Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Politica » Anna Frank, ecco chi rivelò ai nazisti il suo nascondiglio: un ebreo

Anna Frank, ecco chi rivelò ai nazisti il suo nascondiglio: un ebreo

Il libro 'Chi ha tradito Anna Frank', scritto da Rosemary Sullivan in collaborazione con un agente dell'Fbi, porta alla luce uno dei punti più oscuri dell'arresto della famiglia Frank

Camilla Prato
18 Gennaio 2022
Anna Frank / Foto d'archivio

Anna Frank / Foto d'archivio

Share on FacebookShare on Twitter

È il 4 agosto 1944. Una macchina della Gestapo, la polizia tedesca, si ferma davanti all’edificio della Prinsengracht 263, Amsterdam. Lì una ragazzina ebrea di 15 anni, Anna Frank, si sta nascondendo dai nazisti in un rifugio segreto insieme ai genitori, la sorella, la famiglia. Tutti vengono arrestati e spediti, tranne il padre Otto, nei campi di sterminio. Anna, il cui diario resterà per sempre un simbolo della Memoria, muore a Bergen-Belsen agli inizi del ‘45.

La giovane Anna Frank / Foto d’archivio

Da decenni gli investigatori hanno provato a rispondere a una domanda: come sapeva la Gestapo che la famiglia Frank si trovava in quell’edificio? Chi aveva dato, se c’era stata, la soffiata? Oggi, a raccontarci ‘Chi ha tradito Anna Frank’ (The Betrayal of Anne Frank) – libro pubblicato in Italia da Harper & Collins e che sarà in libreria dal prossimo 20 gennaio – è la scrittrice canadese Rosemary Sullivan, che insieme a un ex agente dell’Fbi, Vince Pankoke, e un gruppo di investigatori, ha portato alla luce uno dei punti più oscuri dell’arresto della famiglia Frank. Secondo gli investigatori, la persona che tradì Anna Frank fu Arnold van den Bergh, un notaio ebreo olandese che lavorava nel mondo dell’arte.

Per gli investigatori è abbastanza chiaro il motivo per cui un ebreo tradì un’altra famiglia di ebrei: le persone denunciavano ai nazisti le persone nascoste in cambio di denaro o altri favori. Per questo motivo Arnold van den Bergh avrebbe rivelato il nascondiglio segreto della famiglia Frank.

La casa di Anna Frank, Prinsengracht 263, Amsterdam

Le indagini dell’ex agente dell’Fbi, del suo gruppo e della scrittrice sono cominciate nel 2016. Ci sono voluti sei anni tra testimonianze e altri documenti per trovare il nome del traditore. Per dirla tutta, anche in passato furono aperte delle indagini per cercare il responsabile dell’arresto della famiglia Frank, ma tutte caddero in un nulla di fatto.

Per risalire al nome di Arnold van den Bergh un indizio è stato fondamentale per il gruppo di investigatori: durante una conferenza stampa negli anni Novanta una persona che aveva aiutato i Frank a nascondersi aveva dichiarato che il “traditore” era morto prima del 1960. E van den Bergh morì nel 1950. Secondo gli investigatori, l’uomo lavorava nel mondo dell’arte e avrebbe addirittura gestito la vendita di alcune opere rubate da gerarchi nazisti, tra cui il generale Hermann Göring, il presidente del Reichstag e fondatore della Luftwaffe, l’aviazione nazista. Di fatto dunque il notaio ebreo era diventato un collaboratore dei nazisti. Ecco perché risulta dalle carte degli investigatori come mai né lui, né la sua famiglia furono mai mandati nei campi di sterminio.

Comunque, nonostante gli investigatori dell’Fbi e la scrittrice Rosemary Sullivan siano riusciti a trovare un nome, nessuno al momento è riuscito a confermare le responsabilità di van den Bergh. Per il direttore della Casa di Anna Frank ad Amsterdam, Ronald Leopold, la ricerca “ha generato nuove importanti informazioni e ad affascinanti ipotesi che meritano ulteriori ricerche”.

‘Chi ha tradito Anne Frank’, in libreria dal 20 gennaio per HarperCollins

Potrebbe interessarti anche

Andrea Cappello, Ceo di Wmr Group
Economia

Imprese, il luogo di lavoro esemplare parla veneziano

27 Marzo 2023
Anziana con morbo di Alzheimer: i ricercatori americani studiano le correlazioni tra mutamenti nel tessuto della retina e quelle nel cervello
Scienze e culture

Negli occhi i primi segni dell’Alzheimer: “Finestra sul cervello”

26 Marzo 2023
Paola & Chiara madrine del Roma Pride 2023
Attualità

Paola & Chiara madrine del Roma Pride 2023: “Mondo con più diritti è più giusto”

27 Marzo 2023

Instagram

  • In Cina è nata un’app per mandare baci a distanza.

MUA è il dispositivo creato dalla startup cinese di proprietà di Zhao Jianbo che simula i baci. La macchina - il cui nome si ispira al tipico suono che si fa quando si manda un bacio - si compone di labbra finte in silicone che si collegano al cellulare e, attraverso uno scambio di dati, simulano il gesto d’amore. 

💖E tu? saresti disposto a usare Mua per dare un bacio?

#lucenews #lucelanazione #mua #cina #bacistellari ellari
  • Partigiana, romanziera e confidente di Sartre: vi dice qualcosa il nome Alba de Céspedes? Forse no, ed è del tutto normale. Perché la scrittrice e poetessa italo cubana è rimasta sconosciuta al grande pubblico per troppo tempo. Ma per fortuna di recente si stanno sempre più riscoprendo le esponenti femminili di uno dei movimenti letterari più entusiasmanti del XX secolo, il neorealismo italiano del dopoguerra. E se nel 2018 l’editore Daunt ha iniziato la sua vitale opera di promozione di Natalia Ginzburg, ora grazie a Pushkin ‘rinasce’ de Céspedes. Donne famose in vita e poi dimenticate, che tornano a far sentire la loro voce anche attraverso moderne colleghe di penna come Elena Ferrante, l
  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
È il 4 agosto 1944. Una macchina della Gestapo, la polizia tedesca, si ferma davanti all’edificio della Prinsengracht 263, Amsterdam. Lì una ragazzina ebrea di 15 anni, Anna Frank, si sta nascondendo dai nazisti in un rifugio segreto insieme ai genitori, la sorella, la famiglia. Tutti vengono arrestati e spediti, tranne il padre Otto, nei campi di sterminio. Anna, il cui diario resterà per sempre un simbolo della Memoria, muore a Bergen-Belsen agli inizi del ‘45.
La giovane Anna Frank / Foto d'archivio
Da decenni gli investigatori hanno provato a rispondere a una domanda: come sapeva la Gestapo che la famiglia Frank si trovava in quell’edificio? Chi aveva dato, se c’era stata, la soffiata? Oggi, a raccontarci ‘Chi ha tradito Anna Frank’ (The Betrayal of Anne Frank) – libro pubblicato in Italia da Harper & Collins e che sarà in libreria dal prossimo 20 gennaio – è la scrittrice canadese Rosemary Sullivan, che insieme a un ex agente dell’Fbi, Vince Pankoke, e un gruppo di investigatori, ha portato alla luce uno dei punti più oscuri dell’arresto della famiglia Frank. Secondo gli investigatori, la persona che tradì Anna Frank fu Arnold van den Bergh, un notaio ebreo olandese che lavorava nel mondo dell’arte. Per gli investigatori è abbastanza chiaro il motivo per cui un ebreo tradì un’altra famiglia di ebrei: le persone denunciavano ai nazisti le persone nascoste in cambio di denaro o altri favori. Per questo motivo Arnold van den Bergh avrebbe rivelato il nascondiglio segreto della famiglia Frank.
La casa di Anna Frank, Prinsengracht 263, Amsterdam
Le indagini dell’ex agente dell’Fbi, del suo gruppo e della scrittrice sono cominciate nel 2016. Ci sono voluti sei anni tra testimonianze e altri documenti per trovare il nome del traditore. Per dirla tutta, anche in passato furono aperte delle indagini per cercare il responsabile dell’arresto della famiglia Frank, ma tutte caddero in un nulla di fatto. Per risalire al nome di Arnold van den Bergh un indizio è stato fondamentale per il gruppo di investigatori: durante una conferenza stampa negli anni Novanta una persona che aveva aiutato i Frank a nascondersi aveva dichiarato che il “traditore” era morto prima del 1960. E van den Bergh morì nel 1950. Secondo gli investigatori, l'uomo lavorava nel mondo dell’arte e avrebbe addirittura gestito la vendita di alcune opere rubate da gerarchi nazisti, tra cui il generale Hermann Göring, il presidente del Reichstag e fondatore della Luftwaffe, l’aviazione nazista. Di fatto dunque il notaio ebreo era diventato un collaboratore dei nazisti. Ecco perché risulta dalle carte degli investigatori come mai né lui, né la sua famiglia furono mai mandati nei campi di sterminio. Comunque, nonostante gli investigatori dell’Fbi e la scrittrice Rosemary Sullivan siano riusciti a trovare un nome, nessuno al momento è riuscito a confermare le responsabilità di van den Bergh. Per il direttore della Casa di Anna Frank ad Amsterdam, Ronald Leopold, la ricerca “ha generato nuove importanti informazioni e ad affascinanti ipotesi che meritano ulteriori ricerche”.
'Chi ha tradito Anne Frank', in libreria dal 20 gennaio per HarperCollins
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto