Allarme clima: "Senz'acqua il destino è segnato. Dall'oro bianco dipendono gli equilibri geopolitici del mondo intero"

di DOMENICO GUARINO -
29 luglio 2021
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"In Italia non solo aree più o meno estese del Mezzogiorno, ma anche, tra le altre, il delta del Po, in assenza di adeguati apporti idrici estesi a tutto l’anno, potrebbero desertificarsi entro il 2060". Massimiliano Fazzini, geologo e climatologo dell'Università di Chieti, coordinatore del team sul rischio climatico della Società italiana di geologia ambientale, ne è convinto: "Dove le precipitazioni scarseggiano, il destino ambientale è segnato; anche nel nostro territorio nazionale intere aree si stanno già inaridendo dal punto di vista vegetazionale e anche a causa di altri fattori geografici".

Gli incendi stanno devastando da giorni la parte centro occidentale della Sardegna

Parole che sembrano stonate dopo gli eventi alluvionali degli ultimi giorni che hanno messo in ginocchio intere provincie, con danni incalcolabili, anche perché , sottolinea il geologo, "l’uomo ha devastato l’ambiente fisico, costruendo ancora oggi laddove mai si sarebbe potuto costruire, con effetti che solamente per gran fortuna non sono sempre luttuosi". Il problema però, alla fine dei conti, è sempre lo stesso: la quantità d’acqua a disposizione in un determinato lasso di tempo. Troppa, quando le precipitazioni, come accade sempre più spesso, diventano delle vere e proprie bombe d’acqua; troppo poca quando la siccità si prolunga. "In questi giorni - dice Fazzini - assistiamo ad un’Italia drammaticamente spezzata in due: al nord domina incontrastata l’instabilità atmosferica ed il prezzo da pagare ai nubifragi accompagnati da intensi colpi di vento e grandinate", mentre "nelle regioni centrali sembra di vivere a Bangkok e il Sud assomiglia oramai meteorologicamente all'Africa, con temperature elevatissime e torride, violenti venti che concorrono in maniera determinante a provocare i più grandi e gravi incendi che il nostro territorio ricordi a memoria d’uomo. Come in Sardegna, dove ci vorranno due, forse tre decenni per recuperare il patrimonio forestale andato in fumo".

Nubifragi, accompagnati da violente grandinate e raffiche di vento colpiscono soprattutto le regioni del Centro e Nord Italia

Intorno al ciclo dell’acqua si giocheranno parte degli equilibri geopolitici del futuro, con desertificazioni, migrazioni di massa, carestie, forse guerre per il possesso dell’oro bianco o magari anche terribili inondazioni che, sottolinea il geologo "saranno il leit motiv delle politiche e delle economie globali". Anche perché "i nubifragi, pur apportando notevoli quantità di acqua, non determinano una ricarica efficace delle falde profonde o superficiali, con ovvie ripercussioni sulla disponibilità idrica, spesso di qualità sempre meno eccelsa". E, dulcis in fundo "il global warming, particolarmente attivo nei sistemi climatici di alta quota, sta sciogliendo gli apparati glaciali delle nostra splendide Alpi, depauperando, se possibile, anche il prezioso stoccaggio solido delle acque che ancora per poco avremo a disposizione". Quali soluzioni allora? L’ultima grande occasione sarà il Decimo Forum Mondiale sull’Acqua, che potrebbe essere ospitato proprio in Italia, e dove potrebbero essere prese decisioni che finalmente affrontino il problema in maniera seria. "Dobbiamo continuare a crederci e ringrazio i tanti che stanno aderendo al Comitato promotore. L’Italia con la sua mentalità, le capacità e la qualità nell’organizzare bene gli eventi, può essere sede del Decimo Forum Mondiale sull’Acqua. A Brasilia, il Forum ha registrato la partecipazione di 100 Nazioni, 56 Ministri dell’Ambiente, 12 Capi di Stato, più di 100mila visitatori - afferma Endro Martini, geologo e Presidente di Italy Water Forum 2024 - In Italia il Forum porterebbe una grande novità per tutta l’umanità: i rappresentanti di tutte le religioni del mondo che incontrerebbero quello di tutte le Nazioni per arrivare alla Carta del Rinascimento dell’Acqua, necessaria perché siamo dinanzi ad un cambiamento globale. Ora ci sono tutte le condizioni per avere finalmente il Forum in Italia. Abbiamo iniziato politiche attive sulla Transizione Ecologica, abbiamo il Recovery Plan ed abbiamo il Recovery Fund ma soprattutto c’è nuovamente l’attenzione del mondo sull’Italia. In Asia il Forum ci è già stato, come in America ed in Africa, ora potrebbe ritornare in Europa dove è stato in passato ospitato dalla Francia. C’è la volontà del Governo italiano ed abbiamo importanti città che stanno sostenendo la candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua". Intanto il Nono Forum sull’Acqua che, è stato rimandato di un anno a causa della pandemia, si svolgerà a Dakar nel marzo del 2022.