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Ddl Zan, il testo contro l'omotransfobia torna in Senato. E adesso che cosa succede?

di REMY MORANDI -
5 maggio 2022
ddl zan

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Il ddl Zan torna in Senato. Nel tardo pomeriggio di mercoledì 4 maggio 2022, il Partito democratico ha ripresentato a Palazzo Madama il testo contro l'omotransfobia e i crimini d'odio, lo stesso che era stato approvato alla Camera il 4 novembre 2020 ma che era stato bocciato al Senato il 27 ottobre 2021. Nonostante l'Aula di Palazzo Madama avesse sei mesi fa dato via libera alla 'tagliola' di Lega e Fratelli d'Italia, ossia quel meccanismo parlamentare che consente di non passare all'esame degli articoli dopo la discussione generale facendo così cadere l'iter del provvedimento, il Pd ha deciso di riprovarci, ripresentando nuovamente quello stesso testo. Presenti alla conferenza stampa di presentazione il segretario del Pd Enrico Letta, il deputato Alessandro Zan (qui l'intervista di Luigi Caroppo per Luce!), la capogruppo del Pd al Senato Simona Malpezzi e la senatrice dem Monica Cirinnà. Se, come afferma anche il segretario di Gaynet Rosario Coco, "la ripresentazione del Ddl Zan è un fatto positivo", è anche vero che bisognerebbe stare molto cauti nell'esultare. Questo perché difficilmente il ddl Zan riuscirà a diventare legge (ne abbiamo parlato qui), anche se i parlamentari dem ci sperano.

Il ddl Zan torna in Senato. I parlamentari del Pd sperano che possa essere approvato entro la fine della legislatura, ma i dubbi sono molti (Foto Ansa)

Ddl Zan in Senato, e adesso che cosa succede?

"Ripresentiamo il ddl Zan nella sua versione originale, come è uscita dalla Camera, perché per noi è fondamentale una legge contro i crimini di odio", ha dichiarato nel corso della conferenza stampa la senatrice del Pd Monica Cirinnà. "Una battaglia - ha aggiunto il segretario dem Letta - che per noi non è mai stata abbandonata", nonostante il ricordo vada "a quanto accadde sei mesi fa, una pagina brutta della storia del Parlamento. Quell'applauso di scherno, liberatorio che si è ritorto contro quelli che hanno voluto con quell'atteggiamento umiliante esprimere atteggiamenti opposti a quello di cui c'è bisogno", ha aggiunto Letta. Ecco il momento di cui parlava il segretario del Pd: Il ddl Zan adesso sarà depositato al Senato, a prima firma della capogruppo dem Simona Malpezzi. "Nessun ultimatum, nessuna sfida, nessuna bandiera", ha scandito ancora Letta nel corso della conferenza stampa. L'intenzione, precisa, è quella di "riannodare quel filo spezzato". Il testo contro l'omotransfobia e i crimini d'odio torna in Parlamento e adesso i dem valuteranno anche eventuali modifiche - ha assicurato Letta - purché non stravolgano l'obiettivo: portare a casa la legge.

La conferenza stampa di presentazione del ddl Zan. Da sinistra Simona Malpezzi, Enrico Letta, Alessandro Zan, Monica Cirinnà (Foto Ansa)

Il ddl Zan diventerà legge?

Tuttavia, è molto difficile che il ddl Zan diventi legge, e i parlamentari del Pd lo sanno. "Speriamo in un miracolo", ha detto la senatrice dem Monica Cirinnà in conferenza stampa. I problemi, infatti, sono molti. Primo tra i quali i tempi della legislatura. La fine di questa legislatura è infatti prevista fra meno di un anno, nel marzo del 2023. Ed è quasi impossibile, sicuramente improbabile, che il disegno di legge possa vedere la luce. "Sappiamo - spiega Letta - che questo testo è stato bocciato, ma il nostro obiettivo non è una bandiera. Essere di nuovo in Parlamento vuol dire essere aperti anche alle altre parti politiche. Riteniamo che sia possibile e doveroso approvarlo entro la fine di questa legislatura, anche con alcune modifiche". Il percorso del ddl Zan infatti dovrà iniziare da capo e passare per l'approvazione, prima in Commissione e poi in Aula, di entrambi i rami del Parlamento. La senatrice Cirinnà spera "che chi l'ha votata alla Camera la rivoti in Senato, in modo che possa essere approvata de plano in terza lettura alla Camera prima della fine della legislatura", ha spiegato. "Non ci muoviamo in una logica di ultimatum e di sfida, ma di offerta a questo Senato di recuperare un rapporto con una parte importante del Paese", ha aggiunto Letta. "Il tema dei diritti - ha proseguito il segretario - rimane fondante del dna del Pd. Questo consideriamo sia davvero il nostro compito fondamentale". Ed è per questo che "riteniamo che il via libera sia possibile e doveroso entro la fine di quesa legislatura, sarebbe una sconfitta se chiudessimo senza aver portato a termine l'approvazione di questo provvedimento", ha sottolineato Letta. Rispetto alla bocciatura in Senato di sei mesi fa poco è cambiato e sembra molto difficile che il centrodestra possa ora dare il suo via libera. Ne è una dimostrazione la dichiarazione fatta ieri, mentre i parlamentari dem presentavano il testo in conferenza stampa, dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: "Ripresentano lo stesso testo della legge Zan? Queste sono le priorità del Pd. Ma se errare è umano, perserverare, come si sa, è diabolico. Punire più severamente le discriminazioni è doveroso. Introdurre nuove discriminazioni e reati di opinione è una scelta sbagliata, che si confermerà perdente".

Il deputato del Pd Alessandro Zan, 48 anni, e il segretario dem Enrico Letta, 55 anni (Foto Ansa)

Le tre agorà sul ddl Zan, quando e dove saranno

Il segretario Letta ha anche annunciato nel corso della conferenza stampa che il Pd ha organizzato tre agorà sul ddl Zan. "Per riaprire la discussione sui temi e sulla praticabilità in Parlamento del percorso del disegno di legge abbiamo voluto organizzare tre agorà specifiche. Saranno il 14 maggio a Milano, il 21 maggio a Palermo e il 28 maggio a Padova. Parteciperò anche io - ha detto Letta -. Discuteremo, faremo partecipare e renderemo di nuovo protagonisti tutti coloro che credono in questo percorso e nello Zan e che pensano sia importante in questo momento uno sforzo collettivo per riuscire ad arrivare all'approvazione del Ddl". Quindi ha ricordato: "Applicheremo il metodo delle agorà che consente a chi si iscrive alla piattaforma di partecipare, a prescindere dall'appartenenza al Pd o ad altri partiti e che possa sostenere e votare le proposte attraverso un meccanismo di democrazia partecipativa a cui noi teniamo molto. Quasi 100.000 italiani, che hanno partecipato a 800 incontri e postato proposte sulla piattaforma digitale, hanno consentito alla piattaforma di divenire il luogo dell'elaborazione del progetto del centrosinistra per le prossime elezioni politiche", ha concluso il segretario del Pd Enrico Letta.