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Diciottenne pakistana scomparsa: si era opposta al matrimonio combinato. Si teme il peggio

di CAMILLA PRATO -
29 maggio 2021
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Si indaga (anche) per omicidio a Reggio Emilia, sul caso di Saman Habbas, la 18enne pakistana scomparsa nel nulla da quasi un mese. La ragazza si era opposta a un matrimonio combinato, denunciando i suoi genitori. La giovane, all'epoca dell'accordo per le nozze ancora minorenne, si era rivolta ai servizi sociali. Dopo aver tentato di combinare le nozze islamiche della figlia con un cugino i genitori, marito e moglie rispettivamente di 43 e 46 anni, sono stati denunciati a gennaio dai militari con l'accusa di costrizione al matrimonio. L'evento era stato fissato per il 22 dicembre in patria, con biglietti aerei acquistati il 17 dicembre. Ma la ragazza non voleva sottostare a questo obbligo sociale, e così ha raccontato tutto agli assistenti sociali del Comune emiliano, che hanno poi segnalato la vicenda agli inquirenti. Quando il 5 maggio scorso i carabinieri si sono attivati cercando la ragazza presso la casa famiglia a Novellara, dove la giovane aveva fatto rientro dopo un periodo in una Comunità Educativa in provincia di Bologna, hanno scoperto che Saman era sparita, così come i genitori. Stando alle testimonianze raccolte dagli investigatori, questi ultimi sarebbero tornati recentemente e in tutta fretta in patria, per un presunto problema familiare. Ma la ragazza, da accertamenti fatti anche con gli aeroporti, non è partita con loro.

Saman Habbas

Per questo sono state avviate le ricerche in tutta la zona limitrofa, servendosi anche di sopralluoghi con gli elicotteri. Sono stati svuotati i canali di irrigazione ed usate squadre cinofile e dei vigili del fuoco. Per ora non è stato ancora rinvenuto nulla. Fin da subito, però, non si è esclusa alcuna ipotesi, soprattutto quella dell'omicidio. A destare allarme era stata la mancanza di una denuncia della scomparsa e l'allontanamento improvviso della famiglia. La si continua a cercare, ma nelle ultime ore sarebbero emersi elementi che fanno pensare a chi indaga che possa aver fatto una brutta fine. Le immagini dei sistemi di sorveglianza della zona, nella serata del 29 aprile hanno immortalato tre persone che portavano con sé due pale, un secchio con un sacchetto azzurro, un piede di porco e un altro strumento di lavoro che e si dirigevano nei campi dietro la casa della famiglia di Saman, rientrando dopo oltre due ore e mezza. Le indagini proseguono per accertamenti e per l’individuazione dell’intero nucleo familiare, anche all’estero. A tal fine sono stati già attivati i canali della cooperazione internazionale.