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"La signora va abbattuta?", Bandecchi e il vizio della violenza verbale

Ad Agorà il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, prova a zittire la parlamentare Anna Laura Orrico: "Anche la politica è diventata spettacolo. E' un troglodita"

di CHIARA CARAVELLI -
13 gennaio 2024
"La signora va abbattuta". Sessismo, prepotenza e maleducazione hanno trovato la loro massima espressione nella frase pronunciata dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, nei confronti della parlamentare pentastellata, Anna Laura Orrico. Nel corso della trasmissione Agorà in onda su Rai 3, durante un dibattito sulla guerra in Ucraina, il sindaco della cittadina umbra si è rivolto in questi termini a Orrico, la quale ha replicato: "Si rivolga con rispetto, ‘abbattuta' forse lo va a dire a qualche animale di cui va a caccia nel suo tempo libero". Ma Bandecchi, anziché scusarsi per le parole usate, ha rincarato la dose: "Il fatto che lei è una donna non me ne può fregar de meno", chiedendo poi ripetutamente alla deputata del Movimento 5 Stelle di "stare zitta". Orrico, risentita, ha risposto: "Io non sto in silenzio soprattutto quando vengono utilizzati degli epiteti che non sono dignitosi né di un uomo, né di un sindaco".

I precedenti "teatrini" di Bandecchi

Come darle torto, anche se non è la prima volta che il primo cittadino di Terni dimostra di avere atteggiamenti aggressivi, non solo verbalmente, e violenti. A luglio scorso, infatti, Bandecchi è stato protagonista di un episodio a dir poco spiacevole avvenuto durante una seduta del consiglio comunale. Dopo un acceso diverbio, il primo cittadino aveva lasciato la sua postazione per scagliarsi contro il consigliere Marco Celestino Cecconi. Fortunatamente la rissa è stata solo sfiorata grazie al tempestivo intervento degli agenti di polizia presenti, che hanno accompagnato il sindaco fuori dall’aula consiliare. Per quei fatti, la Procura di Terni ha avviato un’indagine contro Bandecchi accusato di minaccia, oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio. Lo scorso novembre, sempre in consiglio comunale, il sindaco non ha risparmiato, parlando degli avversari politici di destra, di sinistra e dell’esecutivo, parolacce e insulti. "La riforma costituzionale del premierato? Una grande caz***a". Parole che non sono andate giù alla consigliera d’opposizione, Cinzia Fabrizi, che ha parlato di "linguaggio oltraggioso e irrispettoso", invitando il primo cittadino a rivolgersi in maniera diversa. Ma anche in questo caso, Bandecchi non si è scomposto e anzi ha rimarcato: "Io so parlare un italiano estremamente corretto, ma uso questi termini perché voi solo questi potete capire". Tornando al caso Orrico, l’atteggiamento aggressivo e violento è stato usato nei confronti di una donna, invitata più volte a fare silenzio in una trasmissione televisiva. Quando il conduttore ha invitato il sindaco di Terni a chiedere scusa alla parlamentare, Bandecchi non solo non lo ha fatto, ma ha rincarato la dose dicendo alla deputata pentastellata che "lei è la dimostrazione palese che la pace si fa solo con le armi".

Orrico: "Si fa spettacolo anche sulla politica"

In un’intervista rilasciata a Fanpage, Orrico ha parlato di come sono andate le cose una volta finita la trasmissione. Sembra infatti che Bandecchi, a telecamere spente, si sia avvicinato alla parlamentare "con un sorrisetto sul viso" porgendole la mano, senza però trovare il consenso della deputata: "Gli ho risposto che per me non era degno di ricevere la mia stretta di mano. E sono andata via". Orrico ha poi raccontato di come, pur non stupendosi dell’atteggiamento del primo cittadino di Terni, si sarebbe aspettata una diversa reazione da parte del conduttore e degli altri ospiti: "Mi lascia perplessa – le sue parole – il fatto che pur di far spettacolo, anche sulla politica, si lasci che episodi simili accadano. Io so che il video di quello scambio diventa virale, e porterà visibilità a Bandecchi. Il giornalista Inciocchi avrebbe dovuto cacciarlo dalla trasmissione, ricordandogli che non è ammissibile utilizzare un linguaggio così aggressivo e intimidatorio, nei confronti di una persona, in questo caso una donna, tantomeno nel Servizio Pubblico". Poi l’affondo su Bandecchi: "Sono gravi e indiscutibili le responsabilità di Bandecchi, che per me resta un troglodita, un uomo delle caverne, misogino e maschilista, simbolo di una società patriarcale contro cui pare non abbiamo ancora sviluppato anticorpi a sufficienza. Credo siamo arrivati a un punto in cui una parte della politica italiana punti su questi personaggi, perché fanno comodo per dare dimostrazione di una politica forte e autoritaria".

La decadenza morale dei nostri tempi

E pensare che un tempo la politica forte (nel senso di valida, non prevaricante) era tutt'altro: era una politica composta, non scurrile, di elegante non aveva solo la cravatta, era attenta ai ruoli ricoperti, rispettosa delle istituzioni, era di cultura e spessore, sapeva parlare senza urlare, sapeva stimolare dibattiti e riflessioni, non beceri litigi. Ma erano altri tempi. Oggi, invece, si urla, ci si prende gioco dell'interlocutore, si fanno battute imbarazzanti, si usa un vocabolario povero, vuoto, volgare. Si fa a cazzotti in Parlamento come il sabato sera nelle piazze, tra ubriachi. Ci si riempie la bocca con i titoli e impettiti si fa a gara a chi ha l'ego più grosso (o la pistola più piccola). Ma se è vero che la politica è lo specchio della società, allora vuol dire che l'esame di coscienza deve essere collettivo.