Divorzio all’italiana, 50 anni dal referendum che cambiò il Paese. “Fu solo l’inizio”

Erano il 12 e il 13 maggio del 1974 quando 33 milioni di italiani andarono a votare il primo referendum abrogativo in Italia lasciando che la legge sul divorzio restasse in vigore. Un risultato storico, il 'no' vinse infatti con il 59,3%, che aprì definitivamente la strada a nuovi diritti civili

di CHIARA CARAVELLI
13 maggio 2024

Cinquant’anni. Mezzo secolo da quando 33 milioni di italiani, erano il 12 e 13 maggio del 1974, andarono a votare il primo referendum abrogativo in Italia, quello sulla legge sul divorzio. In quell’occasione, il 59,3% votò ‘no’ lasciando quindi che la legge restasse in vigore. Vinse dunque l'Italia emancipata, quella che reputava necessaria e non in discussione la legge sul divorzio nota come Fortuna-Baslini, dal nome dei due deputati Loris Fortuna (socialista) e Antonio Baslini (liberale) primi firmatari, entrata in vigore dopo un lungo travaglio il primo dicembre 1970, quasi quattro anni prima del referendum.

Una misura di quanto profondamente i costumi e i valori della società civile fossero ormai cambiati. Gli italiani con quel risultato, come scrisse anche Pier Paolo Pasolini sul Corriere della Sera, comunicarono alle istituzioni e ai partiti di non essere più quelli di una volta, perfino all'interno del mondo cattolico. Prima della legge sul divorzio, che riconosceva il potere allo Stato di sciogliere le unioni coniugali, questo diritto era riservato esclusivamente ai tribunali ecclesiastici della Sacra Rota.

Il voto di cinquant’anni fa. Quando la città di Macerata era contraria al divorzio. Al referendum vittoria dei "sì"
Il voto di cinquant’anni fa. Quando la città di Macerata era contraria al divorzio. Al referendum vittoria dei "sì"

Come votarono gli italiani

Il Centro-Nord e le Isole si espressero in senso contrario all'abrogazione, mentre il Sud si espresse in senso anti-divorzista. Il no prevalse in Abruzzo e il sì in Veneto e Trentino-Alto Adige. La regione che più si espresse contro l'abrogazione della legge sul divorzio fu la Valle d'Aosta, con il 75,06% di voti contrari. Seguirono Liguria (72,57%) e Emilia Romagna (70,97%). La regione che più si espresse favorevolmente fu invece il Molise (60,04% di voti favorevoli), seguita da Basilicata (53,58%) e Puglia (52,60%).

Allora servivano sette anni di separazione perché un giudice disse ‘sì il vostro matrimonio è sciolto’, oggi bastano sei mesi. Quello del 12 e 13 maggio di cinquant’anni fa fu senza dubbio un voto storico, una giornata memorabile che cambiò per sempre il destino del nostro Paese aprendo definitivamente la strada a nuovi diritti civili.

Bonino: “Si aprì un periodo di grandi riforme”

Presentazione del simbolo della lista Stati Uniti d Europa
Presentazione del simbolo della lista Stati Uniti d Europa

"È indubbio che da quella vittoria inaspettata per molti e realizzata da pochi si è aperto tutto un periodo di grande riforme sui diritti sociali e civili, cioè sull'attenzione alle persone non solo in quanto lavoratori, ma in quanto persone”. Lo afferma sui social Emma Bonino, di + Europa, in occasione dei cinquant'anni dal referendum sul divorzio. “Come ho già detto – continua – io non c'ero durante la campagna per il divorzio perché ho incontrato la politica radicale qualche anno dopo, su un altro tema, l'aborto. Ma del referendum sul divorzio ne ho sentito talmente parlare in casa radicale che mi è parso a volte di essere stata tra loro come protagonista. Se preferiamo, come io spero, guardare avanti, allora è arrivato il momento di riprendere in mano le conquiste sociali e civili anche per le Europee votando per gli Stati Uniti d'Europa”.

Sul tema è intervenuto anche Marcello Baraghini, storico attivista radicale molto vicino a Marco Pannella, con il quale fondò nel 1966 la Lega Italiana per il Divorzio, associazione i cui membri erano in gran parte radicali e socialisti, ma non mancavano anche esponenti del Partito Comunista Italiano, come Luciana Castellina. “Negli anni Sessanta – le sue parole – un separato era un ‘fuorilegge’ e la Lega Italiana per il Divorzio fu il ‘partito’ che riscattò quel popolo di fuorilegge, quasi messo al bando”. E ancora: “In quell'Italia – continua – Pannella accese i riflettori sui diritti civili. Fu una rivoluzione teorica, politica, culturale, e subito fu accolta favorevolmente dal popolo”.