In Spagna intimidire le donne che chiedono l’aborto è un reato

La Corte costituzionale ha respinto il ricorso del partito di estrema destra Vox contro la legge che punisce che compie questo tipo di azioni “con atti molesti, offensivi, intimidatori o coattivi” e “in disprezzo della libertà delle donne”

di CAMILLA PRATO -
8 maggio 2024
Manifestazione pro aborto

Manifestazione pro aborto

Intimidire una donna – in qualsiasi forma – che chiede un aborto è un reato. Lo ha stabilito una legge in Spagna, avvallata ora dalla Corte Costituzionale, che vuole punire quegli attivisti o gruppi pro-vita che tentino di scoraggiare coloro che si recano nelle cliniche per l'interruzione volontaria di gravidanza. 

Il ricorso di Vox 

I giudici dell’Alta corte ha infatti respinto con 7 voti a favore e 4 contrari il ricorso di incostituzionalità presentato dal partito di estrema destra Vox contro la norma approvata ad aprile del 2022 dal Parlamento iberico, che prevede la reclusione da tre mesi a 1 anno (o condanna ai lavori socialmente utili) per tutte quelle condotte rivolte a intimidire coloro che si sottopongono volontariamente all’aborto “con atti molesti, offensivi, intimidatori o coattivi” e “in disprezzo della libertà delle donne” . Il partito guidato da Santiago Abascal aveva impugnato la normativa, che riforma un articolo del Codice penale, dopo aver tentato invano di bloccarla in sede parlamentare, dove era stata approvata con i voti a favore di tutti i partiti e quelli contrari del conservatore Partito popolare, oltre a quelli dei deputati di Vox

L’agenzia Europa Press riporta quanto deciso dalla Corte costituzionale spagnola, che ritiene che questa legge non viola i diritti di libertà ideologica, religiosa o di espressione, né quelli di assemblea, di manifestazione e di uguaglianza, cosa che invece sostenevano i politici estremisti. La maggioranza dell’assemblea ha quindi approvato la bozza redatta dalla magistrata progressista María Luisa Balaguer, che invece sosteneva il rispetto della Costituzione della legge. I giudici le hanno dato ragione, ritenendo che “nessuno dei termini utilizzati dal legislatore nella redazione” dell’articolo impugnato da Vox risulta “vago” o “ imprevedibile” per i destinatari della normativa penale.