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Home » HP Trio » Cannabis depenalizzata, alla Camera passa a maggioranza M5s-Pd-LeU il testo base

Cannabis depenalizzata, alla Camera passa a maggioranza M5s-Pd-LeU il testo base

Un fiore di canapa spunta a Montecitorio. Niente punibilità per fatti di lieve entità e modiche quantità, ma sanzioni aggravate per spaccio a minori e associazione per delinquere

Ettore Maria Colombo
8 Settembre 2021
epa09328966 A worker shows some cannabis leaves in the nursery of the Clever Leaves company, in Pesca, department of Boyaca, Colombia, 01 July 2021 (Issued 07 July 2021). With a growing market, the medical cannabis industry is making its way in Colombia and seeks to become a supplier of raw materials and products that can satisfy the demand and leave behind the relationship that the plant had with drug trafficking violence.  EPA/Mauricio Duenas Castaneda

epa09328966 A worker shows some cannabis leaves in the nursery of the Clever Leaves company, in Pesca, department of Boyaca, Colombia, 01 July 2021 (Issued 07 July 2021). With a growing market, the medical cannabis industry is making its way in Colombia and seeks to become a supplier of raw materials and products that can satisfy the demand and leave behind the relationship that the plant had with drug trafficking violence. EPA/Mauricio Duenas Castaneda

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Nel giorno che non ti aspetti, quello in cui alla Camera dei Deputati si discute il nuovo decreto Covid, con dentro il Green Pass, e la Lega incrocia le spade con il governo, appoggiando gli emendamenti di Fratelli d’Italia contrari al dl, spunta – come un fiore di canapa sul balcone, è proprio il caso di dire… – un testo di legge che avvicina la possibilità di una depenalizzazione delle droghe leggere, cannabis in testa. La soluzione rappresenta uno degli scenari previsti alla vigilia del voto (Leggi l’articolo)

In pratica, coltivare piantine di canapa in balcone, sul davanzale o in terrazza, non sarebbe più reato e le mini-coltivazioni domestiche di cannabis potrebbero essere depenalizzate, come peraltro prevede una recente sentenza della Cassazione.

 

Si tratta, per ora, solo del testo base uscito dalla commissione Giustizia e che vede la prima firma del suo presidente, Mario Perantoni (M5s), ma è un bel passo in avanti, e del tutto inaspettato. Infatti, il testo base è stato, appunto, ‘adottato’, sia pure a maggioranza – quella dell’ex governo giallorosso (M5s-Pd-LeU) – in seno alla commissione. Un esito non scontato che, dopo mesi di audizioni e di testo rimasto ‘in sonno’ (l’ok al testo base arriva dopo un anno e mezzo di attesa e tante audizioni, dal magistrato Cafiero De Raho ai medici e alle comunità terapeutiche), si deve alla ‘tigna’ del presidente Perantoni.

 

Il lavorìo ai fianchi dei deputati Magi-Licatini

 

Caterina Licatini

E soprattutto grazie ai due onorevoli che di più si sono spesi sul tema: il deputato di Più Europa, Riccardo Magi, storico esponente dei radicali, non nuovo alle battaglie sui diritti civili, e alla deputata siciliana dei 5Stelle, Caterina Licatini, che proprio Luce! aveva intervistato, ad agosto, e che – vox clamantis in deserto – si era detta ‘sicura’ che, prima o poi, l’avrebbero spuntata. Oggettivamente, almeno per ora, ha ragione lei.

 

In buona sostanza, ove mai il testo, ora adottato, venisse calendarizzato in Aula, compatibilmente con i ‘tempi’ rarefatti di quest’ultima (incombe, come si sa, l’inizio della sessione di bilancio), potrebbe persino essere approvata e, dopo la eventuale ratifica del Senato, diventare legge.

 

Il voto in commissione: favorevoli e contrari

 

La commissione Giustizia della Camera ha dunque adottato il testo base che depenalizza la coltivazione di quattro piante, al massimo, di cannabis, annuncia Mario Perantoni, deputato 5 stelle e relatore del ddl: “La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile oltre che per combattere lo spaccio ed il conseguente sottobosco criminale”.

 

Il provvedimento, come si diceva, ha visto l’astensione di Italia Viva e il voto favorevole di Pd, M5s, LeU e +Europa. Il centrodestra ha votato compatto contro l’adozione del testo ad esclusione del deputato liberal di FI, Elio Vito, che su Twitter scrive: “Testo base ddl Perantoni approvato! Ringrazio il mio gruppo, Forza Italia alla Camera, ed il capogruppo Roberto Occhiuto di avermi dato l’opportunità di manifestare il mio voto favorevole, in coerenza con la mia storia e le mie convinzioni radicali ed antiproibizioniste”.

 

Ma Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia (Fi) dice: “Con tutti i problemi e le riforme da fare che abbiamo, questo testo non ci aiuta affatto. Lo trovo un testo inutilmente divisivo”.

 

Cosa prevede il testo base sulla cannabis

 

Il testo adottato è la sintesi delle tre proposte di legge depositate rispettivamente da +Europa, M5s e Lega in commissione Giustizia della Camera, ma la Lega ha poi subito ritirato il suo – a firma del capogruppo, Riccardo Molinari – per marcare la differenza su contenuti non condivisi.

 

Non punibili per piccole quantità e lieve entità

 

La novità più importante del testo riguarda la non punibilità della coltivazione di piccole quantità. Di fatto, con il testo base, viene legalizzata la coltivazione per uso personale di massimo quattro piante “femmine” di cannabis. Vengono depenalizzati anche i “fatti di lieve entità” attraverso una distinzione tra le varie tipologie di stupefacenti. Nel caso sia una persona tossicodipendente a commettere il reato di produzione o spaccio, il testo dà la possibilità di sostituire la pena del carcere con i lavori socialmente utili.

 

Spaccio a minori: pene aumentate

 

Il testo, però, fa anche altro: aumenta le pene in caso di associazione a delinquere e spaccio nei confronti di minorenni. Insomma, un testo equilibrato e che non ‘legalizza’ le droghe, come dice subito la destra, ma che si limita a ‘depenalizzare’ quelle leggere e, in particolare, la cannabis, in modica quantità.

 

 

Fra plauso e feroci critiche

 

Esulta il deputato di +Europa, Riccardo Magi, che, tramite Facebook, spinge affinché la legge venga al più presto approvato dal Parlamento: “È un primo passo nella giusta direzione ma ora è necessario che la maggioranza che oggi ha approvato il testo base si impegni a farlo arrivare in Aula evitando che il testo resti soffocato in commissione tra i molti provvedimenti governativi in arrivo. Serve la volontà politica per individuare una corsia preferenziale”.

 

Da parte del Pd, invece, l’appoggio è ‘tiepido’. Tra i parlamentari, nessuno si assume la paternità e il sostegno al testo, parla solo, Marco Furfaro, che però, ad oggi, è solo un ex membro della segreteria nazionale (ai tempi di Zingaretti) che esprime soddisfazione per l’adozione del testo: “Una norma di civiltà per i malati che ne devono fare uso terapeutico e fondamentale per combattere la criminalità organizzata. Ora avanti in aula”, scrive su Twitter il dirigente dem.

 

Ma, ovviamente, a stretto giro arriva anche la presa di posizione di Lega e Fratelli d’Italia, con la prima che parla “preludio alla legalizzazione” e i secondi che spiegano come il ddl finirebbe “inevitabilmente per favorire il consumo di droga oltre a promuovere comportamenti pericolosi che minacciano il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione”, scrivono in un comunicato le deputate di FdI Carolina Varchi e Maria Teresa Bellucci, responsabile ‘antidroga’ di FdI.

 

“Le nostre proposte, contenute nel provvedimento Droga zero, sono rimaste infatti inascoltate ma da parte nostra resta la ferrea convinzione che chi vende droga vende morte, e continueremo a battagliare per difendere questo principio”, scrive in una nota il deputato leghista Roberto Turri.

 

 

Il botta e risposta tra Salvini e Licatini

 

Poi, però, si scatena il leader della Lega, Matteo Salvini che, sente, sul tema, ‘l’odore del sangue’: “Ius soli, ddl Zan e oggi la coltivazione della cannabis in casa. Se queste sono le priorità di Pd e 5Stelle al governo, l’Italia ha un problema”.

 

Ma è proprio l’onorevole Licatini che gli risponde a stretto giro di posta: “Le uniche priorità del Movimento 5 Stelle sono il bene del paese e la lotta contro criminalità e ingiustizie. È grazie allo studio e all’analisi dei temi che si fa la politica migliore, e non con il solito becero populismo che, per una manciata di voti, porta a negare pure l’evidenza. Coltivazione domestica di cannabis non significa promuovere le droghe. Significa difendere cittadini gravemente ammalati, impedire processi assurdi contro gente per bene, colpire la mafia al cuore dei suoi affari. Per capirlo basta studiare il fenomeno, che ogni buon politico dovrebbe sempre fare prima di aprire bocca sugli argomenti che tocca”.

 

Ma che fine farà, ora, il ddl sulla cannabis?

 

Ora, però, vista la delicatezza dell’argomento e le posizioni fortemente contrastanti in campo, il timore diffuso – specie dentro il Pd – è che la proposta, sulla scia di quanto accaduto con il ddl Zan in Senato, possa finire nella palude ancor prima di arrivare nella prima Aula parlamentare. “Quel testo non sarà mai e poi mai approvato, è carta straccia”, tuona Maurizio Gasparri (FI). Si vedrà, se e quando andrà in aula. Altrimenti, il piano B è già stato delineato da Magi in agosto: raccogliere le firme per un referendum sul tema.

 

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Instagram

  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Nel giorno che non ti aspetti, quello in cui alla Camera dei Deputati si discute il nuovo decreto Covid, con dentro il Green Pass, e la Lega incrocia le spade con il governo, appoggiando gli emendamenti di Fratelli d’Italia contrari al dl, spunta - come un fiore di canapa sul balcone, è proprio il caso di dire… - un testo di legge che avvicina la possibilità di una depenalizzazione delle droghe leggere, cannabis in testa. La soluzione rappresenta uno degli scenari previsti alla vigilia del voto (Leggi l'articolo) In pratica, coltivare piantine di canapa in balcone, sul davanzale o in terrazza, non sarebbe più reato e le mini-coltivazioni domestiche di cannabis potrebbero essere depenalizzate, come peraltro prevede una recente sentenza della Cassazione.   Si tratta, per ora, solo del testo base uscito dalla commissione Giustizia e che vede la prima firma del suo presidente, Mario Perantoni (M5s), ma è un bel passo in avanti, e del tutto inaspettato. Infatti, il testo base è stato, appunto, ‘adottato’, sia pure a maggioranza - quella dell’ex governo giallorosso (M5s-Pd-LeU) - in seno alla commissione. Un esito non scontato che, dopo mesi di audizioni e di testo rimasto ‘in sonno’ (l'ok al testo base arriva dopo un anno e mezzo di attesa e tante audizioni, dal magistrato Cafiero De Raho ai medici e alle comunità terapeutiche), si deve alla ‘tigna’ del presidente Perantoni.  

Il lavorìo ai fianchi dei deputati Magi-Licatini

 
Caterina Licatini
E soprattutto grazie ai due onorevoli che di più si sono spesi sul tema: il deputato di Più Europa, Riccardo Magi, storico esponente dei radicali, non nuovo alle battaglie sui diritti civili, e alla deputata siciliana dei 5Stelle, Caterina Licatini, che proprio Luce! aveva intervistato, ad agosto, e che – vox clamantis in deserto – si era detta ‘sicura’ che, prima o poi, l’avrebbero spuntata. Oggettivamente, almeno per ora, ha ragione lei.   In buona sostanza, ove mai il testo, ora adottato, venisse calendarizzato in Aula, compatibilmente con i ‘tempi’ rarefatti di quest’ultima (incombe, come si sa, l’inizio della sessione di bilancio), potrebbe persino essere approvata e, dopo la eventuale ratifica del Senato, diventare legge.  

Il voto in commissione: favorevoli e contrari

  La commissione Giustizia della Camera ha dunque adottato il testo base che depenalizza la coltivazione di quattro piante, al massimo, di cannabis, annuncia Mario Perantoni, deputato 5 stelle e relatore del ddl: “La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile oltre che per combattere lo spaccio ed il conseguente sottobosco criminale”.   Il provvedimento, come si diceva, ha visto l'astensione di Italia Viva e il voto favorevole di Pd, M5s, LeU e +Europa. Il centrodestra ha votato compatto contro l'adozione del testo ad esclusione del deputato liberal di FI, Elio Vito, che su Twitter scrive: “Testo base ddl Perantoni approvato! Ringrazio il mio gruppo, Forza Italia alla Camera, ed il capogruppo Roberto Occhiuto di avermi dato l'opportunità di manifestare il mio voto favorevole, in coerenza con la mia storia e le mie convinzioni radicali ed antiproibizioniste”.   Ma Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia (Fi) dice: “Con tutti i problemi e le riforme da fare che abbiamo, questo testo non ci aiuta affatto. Lo trovo un testo inutilmente divisivo”.  

Cosa prevede il testo base sulla cannabis

  Il testo adottato è la sintesi delle tre proposte di legge depositate rispettivamente da +Europa, M5s e Lega in commissione Giustizia della Camera, ma la Lega ha poi subito ritirato il suo – a firma del capogruppo, Riccardo Molinari - per marcare la differenza su contenuti non condivisi.  

Non punibili per piccole quantità e lieve entità

  La novità più importante del testo riguarda la non punibilità della coltivazione di piccole quantità. Di fatto, con il testo base, viene legalizzata la coltivazione per uso personale di massimo quattro piante “femmine” di cannabis. Vengono depenalizzati anche i “fatti di lieve entità” attraverso una distinzione tra le varie tipologie di stupefacenti. Nel caso sia una persona tossicodipendente a commettere il reato di produzione o spaccio, il testo dà la possibilità di sostituire la pena del carcere con i lavori socialmente utili.  

Spaccio a minori: pene aumentate

  Il testo, però, fa anche altro: aumenta le pene in caso di associazione a delinquere e spaccio nei confronti di minorenni. Insomma, un testo equilibrato e che non ‘legalizza’ le droghe, come dice subito la destra, ma che si limita a ‘depenalizzare’ quelle leggere e, in particolare, la cannabis, in modica quantità.    

Fra plauso e feroci critiche

  Esulta il deputato di +Europa, Riccardo Magi, che, tramite Facebook, spinge affinché la legge venga al più presto approvato dal Parlamento: “È un primo passo nella giusta direzione ma ora è necessario che la maggioranza che oggi ha approvato il testo base si impegni a farlo arrivare in Aula evitando che il testo resti soffocato in commissione tra i molti provvedimenti governativi in arrivo. Serve la volontà politica per individuare una corsia preferenziale”.   Da parte del Pd, invece, l’appoggio è ‘tiepido’. Tra i parlamentari, nessuno si assume la paternità e il sostegno al testo, parla solo, Marco Furfaro, che però, ad oggi, è solo un ex membro della segreteria nazionale (ai tempi di Zingaretti) che esprime soddisfazione per l'adozione del testo: “Una norma di civiltà per i malati che ne devono fare uso terapeutico e fondamentale per combattere la criminalità organizzata. Ora avanti in aula”, scrive su Twitter il dirigente dem.   Ma, ovviamente, a stretto giro arriva anche la presa di posizione di Lega e Fratelli d'Italia, con la prima che parla “preludio alla legalizzazione” e i secondi che spiegano come il ddl finirebbe “inevitabilmente per favorire il consumo di droga oltre a promuovere comportamenti pericolosi che minacciano il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione”, scrivono in un comunicato le deputate di FdI Carolina Varchi e Maria Teresa Bellucci, responsabile ‘antidroga’ di FdI.   “Le nostre proposte, contenute nel provvedimento Droga zero, sono rimaste infatti inascoltate ma da parte nostra resta la ferrea convinzione che chi vende droga vende morte, e continueremo a battagliare per difendere questo principio”, scrive in una nota il deputato leghista Roberto Turri.    

Il botta e risposta tra Salvini e Licatini

  Poi, però, si scatena il leader della Lega, Matteo Salvini che, sente, sul tema, ‘l’odore del sangue’: “Ius soli, ddl Zan e oggi la coltivazione della cannabis in casa. Se queste sono le priorità di Pd e 5Stelle al governo, l'Italia ha un problema”.   Ma è proprio l’onorevole Licatini che gli risponde a stretto giro di posta: “Le uniche priorità del Movimento 5 Stelle sono il bene del paese e la lotta contro criminalità e ingiustizie. È grazie allo studio e all’analisi dei temi che si fa la politica migliore, e non con il solito becero populismo che, per una manciata di voti, porta a negare pure l’evidenza. Coltivazione domestica di cannabis non significa promuovere le droghe. Significa difendere cittadini gravemente ammalati, impedire processi assurdi contro gente per bene, colpire la mafia al cuore dei suoi affari. Per capirlo basta studiare il fenomeno, che ogni buon politico dovrebbe sempre fare prima di aprire bocca sugli argomenti che tocca”.  

Ma che fine farà, ora, il ddl sulla cannabis?

  Ora, però, vista la delicatezza dell’argomento e le posizioni fortemente contrastanti in campo, il timore diffuso – specie dentro il Pd - è che la proposta, sulla scia di quanto accaduto con il ddl Zan in Senato, possa finire nella palude ancor prima di arrivare nella prima Aula parlamentare. “Quel testo non sarà mai e poi mai approvato, è carta straccia”, tuona Maurizio Gasparri (FI). Si vedrà, se e quando andrà in aula. Altrimenti, il piano B è già stato delineato da Magi in agosto: raccogliere le firme per un referendum sul tema.  
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