Voto fuorisede, primo via libera: "Troppe difficoltà, così i giovani esclusi dal diritto"

Con la legge delega il governo dovrà stabilire le modalità di voto per 5 milioni di elettori che vivono lontani dal comune di residenza

di MARIANNA GRAZI -
6 luglio 2023
voto fuorisede

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Voto ai fuorisede: primo via libera della Camera. Con 159 sì, nessun contrario e 84 astenuti la proposta di legge che 'delega al governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura', compie il primo passo in avanti. La finalità è quella di consentire, nel rispetto dell'articolo 48 della Costituzione, l'esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini, in modo tale da garantire la piena partecipazione degli elettori al processo democratico.
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L'appello di 5 milioni di elettori italiani per poter votare fuori dal comune di residenza (Facebook)

Anche perché si parla di circa 5 milioni di elettori che, ad oggi, per votare devono fare i salti mortali e spesso scelgono quindi di rinunciare, contribuendo così all'allargarsi - inarrestabile negli ultimi anni - del bacino dell'astensionismo (solo un elettore su quattro va alle urne).

Cosa prevede il testo

Il testo, composto da un unico articolo, prevede che l'esecutivo intervenga entro 18 mesi dall'entrata in vigore del provvedimento con i decreti legislativi. Due gli oggetti: la disciplina del diritto di voto di milioni di italiani che vivono in un comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, lavoro, cura o assistenza in qualità di caregiver familiari. E poi la rimodulazione delle tariffe agevolate per gli enti e le società che gestiscono i servizi di trasporto per quegli elettori, residenti in Italia e all'estero, che si recano a votare nei comuni di iscrizione.

La delega riguarda gli diritto di voto per gli elettori che vivono in un comune diverso da quello di residenza per motivi di studio, lavoro, cura o assistenza in qualità di caregiver familiari

La delega dell'esecutivo si dovrà concretizzare nei decreti legislativi che riguardano innanzitutto la possibilità di questi elettori di recarsi alle urne per esprimere la preferenza in occasione di referendum ed europee, l'esito delle quali sarà valutato per l'eventuale estensione anche in occasione delle elezioni politiche. Difficilmente la legge sarà operativa in occasione dell'appuntamento nel 2024. Con un emendamento approvato in Aula è stata aggiunta al testo una maggiore specificazione, che riguarda principi e criteri direttivi da osservare:
  • Con riferimento alle consultazioni referendarie, previste dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, prevedere per gli elettori che per motivi di studio, lavoro o cura, assistenza prestata in qualità di caregiver familiari, si trovano, per un periodo di almeno tre mesi, in un comune situato in una regione diversa da quella del comune di residenza, la possibilità di votare nel comune di temporaneo domicilio;
  • Con riferimento alle elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, prevedere per gli elettori che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano, per un periodo di almeno tre mesi, nell'ambito del territorio nazionale, in una regione diversa da quella del comune di residenza, la possibilità di votare su liste e candidati della circoscrizione elettorale di residenza presso sezioni speciali, a tal fine istituite in ogni capoluogo di regione;
  • Individuare i termini e le modalità per la presentazione, anche in via telematica, della richiesta per accedere al voto in un comune diverso da quello di residenza da parte degli elettori interessati, in occasione delle consultazioni referendarie ed europee.
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    Una studentessa fuorisede. Sul tema della legge delega interviene anche la presidente del Centro Nazionale Giovani (Facebook)

Il diritto di voto per 5 milioni di italiani

"Circa cinque milioni di fuorisede non riescono ad esercitare il proprio diritto di voto. L'Italia è il Paese con il minor numero di modalità alternative per votare, a svantaggio soprattutto di studenti e lavoratori fuorisede. Una difficoltà, questa, tra le principali cause dell'astensionismo involontario che porta troppi ragazzi e ragazze a non partecipare al voto per motivi indipendenti dalle proprie scelte". Sono i dati a confermare le parole della presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, che è intervenuta sul tema attualmente all'esame del Parlamento. Si tratta, secondo lei, di "Una situazione paradossale se consideriamo che è, invece, garantito da tempo il voto degli italiani all'estero per corrispondenza.
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Da anni l'Unione degli studenti universitari si batte anche per permettere a migliaia di giovani di esprimere il loro diritto nelle città dove studiano, senza essere costretti a costosi viaggi per tornare a casa

Rimuovere gli ostacoli che impediscono a chi vive lontano dal proprio comune di residenza di esercitare questo diritto è, per questo, fondamentale. Soprattutto alla luce dell'alto tasso di astensionismo giovanile - aggiunge - che ha raggiunto il 37% alle scorse elezioni politiche, toccando il 50,5% alle precedenti elezioni europee con un aumento considerevole nelle regioni del Sud". "Il diritto di voto è uno strumento di esercizio di libertà individuale e una delle massime forme d'espressione democratica. Per questo rivolgiamo un appello al Governo e a tutte le forze politiche affinché si trovino, in tempi molto brevi, soluzioni efficaci e concrete che garantiscano il diritto di voto a tutti i fuorisede. Non possiamo permetterci di escludere milioni di giovani cittadini dalle elezioni europee del prossimo anno. Solo attraverso una partecipazione attiva e consapevole che coinvolga le giovani generazioni - conclude la presidente Pisani - nei processi decisionali possiamo costruire Istituzioni più solide e rappresentative".