Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » All’asta un’opera di Banksy per aiutare un ospedale di Kiev. L’arte a sostegno dell’Ucraina

All’asta un’opera di Banksy per aiutare un ospedale di Kiev. L’arte a sostegno dell’Ucraina

Un donatore anonimo ha messo all'asta l'opera 2005 che rappresenta due soldati che disegnano su un muro il simbolo della Campagna per il disarmo nucleare. L'offerta vincente è stata di oltre 80mila sterline

Camilla Prato
30 Marzo 2022
Banksy-CND Soldiers-Ucraina

L'opera di Banksy CND Soldiers è stata venduta da un'anonimo per raccogliere fondi da destinare a un ospedale di Kiev (AP via BBC)

Share on FacebookShare on Twitter

Con la vendita di un’opera d’arte contro la guerra di Banksy sono state raccolte 81mila sterline (oltre 95mila euro) da destinare a un ospedale pediatrico ucraino. Un donatore anonimo ha infatti messo all’asta, tramite MyArtBroker.com (nella sezione dedicataA Banksy for Ukraine), l’opera realizzata nel 2005 dal famoso street artist di Bristol, intitolata “CND Soldiers”. Nell’immagine sono rappresentati due soldati che disegnano, con la vernice rossa, il simbolo della Campagna per il disarmo nucleare su un muro. Non è la prima opera di Banksy messa in vendita per beneficenza, basta ricordare l’asta per Game Changer del 2021, realizzata a sostegno del servizio sanitario inglese alle prese con la pandemia di Covid-19.

Banky-CND Soldiers
L’opera di Banky è stata battuta all’asta per oltre 95mila euro destinati ad un ospedale di Kiev

La base di partenza era di almeno 20mila sterline (24mila euro), che alla fine è stata quasi quadruplicata perché, come ha spiegato la casa d’aste, ha suscitato un “raffica di interesse”. L’intero ammontare della vendita sarà donato dal benefattore all’Okhmatdyt Children’s Hospital della capitale ucraina, il più grande ospedale pediatrico del Paese che, oltre a continuare a prendersi cura dei bambini gravemente malati, in questo periodo offre assistenza medica anche a chiunque rimanga ferito nella guerra scatenata dalla Russia il mese scorso. Charlotte Stewart, di MyArtBroker.com, ha detto che il denaro “farà un’enorme differenza per la vita del personale, dei bambini e delle loro famiglie nelle prossime settimane”. Il sito, inoltre, non sta facendo pagare la commissione sulla vendita, il che significa che più fondi potranno essere destinati alla causa.

L’arte per l’Ucraina

La generosa donazione da parte dell’anonimo benefattore che ha venduto l’opera di Banksy è solo l’ultima delle iniziative messe in campo fino ad ora da parte del mondo della cultura, e dell’arte in particolare, a sostegno del popolo alle prese con l’invasione russa. Tra le opere d’arte finite all’asta c’è anche una collezione di NFT (in inglese Non-Fungible Token, ovvero gettone non fungibile, quindi non replicabile, insostituibile) lanciata da Mykhailo Fedorov, ministro per la Trasformazione digitale dell’Ucraina: un’opera d’arte digitale per ogni istante che ha segnato l’inizio della guerra, dalle 5.45 del 24 febbraio fino alle 17.41 del 26. Sono 54 e sono tutte certificate in formato NFT: in vendita a partire dal 29 marzo, il pagamento verrà effettuato in criptovalute e  serviranno a finanziare il governo del Paese nella resistenza.

Saint Javelin
L’opera Saint Javelin dell’artista americano Chris Shaw

E poi c’è l’iconica Saint Javelin dell’americano Chris Shaw, realizzata nel 2012 come richiamo alla primavera araba di due anni prima. Una madonna ortodossa, con indosso un vestito verde, imbraccia un missile anticarro Javelin. Dal 2015 è il simbolo del sostegno all’esercito ucraino. Il produttore canadese Christian Borys, che ha lavorato in Ucraina fino al 2019, ha creato con l’immagine un semplice adesivo in vendita a 10 dollari SaintJavelin.com. È bastato un mese perché diventasse un successo da oltre un milione di dollari, tanto che l’artista stesso ha voluto specificare: “Nessuno mi ha chiesto se la mia arte potesse essere usata o venduta. Tuttavia, dopo aver visto l’immagine utilizzata con successo per raccogliere fondi per l’Ucraina, mi sono sentito meglio, perché almeno alcuni dei profitti realizzati sarebbero stati utilizzati per buoni scopi“.

Qualche giorno fa, invece, si è conclusa un’altra importantissima asta che aveva una finalità solidale: quella per far parte, il prossimo 16 aprile alla galleria Sean Kelly di New York, della performance della leggendaria Marina Abramović “The artist is present”, a cui per l’occasione è stato aggiunto il sottotitolo “A Benefit Auction for Ukraine“. L’obiettivo è quello di devolvere il ricavato dei biglietti all’associazione Direct Relief per l’Ucraina che sta collaborando con il Ministero della Salute per fornire l’assistenza medica necessaria.

Ukraine: Short Stories. Contemporary artists from Ukraine è invece la mostra al Museo Nazionale delle arti del XXI secolo (Maxxi) di Roma che fino a domenica 3 aprile propone una serie di opere realizzate da artiste e artisti ucraini, alcuni emergenti altri autori affermati, già presenti nei più importanti musei e gallerie internazionali. La collezione, curata da Solomia Savchuk, offre una panoramica sulla scena artistica contemporanea del Paese e uno spaccato sulla cultura ucraina in tutta la sua autenticità. Il ricavato dei biglietti (l’ingresso costa 5 euro) verrà devoluto al fondo per l’emergenza umanitaria in Ucraina costituito da UNHCR, UNICEF e Croce Rossa Italiana.

Potrebbe interessarti anche

Romina Francesca Power è nata a Los Angeles il 2 ottobre 1951
Attualità

Romina Power, appello social: “Salviamo il mare”

23 Marzo 2023
Classe 1969, Fiona May (una delle atlete più importanti nella storia dell’atletica italiana e non solo), è originaria di Slough, Inghilterra
Spettacolo

Fiona May salta in scena con ‘La prova contraria’: “Razzismo? Ni…”

25 Marzo 2023
Le donne continuano a sentirsi chiedere ai colloqui di lavoro: “Lei vuole avere figli?”
Economia

Giovani e occupazione: lavorare per vivere o vivere per lavorare?

20 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Con la vendita di un'opera d'arte contro la guerra di Banksy sono state raccolte 81mila sterline (oltre 95mila euro) da destinare a un ospedale pediatrico ucraino. Un donatore anonimo ha infatti messo all'asta, tramite MyArtBroker.com (nella sezione dedicataA Banksy for Ukraine), l'opera realizzata nel 2005 dal famoso street artist di Bristol, intitolata "CND Soldiers". Nell'immagine sono rappresentati due soldati che disegnano, con la vernice rossa, il simbolo della Campagna per il disarmo nucleare su un muro. Non è la prima opera di Banksy messa in vendita per beneficenza, basta ricordare l'asta per Game Changer del 2021, realizzata a sostegno del servizio sanitario inglese alle prese con la pandemia di Covid-19.
Banky-CND Soldiers
L'opera di Banky è stata battuta all'asta per oltre 95mila euro destinati ad un ospedale di Kiev

La base di partenza era di almeno 20mila sterline (24mila euro), che alla fine è stata quasi quadruplicata perché, come ha spiegato la casa d'aste, ha suscitato un "raffica di interesse". L'intero ammontare della vendita sarà donato dal benefattore all'Okhmatdyt Children's Hospital della capitale ucraina, il più grande ospedale pediatrico del Paese che, oltre a continuare a prendersi cura dei bambini gravemente malati, in questo periodo offre assistenza medica anche a chiunque rimanga ferito nella guerra scatenata dalla Russia il mese scorso. Charlotte Stewart, di MyArtBroker.com, ha detto che il denaro "farà un'enorme differenza per la vita del personale, dei bambini e delle loro famiglie nelle prossime settimane". Il sito, inoltre, non sta facendo pagare la commissione sulla vendita, il che significa che più fondi potranno essere destinati alla causa.

L'arte per l'Ucraina

La generosa donazione da parte dell'anonimo benefattore che ha venduto l'opera di Banksy è solo l'ultima delle iniziative messe in campo fino ad ora da parte del mondo della cultura, e dell'arte in particolare, a sostegno del popolo alle prese con l'invasione russa. Tra le opere d’arte finite all'asta c'è anche una collezione di NFT (in inglese Non-Fungible Token, ovvero gettone non fungibile, quindi non replicabile, insostituibile) lanciata da Mykhailo Fedorov, ministro per la Trasformazione digitale dell'Ucraina: un’opera d’arte digitale per ogni istante che ha segnato l’inizio della guerra, dalle 5.45 del 24 febbraio fino alle 17.41 del 26. Sono 54 e sono tutte certificate in formato NFT: in vendita a partire dal 29 marzo, il pagamento verrà effettuato in criptovalute e  serviranno a finanziare il governo del Paese nella resistenza.
Saint Javelin
L'opera Saint Javelin dell’artista americano Chris Shaw
E poi c'è l’iconica Saint Javelin dell'americano Chris Shaw, realizzata nel 2012 come richiamo alla primavera araba di due anni prima. Una madonna ortodossa, con indosso un vestito verde, imbraccia un missile anticarro Javelin. Dal 2015 è il simbolo del sostegno all’esercito ucraino. Il produttore canadese Christian Borys, che ha lavorato in Ucraina fino al 2019, ha creato con l'immagine un semplice adesivo in vendita a 10 dollari SaintJavelin.com. È bastato un mese perché diventasse un successo da oltre un milione di dollari, tanto che l'artista stesso ha voluto specificare: "Nessuno mi ha chiesto se la mia arte potesse essere usata o venduta. Tuttavia, dopo aver visto l’immagine utilizzata con successo per raccogliere fondi per l’Ucraina, mi sono sentito meglio, perché almeno alcuni dei profitti realizzati sarebbero stati utilizzati per buoni scopi". Qualche giorno fa, invece, si è conclusa un'altra importantissima asta che aveva una finalità solidale: quella per far parte, il prossimo 16 aprile alla galleria Sean Kelly di New York, della performance della leggendaria Marina Abramović "The artist is present", a cui per l'occasione è stato aggiunto il sottotitolo "A Benefit Auction for Ukraine". L'obiettivo è quello di devolvere il ricavato dei biglietti all'associazione Direct Relief per l’Ucraina che sta collaborando con il Ministero della Salute per fornire l’assistenza medica necessaria. Ukraine: Short Stories. Contemporary artists from Ukraine è invece la mostra al Museo Nazionale delle arti del XXI secolo (Maxxi) di Roma che fino a domenica 3 aprile propone una serie di opere realizzate da artiste e artisti ucraini, alcuni emergenti altri autori affermati, già presenti nei più importanti musei e gallerie internazionali. La collezione, curata da Solomia Savchuk, offre una panoramica sulla scena artistica contemporanea del Paese e uno spaccato sulla cultura ucraina in tutta la sua autenticità. Il ricavato dei biglietti (l'ingresso costa 5 euro) verrà devoluto al fondo per l’emergenza umanitaria in Ucraina costituito da UNHCR, UNICEF e Croce Rossa Italiana.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto