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Home » Attualità » Costituzione, Corneli: “Ora gli animali non potranno più essere trattati come oggetti”

Costituzione, Corneli: “Ora gli animali non potranno più essere trattati come oggetti”

La deputata del Movimento 5Stelle e relatrice della riforma: "L'approvazione segna un passaggio fondamentale per la storia del nostro Paese"

Sofia Francioni
8 Febbraio 2022
Valentina Corneli, deputata del Movimento5Stelle e relatrice della riforma

Valentina Corneli, deputata del Movimento5Stelle e relatrice della riforma

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Una rivoluzione copernicana sulla carta per l’ambiente e per gli animali. L’aula della camera ha approvato la proposta di legge costituzionale che modifica due articoli della Costituzione (il 9 e il 41) per far spazio, tra i principi fondamentali, alla Tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. A Montecitorio il testo è passato alla quarta e ultima lettura con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti. Nella riforma si evidenzia anche una specifica: quella di stabilire questi nuovi principi e diritti “anche nell’interesse delle future generazioni”. Essendo stata approvata con la maggioranza dei 2/3 del Senato, lo scorso 3 novembre, la riforma entra direttamente in vigore dall’8 febbraio e non può essere sottoposta a referendum.

“Una misura di civiltà”: l’intervista alla deputata Valentina Corneli

Valentina Corneli, deputata del Movimento 5Stelle e relatrice della riforma

“L’approvazione della riforma segna un passaggio fondamentale per la storia del nostro Paese!”, spiega a LUCE! la relatrice del provvedimento e deputata del M5S Valentina Corneli.

La tutela dell’ambiente e degli animali in Costituzione. Che cosa rappresenta questa riforma per l’Italia?

“Una misura di civiltà che rivendichiamo con grande gioia. Abbiamo elevato a valore in sé il principio della tutela ambientale, recependo un consolidato orientamento della giurisprudenza costituzionale e ponendo le basi valoriali per uno sviluppo futuro che sia sostenibile e che tenga sempre più in considerazione il benessere degli animali. Con questa riforma l’Italia si adegua alla normativa internazionale ed eurounitaria”.

L’iter parlamentare è stato travagliato? 

“In questa legislatura il percorso in Parlamento è stato avviato grazie al Movimento 5 Stelle. Nel corso dell’esame ci siamo scontrati con una mentalità più conservatrice, soprattutto da parte di alcuni partiti di destra che hanno presentato tantissimi emendamenti per evitare che venisse approvata. La bontà di questa riforma, però, si misura dal fatto che, alla fine, è stata votata trasversalmente. A parte alcune sparute eccezioni in fratelli d’Italia…”

Ambiente e Animali al centro dell’agenda politica?

“Noi crediamo davvero che sia possibile creare ricchezza se si tutela l’ambiente, il benessere delle persone e dell’ecosistema. E lo abbiamo dimostrato”

Come?

“Basti pensare alle comunità energetiche, al superbonus, ma è solo l’inizio”.

Lei ha dichiarato che questa volta la politica ha pensato alle future generazioni e non alle future elezioni

“Non si potranno più ignorare le future generazioni e lo abbiamo ricordato anche in Costituzione”.

Né i cittadini futuri, né il benessere degli animali

“Sì, è aumentata negli anni la sensibilità nei confronti degli animali che non potranno più essere trattati come oggetti. Ricordiamocelo sempre: è da come vengono trattati che si misura il grado di civiltà di un Paese”.

La rivoluzione copernicana sul testo

Ora vanno adeguati gli strumenti normativi vigenti a tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali

Tutta sul testo, la riforma tocca gli articoli 9 e 41 della Carta. Tra i 12 principi fondamentali della Costituzione Italiana, prima della riforma l’articolo 9 recitava: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“. Ma da oggi, in coda all’articolo, ai beni da tutelare si aggiungono: “l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni“. E dopo l’ambiente, anche gli animali: “La legge dello stato disciplina le norme e le forme di tutela degli animali“. Come spiega in una nota il ministero della Transizione ecologica “l’aula della Camera ha infatti approvato la riforma costituzionale con una clausula di salvaguardia per l’applicazione del principio di tutela degli animali negli statuti speciali di Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e delle Province del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia”.

Per quanto riguarda invece l’articolo 41, che recita “l’iniziativa economica privata“, purché libera, “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana“, la riforma oggi aggiunge anche: “alla salute e all’ambiente“. “La legge determina i programmi e i controlli opportuni – si legge nel nuovo testo costituzionale – perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali” e da oggi anche ambientali.

 

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

#lucenews #isaacortman #minnesota #boyscout
Una rivoluzione copernicana sulla carta per l'ambiente e per gli animali. L’aula della camera ha approvato la proposta di legge costituzionale che modifica due articoli della Costituzione (il 9 e il 41) per far spazio, tra i principi fondamentali, alla Tutela dell'ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. A Montecitorio il testo è passato alla quarta e ultima lettura con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti. Nella riforma si evidenzia anche una specifica: quella di stabilire questi nuovi principi e diritti "anche nell'interesse delle future generazioni". Essendo stata approvata con la maggioranza dei 2/3 del Senato, lo scorso 3 novembre, la riforma entra direttamente in vigore dall'8 febbraio e non può essere sottoposta a referendum.

"Una misura di civiltà": l'intervista alla deputata Valentina Corneli

Valentina Corneli, deputata del Movimento 5Stelle e relatrice della riforma
"L'approvazione della riforma segna un passaggio fondamentale per la storia del nostro Paese!", spiega a LUCE! la relatrice del provvedimento e deputata del M5S Valentina Corneli. La tutela dell'ambiente e degli animali in Costituzione. Che cosa rappresenta questa riforma per l'Italia? "Una misura di civiltà che rivendichiamo con grande gioia. Abbiamo elevato a valore in sé il principio della tutela ambientale, recependo un consolidato orientamento della giurisprudenza costituzionale e ponendo le basi valoriali per uno sviluppo futuro che sia sostenibile e che tenga sempre più in considerazione il benessere degli animali. Con questa riforma l'Italia si adegua alla normativa internazionale ed eurounitaria". L'iter parlamentare è stato travagliato?  "In questa legislatura il percorso in Parlamento è stato avviato grazie al Movimento 5 Stelle. Nel corso dell’esame ci siamo scontrati con una mentalità più conservatrice, soprattutto da parte di alcuni partiti di destra che hanno presentato tantissimi emendamenti per evitare che venisse approvata. La bontà di questa riforma, però, si misura dal fatto che, alla fine, è stata votata trasversalmente. A parte alcune sparute eccezioni in fratelli d’Italia..." Ambiente e Animali al centro dell'agenda politica? "Noi crediamo davvero che sia possibile creare ricchezza se si tutela l’ambiente, il benessere delle persone e dell’ecosistema. E lo abbiamo dimostrato" Come? "Basti pensare alle comunità energetiche, al superbonus, ma è solo l’inizio". Lei ha dichiarato che questa volta la politica ha pensato alle future generazioni e non alle future elezioni "Non si potranno più ignorare le future generazioni e lo abbiamo ricordato anche in Costituzione". Né i cittadini futuri, né il benessere degli animali "Sì, è aumentata negli anni la sensibilità nei confronti degli animali che non potranno più essere trattati come oggetti. Ricordiamocelo sempre: è da come vengono trattati che si misura il grado di civiltà di un Paese".

La rivoluzione copernicana sul testo

Ora vanno adeguati gli strumenti normativi vigenti a tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali
Tutta sul testo, la riforma tocca gli articoli 9 e 41 della Carta. Tra i 12 principi fondamentali della Costituzione Italiana, prima della riforma l'articolo 9 recitava: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Ma da oggi, in coda all'articolo, ai beni da tutelare si aggiungono: "l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni". E dopo l'ambiente, anche gli animali: "La legge dello stato disciplina le norme e le forme di tutela degli animali". Come spiega in una nota il ministero della Transizione ecologica "l'aula della Camera ha infatti approvato la riforma costituzionale con una clausula di salvaguardia per l'applicazione del principio di tutela degli animali negli statuti speciali di Sardegna, Sicilia, Valle d'Aosta e delle Province del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia". Per quanto riguarda invece l'articolo 41, che recita "l'iniziativa economica privata", purché libera, "non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana", la riforma oggi aggiunge anche: "alla salute e all'ambiente". "La legge determina i programmi e i controlli opportuni - si legge nel nuovo testo costituzionale - perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali" e da oggi anche ambientali.  
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