L’Iran ha predisposto l'arresto di una nipote del leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, nota attivista contro la pena di morte. Lo hanno riferito il fratello e alcuni attivisti, mesi dopo avere preso parte a una celebrazione in cui si omaggiava la vedova dello scià.
Farideh Moradkhani è la figlia della sorella di Ali Khamenei.(Twitter)
Farideh Moradkhani, nota attivista
contro la pena di morte e per le libertà civili nel Paese dove suo zio è il leader supremo Ali Khamenei, il sovrano de facto del Paese ultraconservatore, è stata arrestata dalle forze di sicurezza giovedì scorso, ha reso noto suo fratello
Mahmoud Moradkhani a Iran International TV, con sede a Londra. “Siamo molto preoccupati, non avevamo notizie... ora sappiamo che si trova nella prigione di Evin" a Teheran e sotto il controllo del ministero dell’intelligence, ha detto. L’
agenzia di stampa degli attivisti per i diritti umani (Hrana) ha affermato che la donna è stata arrestata mentre tornava nella sua abitazione.
L'arresto
Le forze di sicurezza hanno quindi proceduto a perquisire la sua casa e
confiscato i suoi effetti personali. Non è stato reso noto il capo di accusa ma secondo alcuni commenti sui social media le manette nei suoi confronti sarebbero scattate dopo che la donna aveva elogiato
nell’ottobre 2021 nel corso di una videoconferenza Farah Diba, la vedova dello scià Mohammad Reza Pahlavi. In questo video, la nipote della Guida Suprema si rivolgeva alla vedova dello scià definendola
“cara Regina” ed esortandola a tornare in Iran per lavorare per la rinascita della cultura nel Paese.
Farideh Moradkhani
Farah Diba, esiliata dall’ Iran dopo la rivoluzione, vive in Francia. Farideh Moradkhani è la figlia della sorella di Ali Khamenei, Badri, fuggita con la sua famiglia negli anni ‘80 in Iraq. La Guida Suprema ha anche tre fratelli. Secondo i media locali Moradkhani è stata trasferita nella sezione 209 del carcere di Evin. Non sono state per ora rese note le accuse per cui la donna è stata imprigionata.
La poesia
Farah Diba (83 anni) è l’ultima imperatrice del moderno Iran in quanto vedova di Mohammad Reza Pahlavi, deposto scià di Persia
In occasione dell’83esimo compleanno
dell’ex regina di Persia Farah Diba, il 14 ottobre scorso, Moradkhani aveva recitato una poesia a lei dedicata. “Cara regina e madre della mia patria! So che tornerai e porterai la luce (qui nel nostro Paese) per spezzare l’oscurità della notte", aveva affermato la nipote di Khamenei rivolgendosi direttamente a Farah Diba che fu la terza moglie di Mohammad Reza Pahlavi, ultimo scià di Persia deposto durante la rivoluzione islamica del 1979 guidata dall’Ayatollah Khomeini. Da allora,
Farah Diba vive in esilio tra gli Usa, la Francia e l’Egitto.
Moradkhani fu già arrestata una volta nel 2018 e recentemente aveva iniziato una campagna contro la pena di morte.
È la figlia della sorella di Khamenei, Badri, e dello sceicco Ali Moradkhani (Teherani) che dopo la rivoluzione guidata da Khomeini nel ‘79 diventò un dissidente e trovò rifugio in Iraq. Al suo ritorno in Iran venne condannato a 20 anni di prigione, ma fu scarcerato dopo 10 anni. Anche suo figlio Mahmoud è un’
oppositore della repubblica islamica e vive attualmente in Francia.
Farideh Moradkhani si presenta come Ingegnere elettrico - Attivista per i diritti umani su
Instagram , che si dedica principalmente alla pubblicazione di post sui detenuti politici nel paese. Fonti dell’opposizione iraniana in esilio hanno riferito al Telegraph che l’arresto di Farideh Moradkhani potrebbe essere basato su una dichiarazione rilasciata lo scorso ottobre durante un evento online, in cui ha elogiato l’ex sovranità iraniana, quella estromessa dallo stesso regime guidato dallo zio Ali Khamenei, chiamando la regina Farah Diba, la vedova dell’ultimo Shah che festeggiava il suo compleanno allora come “madre della nazione”. Farideh Moradkhani è la figlia del religioso sciita Ali Tehrani, che aveva portato la sua famiglia in esilio in Iraq nel 1985 , per protestare contro le esecuzioni di massa in Iran sulla scia della guerra Iran-Iraq degli anni ‘80. È tornato in Iran nel 1995 dove ha scontato una pena detentiva di 20 anni per “aver collaborato con Baghdad durante la guerra del 1980-88”.