati in tutti e cinque i continenti, a dimostrazione di una squadra multietnica e perfettamente integrata”. «Lo sport – ha aggiunto Malagò rivolgendosi al Capo dello Stato – non è mai fine a se stesso, e ancor di più in questo momento: per questo gli azzurri non vedevano l’ora di sventolare il tricolore sul podio. Sono davvero fratelli e sorelle d’Italia“.

 

Luca Pancalli al Quirinale

Mattarella svela il retroscena

“Questi Giochi hanno rappresentato un’Italia con un solo volto, di Paese vincente, resiliente, multietnico, inclusivo e solidale, e questa è una vittoria preziosa che dobbiamo conservare e sulla quale dobbiamo costruire il nostro impegno del futuro”, ha fatto eco Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico.

Riguardo alle Paralimpiadi, Mattarella ha rivelato un retroscena: “Dopo primi successi ho chiamato il presidente Pancalli e gli ho chiesto di prendere una medaglia in più rispetto alle Olimpiadi“, per l’effetto emulazione che i successi avrebbero innescato nelle persone disabili, che si sarebbero avvicinate allo sport con grandi benefici per le loro persone e per la società.
Pancalli  ha dichiarato che “nemmeno nei miei sogni più ottimistici avrei immaginato che Tokyo avrebbe significato un momento così storico per la famiglia paralimpica italiana. Quello che è avvenuto, 69 medaglie, è stato un risultato preventivato ma è stata storica la risposta venuta dal paese, dai nostri concittadini, le migliaia di email che stiamo ricevendo di tante persone comuni che ci chiedono come cominciare a fare sport. Noi pensavamo che Tokyo fosse la luce in fondo al tunnel, ed è successo qualcosa d’incredibile, abbiamo fatto breccia nel cuore degli italiani“.

 

Sergio Mattarella riceve i campioni di Tokyo2020

“Tanti ragazzi e ragazze spinti a fare sport”

Sul “fare breccia“ nel cuore e nella coscienza di quei particolari italiani che sono le persone con disabilità ha puntato l’attenzione Mattarella: “le tante medaglie delle Paralimpiadi hanno certamente spinto tanti ragazzi e ragazze con disabilità a dedicarsi allo sport. Anche per questo lo sport paralimpico nel nostro Paese è un’avanguardia preziosa”.

Se ciò è accaduto, se le imprese di tanti atleti hanno raggiunto il cuore degli italiani è stato “perché a Tokyo c’è stato il dodicesimo uomo, il lavoro del mondo della comunicazione, che mai come questa volta è stato straordinario, mostrando quello che lo sport italiano sta facendo per la rivoluzione culturale rappresentata dallo sport paralimpico. Mai avrei immaginato che il Tg in prime time aprisse con le notizie degli atleti paralimpici o che sulle prime pagine dei giornali ci fossero le foto dei nostri atleti”.

 

 

Contrafatto: “Si può cadere, rialzarsi e vincere”

A proposito di comunicazione, a commuovere gli italiani (esattamente come alle Olimpiadi) è stata soprattutto la gara dei 100 metri, vinta da Ambra Sabatini su Martina Caironi con Monica Contrafatto terza. “Abbiamo trasmesso lo spirito paralimpico e l’amicizia. Siamo un bel trio. È stato l’anno dell’Italia e dell’atletica, iniziata con Jacobs e finita con noi» ha dichiarato Contrafatto entrando al Quirinale. “Sono contenta che molti ci abbiano viste e soprattutto che ancora se ne parli. E che le nostre storie sono un esempio per far capire a tutti che si può cadere ma ci si può rialzare e vincere“.  Accanto a lei, la nuova campionessa dei 100 metri paralimpici Ambra Sabatini: “Monica è un po’ la mia mamma – scherza l’azzurra – sono felicissima di essere qui oggi. A Tokyo abbiamo dimostrato che siamo una grande famiglia“.

 

 

Draghi con gli atleti paralimpici

Draghi: “Raimondi e Bebe Vio modello per tutti”

La truppa degli sportivi medagliati italiani si è trasferita a Palazzo Chigi, dove è stata ricevuta da Mario Draghi, presidente del consiglio. “Le vostre storie sono un modello per tutti gli italiani. Il vostro talento è enorme, ma il talento da solo non basta. Avete dimostrato professionalità, intelligenza e spirito di sacrificio. Determinazione, pazienza, ma soprattutto coraggio. Penso a Stefano Raimondi, che si è avvicinato al nuoto dopo un incidente a 15 anni e che a Tokyo ha vinto ben sette medaglie. O a Bebe Vio, che ha superato mesi drammatici prima di trionfare ancora una volta nella scherma”, ha detto il premier rivolto in modo particolare ai paralimpici.

A olimpionici e paralimpainici, il premier Draghi ha rivolto una battuta: “Ora ci avete abituati male”.

 

La generazione che vuole cambiare il paese”

 

I paralimpici a Palazzo Chigi

“Il resto del mondo guarda a questa estate italiana di successi sportivi con ammirazione e, perché no, un pizzico d’invidia. Auguro a tutti voi – e a tutti a noi – di continuare così”, ha aggiunto il premier, che poi è entrato nei particolari. Qui – ha aggiunto – vedo la generazione che vuole cambiare l’Italia. E che, ne sono certo, ci riuscirà. Siete simboli di integrazione e di superamento delle barriere. Ora tocca a noi come Governo mettere in grado voi e i vostri coetanei di sprigionare le vostre energie. Perché, come abbiamo visto, possono portare a grandi soddisfazioni per il Paese”.
A Draghi che ha sottolineato come metà dei 500 atleti che hanno partecipato a Olimpiadi e Paralimpiadi fossero donne, proprio da tre donne -Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto: l’oro, l’argento e il bronzo della gara di velocità in pista paralimpica – ha ricevuto la bandiera del Comitato italiano paralimpico con le firme di tutti gli atleti italiani campioni dalle Paralimpiadi di Tokyo 2020 e una targa ricordo del Cip.

 

 

Mario Draghi con le atlete paralimpiche

 

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
“Avete emozionato gli italiani. Vi sono momenti in cui lo sport assume significati più ampi. Il nostro Paese è in ripresa, si è sentito rappresentato, si è sentito coinvolto da voi“. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale gli atleti olimpici e paralimpici che hanno conquistato medaglie ai Giochi. Questa è stata una grande estate per lo sport“. Col loro carico di ben 109 medaglie (40 alle Olimpiadi e 69 alle Paralimpiadi), gli azzurri si sono presentati al Quirinale e poi a Palazzo Chigi col loro carico di entusiasmo trasmesso agli italiani, galvanizzati anche, questa estate, dalle vittorie conseguite nel calcio, nel ciclismo, nella pallavolo maschile e femminile. L’occasione della visita al Quirinale era la riconsegna della bandiera ricevuta dagli azzurri poco prima della partenza per Tokio dalle mani del Capo dello Stato. Il nuotatore Federico Morlacchi e la schermitrice Bebe Vio hanno porto a Mattarella il vessillo per il paralimpici; per gli olimpici è toccato a Jessica Rossi (tiro) ed Elia Viviani (ciclismo). Più che dei successi sportivi, il clima era pervaso dai valori che per per lo sport azzurro e l’intero Paese sono emersi dalla duplice missione giapponese.    

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“Il merito di un’Olimpiade da record, nei numeri e nei risultati, è tutto degli atleti - ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò - Non c’è mai stata per l’Italia nella storia un’Olimpiade con 40 medaglie, tutte le Regioni hanno avuto almeno un rappresentante sul podio. Non era mai capitato di avere una delegazione con atleti nati in tutti e cinque i continenti, a dimostrazione di una squadra multietnica e perfettamente integrata”. «Lo sport - ha aggiunto Malagò rivolgendosi al Capo dello Stato - non è mai fine a se stesso, e ancor di più in questo momento: per questo gli azzurri non vedevano l’ora di sventolare il tricolore sul podio. Sono davvero fratelli e sorelle d’Italia".  
Luca Pancalli al Quirinale

Mattarella svela il retroscena

“Questi Giochi hanno rappresentato un’Italia con un solo volto, di Paese vincente, resiliente, multietnico, inclusivo e solidale, e questa è una vittoria preziosa che dobbiamo conservare e sulla quale dobbiamo costruire il nostro impegno del futuro”, ha fatto eco Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico. Riguardo alle Paralimpiadi, Mattarella ha rivelato un retroscena: “Dopo primi successi ho chiamato il presidente Pancalli e gli ho chiesto di prendere una medaglia in più rispetto alle Olimpiadi“, per l’effetto emulazione che i successi avrebbero innescato nelle persone disabili, che si sarebbero avvicinate allo sport con grandi benefici per le loro persone e per la società. Pancalli  ha dichiarato che “nemmeno nei miei sogni più ottimistici avrei immaginato che Tokyo avrebbe significato un momento così storico per la famiglia paralimpica italiana. Quello che è avvenuto, 69 medaglie, è stato un risultato preventivato ma è stata storica la risposta venuta dal paese, dai nostri concittadini, le migliaia di email che stiamo ricevendo di tante persone comuni che ci chiedono come cominciare a fare sport. Noi pensavamo che Tokyo fosse la luce in fondo al tunnel, ed è successo qualcosa d’incredibile, abbiamo fatto breccia nel cuore degli italiani“.  
Sergio Mattarella riceve i campioni di Tokyo2020

"Tanti ragazzi e ragazze spinti a fare sport"

Sul “fare breccia“ nel cuore e nella coscienza di quei particolari italiani che sono le persone con disabilità ha puntato l’attenzione Mattarella: “le tante medaglie delle Paralimpiadi hanno certamente spinto tanti ragazzi e ragazze con disabilità a dedicarsi allo sport. Anche per questo lo sport paralimpico nel nostro Paese è un’avanguardia preziosa”. Se ciò è accaduto, se le imprese di tanti atleti hanno raggiunto il cuore degli italiani è stato “perché a Tokyo c’è stato il dodicesimo uomo, il lavoro del mondo della comunicazione, che mai come questa volta è stato straordinario, mostrando quello che lo sport italiano sta facendo per la rivoluzione culturale rappresentata dallo sport paralimpico. Mai avrei immaginato che il Tg in prime time aprisse con le notizie degli atleti paralimpici o che sulle prime pagine dei giornali ci fossero le foto dei nostri atleti".    

Contrafatto: "Si può cadere, rialzarsi e vincere"

A proposito di comunicazione, a commuovere gli italiani (esattamente come alle Olimpiadi) è stata soprattutto la gara dei 100 metri, vinta da Ambra Sabatini su Martina Caironi con Monica Contrafatto terza. “Abbiamo trasmesso lo spirito paralimpico e l’amicizia. Siamo un bel trio. È stato l’anno dell’Italia e dell’atletica, iniziata con Jacobs e finita con noi» ha dichiarato Contrafatto entrando al Quirinale. “Sono contenta che molti ci abbiano viste e soprattutto che ancora se ne parli. E che le nostre storie sono un esempio per far capire a tutti che si può cadere ma ci si può rialzare e vincere".  Accanto a lei, la nuova campionessa dei 100 metri paralimpici Ambra Sabatini: “Monica è un po’ la mia mamma - scherza l’azzurra - sono felicissima di essere qui oggi. A Tokyo abbiamo dimostrato che siamo una grande famiglia“.    
Draghi con gli atleti paralimpici

Draghi: "Raimondi e Bebe Vio modello per tutti"

La truppa degli sportivi medagliati italiani si è trasferita a Palazzo Chigi, dove è stata ricevuta da Mario Draghi, presidente del consiglio. “Le vostre storie sono un modello per tutti gli italiani. Il vostro talento è enorme, ma il talento da solo non basta. Avete dimostrato professionalità, intelligenza e spirito di sacrificio. Determinazione, pazienza, ma soprattutto coraggio. Penso a Stefano Raimondi, che si è avvicinato al nuoto dopo un incidente a 15 anni e che a Tokyo ha vinto ben sette medaglie. O a Bebe Vio, che ha superato mesi drammatici prima di trionfare ancora una volta nella scherma”, ha detto il premier rivolto in modo particolare ai paralimpici. A olimpionici e paralimpainici, il premier Draghi ha rivolto una battuta: "Ora ci avete abituati male".  

La generazione che vuole cambiare il paese"

 
I paralimpici a Palazzo Chigi
“Il resto del mondo guarda a questa estate italiana di successi sportivi con ammirazione e, perché no, un pizzico d’invidia. Auguro a tutti voi - e a tutti a noi - di continuare così”, ha aggiunto il premier, che poi è entrato nei particolari. Qui - ha aggiunto - vedo la generazione che vuole cambiare l’Italia. E che, ne sono certo, ci riuscirà. Siete simboli di integrazione e di superamento delle barriere. Ora tocca a noi come Governo mettere in grado voi e i vostri coetanei di sprigionare le vostre energie. Perché, come abbiamo visto, possono portare a grandi soddisfazioni per il Paese”. A Draghi che ha sottolineato come metà dei 500 atleti che hanno partecipato a Olimpiadi e Paralimpiadi fossero donne, proprio da tre donne -Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto: l’oro, l’argento e il bronzo della gara di velocità in pista paralimpica - ha ricevuto la bandiera del Comitato italiano paralimpico con le firme di tutti gli atleti italiani campioni dalle Paralimpiadi di Tokyo 2020 e una targa ricordo del Cip.    
Mario Draghi con le atlete paralimpiche
 
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