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Home » HP Trio » Contrasto alla violenza maschile contro le donne, ecco cosa prevede il ddl delle sei ministre

Contrasto alla violenza maschile contro le donne, ecco cosa prevede il ddl delle sei ministre

Il disegno legge, opera delle ministre Bonetti, Lamorgese, Cartabia, Carfagna, Gelmini e Stefani, è stato approvato dal Consiglio dei ministri e passerà ora in mano al Parlamento. Tra le novità: giro di vite sulla sospensione della pena e l'applicazione per i violenti delle misure di prevenzione previste per i mafiosi

Nicolò Guelfi
4 Dicembre 2021
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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge che inasprisce le pene per chi commette violenza sulle donne. Il testo è opera delle ministre Elena Bonetti alle Pari Opportunità (Iv), Luciana Lamorgese all’Interno, Marta Cartabia alla Giustizia, Mara Carfagna per il Sud (Fi), Maria Stella Gelmini agli Affari regionali e alle autonomie (Fi) ed Erika Stefani alla Disabilità (Lega). L’intento del ddl è quello di prevenire e contrastare la violenza contro le donne in Italia. Si va dall’estensione dei casi di procedibilità d’ufficio, ovvero quelli per cui le forze dell’ordine possono intervenire senza la necessità di una denuncia o di una querela da parte della persona lesa, fino al fermo immediato per gli stalker e i violenti in caso di pericolo reale per la donna. Inoltre, è previsto un aumento delle pene per chi è già stato ammonito precedentemente per violenza domestica. Verrà implementato maggiormente l’uso dei braccialetti elettronici per le misure di arresti domiciliari, in più la manomissione dello strumento di controllo sarà motivo di incarcerazione. Per le donne che denunciano e sono in una situazione di rischio concreto è previsto un sostegno economico immediato e la tutela da parte delle forze di polizia. Inoltre gli orfani non dovranno aspettare l’esito del processo per l’indennizzo.

La ministra Bonetti ha dichiarato: “C’è un impegno di tutto il governo, con grande convinzione, nel contrasto alla violenza maschile contro le donne”, mentre la ministra Lamorgese ha affermato che con le nuove norme sarà aggiunto “un aiuto economico immediatamente nella fase delle indagini”. Questo punto è cruciale, poiché viene incontro a molte donne che non possono denunciare casi di violenza subiti nell’ambito della coppia perché non indipendenti economicamente e quindi potenzialmente ricattabili, sotto scacco. Vittime che ora potranno usufruire di un indennizzo pari a un terzo della cifra totale, come già previsto nei casi di estorsione.

Ma la caratteristica più importante è forse quella evidenziata dalla ministra della giustizia Cartabia: “Il provvedimento contiene una pluralità di misure. Con un duplice obiettivo: rafforzare strumenti di prevenzione e protezione delle donne. C’è la possibilità di applicare il fermo di fronte a forti indizi di reati che possono costituire un pericolo per le donne”. Questo aspetto è particolarmente importante perché fino ad oggi per il reato di violenza si poteva procedere solo ad avvenuta querela e non d’ufficio, come i reati più gravi. Molto spesso però le donne lese non querelano i propri aggressori, temendo possibili ritorsioni domestiche. “Ora il disegno di legge arriverà in Parlamento”, ha affermato la senatrice dem Valeria Valente, presidente della commissione femminicidi, “dove potremo migliorarlo ulteriormente. L’approccio va nella direzione del nostro ultimo Rapporto nel periodo 2017-2018 (La risposta giudiziaria ai femminicidi in Italia ndr ) e dà una risposta ai vulnus emersi dagli ultimi episodi di violenza e femminicidio. Mi auguro che il testo possa iniziare al più presto l’iter di esame per essere approvato rapidamente”.

 

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  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
  • Paese che vai inquinamento che trovi. O, se volete, un mal comune che non diventa affatto un mezzo gaudio. Secondo uno studio pubblicato su “The Lancet Planetary Health”, primo autore il professore Yuming Guo, sono infatti a appena 8 milioni le persone che possono dire di respirare aria pulita: lo 0,001% della popolazione mondiale, che vive su una percentuale irrisoria del globo terraqueo, lo 0,18%.

Per i rimanenti 7 miliardi e passa la situazione è grama, se non critica, con la concentrazione annuale di polveri sottili che è costantemente al di sopra della soglia di sicurezza indicata dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità (PM2.5 inferiori a 5 µg/m3), un limite oltre il quale il rischio per la salute diventa considerevole. E come se non bastasse la concentrazione media giornaliera globale è di 32,8 µg/m3, più del doppio della soglia Oms.

Lo studio pubblicato su “Lancet” è il primo al mondo ad aver ricostruito i valori giornalieri di polveri sottili, ovvero smog, su tutto il Pianeta, attraverso un metodo complesso e multifattoriale che ha permesso di ottenere dei valori anche nelle regioni non monitorate, grazie a un mix fatto di osservazioni tradizionali di monitoraggio della qualità dell’aria, rilevatori meteorologici e di inquinamento atmosferico via satellite, metodi statistici e di apprendimento automatico (machine learning).

Dati allarmanti, dunque. Per quanto qualche segnale di miglioramento comincia a intravvedersi, con il totale dei giorni con concentrazioni eccessive che sta diminuendo nel complesso. I dati degli ultimi 20 anni rivelano delle tendenze positive in Europa e Nord America, dove l’inquinamento da PM2.5 è sceso, ma non in Asia meridionale, Australia e Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi, dove il trend è invece di crescita. Le concentrazioni più elevate di PM2.5 sono state rilevate nelle regioni dell’Asia orientale (50 µg/m3) e meridionale (37,2 µg/m3), seguite dall’Africa settentrionale (30,1 µg/m3). Poco da gioire, dunque e molto da lavorare.

#lucenews #inquinamento
  • L’arrivo della bella stagione ha il sapore del gelato 🍦

Golosi ma di qualità. È il rapporto degli italiani con il gelato artigianale secondo un’indagine di Glovo. Piattaforma di consegne, e Gusto17, brand gourmet, in vista del Gelato Day del prossimo 24 marzo.

Nel 2022 solo sull’app di Glovo gli italiani hanno ordinato più di 2 milioni di gelati, il 16% in più rispetto al 2021, con una media di 5.500 gelati al giorno, principalmente dalle gelaterie di quartiere, facendo aumentare le vendite del 138% per i piccoli esercenti. In particolare, il picco di ordini si registra alle 21.

Tra i gusti più amati dagli italiani ci sono: crema, pistacchio, nocciola e Nutella. Questa la Top 10 delle città più golose di gelato: Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli, Firenze, Catania, Bologna, Bari e Verona.

🍨E voi, amanti del gelato, qual è il vostro gusto preferito? 

📸 Credits: @netflixit 

#lucenews #lucelanazione #gelatoday
  • 🗣«Persi undici chili in poco tempo. Per cercare di rialzarmi iniziai un percorso con uno psicologo, ma ho capito presto qual era il motivo per cui ero caduta dentro quel tunnel. E ho iniziato presto a lavorare su di me, da sola.

Nel 2014 avevo ripreso ad allenarmi da pochissimo tempo, quando ho incontrato una donna, Luana Angeletti. Ho scoperto dopo che era la mamma di un amico, ma la cosa importante è quello che lei mi disse quella volta.

Che avevo una struttura fisica adatta a competere nella categoria bikini, nel body-building. Mi è scattato dentro qualcosa, ho iniziato a lavorare perché volevo migliorare e finalmente farmi vedere dagli altri, dopo che per otto anni non ero andata neanche al mare perché mi vergognavo del mio fisico e della mia scoliosi. Grazie a Luana sono passata dal nascondermi allo stare su un palco guardata da tante persone. È stata decisiva.

Imparate a volervi bene, e se non ci riuscite con le vostre forze, non abbiate paura di farvi aiutare e seguire da altri. È importantissimo».

Dai disturbi alimentari al body building, l
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge che inasprisce le pene per chi commette violenza sulle donne. Il testo è opera delle ministre Elena Bonetti alle Pari Opportunità (Iv), Luciana Lamorgese all'Interno, Marta Cartabia alla Giustizia, Mara Carfagna per il Sud (Fi), Maria Stella Gelmini agli Affari regionali e alle autonomie (Fi) ed Erika Stefani alla Disabilità (Lega). L’intento del ddl è quello di prevenire e contrastare la violenza contro le donne in Italia. Si va dall'estensione dei casi di procedibilità d'ufficio, ovvero quelli per cui le forze dell’ordine possono intervenire senza la necessità di una denuncia o di una querela da parte della persona lesa, fino al fermo immediato per gli stalker e i violenti in caso di pericolo reale per la donna. Inoltre, è previsto un aumento delle pene per chi è già stato ammonito precedentemente per violenza domestica. Verrà implementato maggiormente l’uso dei braccialetti elettronici per le misure di arresti domiciliari, in più la manomissione dello strumento di controllo sarà motivo di incarcerazione. Per le donne che denunciano e sono in una situazione di rischio concreto è previsto un sostegno economico immediato e la tutela da parte delle forze di polizia. Inoltre gli orfani non dovranno aspettare l'esito del processo per l'indennizzo.

La ministra Bonetti ha dichiarato: "C'è un impegno di tutto il governo, con grande convinzione, nel contrasto alla violenza maschile contro le donne", mentre la ministra Lamorgese ha affermato che con le nuove norme sarà aggiunto "un aiuto economico immediatamente nella fase delle indagini". Questo punto è cruciale, poiché viene incontro a molte donne che non possono denunciare casi di violenza subiti nell’ambito della coppia perché non indipendenti economicamente e quindi potenzialmente ricattabili, sotto scacco. Vittime che ora potranno usufruire di un indennizzo pari a un terzo della cifra totale, come già previsto nei casi di estorsione. Ma la caratteristica più importante è forse quella evidenziata dalla ministra della giustizia Cartabia: "Il provvedimento contiene una pluralità di misure. Con un duplice obiettivo: rafforzare strumenti di prevenzione e protezione delle donne. C'è la possibilità di applicare il fermo di fronte a forti indizi di reati che possono costituire un pericolo per le donne". Questo aspetto è particolarmente importante perché fino ad oggi per il reato di violenza si poteva procedere solo ad avvenuta querela e non d’ufficio, come i reati più gravi. Molto spesso però le donne lese non querelano i propri aggressori, temendo possibili ritorsioni domestiche. "Ora il disegno di legge arriverà in Parlamento", ha affermato la senatrice dem Valeria Valente, presidente della commissione femminicidi, "dove potremo migliorarlo ulteriormente. L’approccio va nella direzione del nostro ultimo Rapporto nel periodo 2017-2018 (La risposta giudiziaria ai femminicidi in Italia ndr ) e dà una risposta ai vulnus emersi dagli ultimi episodi di violenza e femminicidio. Mi auguro che il testo possa iniziare al più presto l’iter di esame per essere approvato rapidamente".  
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