Lezione del Papa sui migranti: “Aiutano contro la denatalità”. Francesco non ha paura della sostituzione etnica

Il pontefice riconosce e sottolinea il contributo, economico e sociale, dell’immigrazione. “Tuttavia non sono ancora pienamente integrati nella pienezza dei diritti, esclusi dall’accesso ai servizi sanitari, alla cura e all’assistenza”

di TERESA SCARCELLA -
8 maggio 2024
Il Papa, il mondo oggi ha tanto bisogno di speranza

Il Papa, il mondo oggi ha tanto bisogno di speranza

"Per molte ragioni, sono tante le persone che emigrano in cerca di lavoro, mentre altre sono costrette a farlo per fuggire dai loro Paesi di provenienza, spesso dilaniati dalla violenza e dalla povertà”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante l’udienza generale di oggi in Vaticano, di fronte a giovani imprenditori e lavoratori, accompagnati dal cardinale prefetto Michael Czerny, partecipanti alla consultazione «La cura è lavoro, il lavoro è cura» del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.

"Queste persone - ha sottolineato il Pontefice -, anche a causa di pregiudizi e di una informazione imprecisa o ideologica, sono spesso viste come un problema e un aggravio per i costi di una Nazione, mentre essi in realtà, lavorando, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del Paese che li accoglie e di quello da cui provengono”.

Il Papa, il mondo oggi ha tanto bisogno di speranza
Il Papa, il mondo oggi ha tanto bisogno di speranza

Sono persone, aggiungiamo noi, che spesso fanno quei lavori che nessuno ormai vuole fare e che rischiano di andar perduti, a condizioni lavorative poco dignitose. E non solo in termini economici, ma anche di vita, salute e sicurezza.

“E su questo vorrei sottolineare la poca natalità - ha proseguito il pontefice -. Questi Paesi ricchi non fanno figli. La denatalità è un problema, e la migrazione viene ad aiutare la crisi che provoca la denatalità”. Un’affermazione decisamente contrapposta a quello che è il pensiero, più volte espresso, di una parte del nostro governo che – con il ministro Lollobrigida in prima linea – teme la sostituzione etnica. Da qui la fatica per mantenerli a distanza, “nei loro paesi”, per evitare che vengano da noi a rubare il lavoro e, soprattutto, le mogli. 

“Tuttavia – conclude il Papa – molti migranti e lavoratori vulnerabili non sono ancora pienamente integrati nella pienezza dei diritti, sono cittadini di seconda, restando esclusi dall'accesso ai servizi sanitari, alle cure, all'assistenza, ai piani di protezione finanziaria e ai servizi psicosociali”.