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Con la 'scusa' della guerra ucraina l'Ue ha rinviato il pacchetto per ridurre i pesticidi

di DOMENICO GUARINO -
6 aprile 2022
ivelli di glifosato anche mille volte oltre i limiti, uno studio evidenzia il disastro pesticidi in Lombardia

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La guerra in Ucraina rischia di diventare un vero e proprio boomerang per le politiche green, e di rinfocolare gli appetiti di chi non ha mai visto di buon occhio una svolta ecosostenibile. Mentre in Italia, infatti, da più parti ormai si dice che la crisi economica generata in particolare dall’aumento dei costi energetici obblighi, anche nella ripartizione dei fondi del PNRR, a compiere delle scelte che accantonino il principio della transizione ecologica, l’UE ha deciso di ritardare la pubblicazione delle proposte sull'agricoltura sostenibile e sulla natura che erano previste per la scorsa settimana, a causa, viene detto, proprio dell’impatto della guerra in Ucraina sull’approvvigionamento alimentare.

Nel "pacchetto protezione natura" ci sono le proposte su come dimezzare la dipendenza europea dai pesticidi entro il 2030

Il “pacchetto protezione della natura” che comprende le proposte su come l’Europa intenda ridurre la dipendenza dai pesticidi di almeno il 50% entro il 2030, avrebbe dovuto infatti essere emanato entro fine marzo, ma la Commissione ha deciso di rimandare la scadenza programmata senza fissarne una nuova. La revisione della Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi (Sud) è la prima proposta legislativa che concretizzerebbe gli obiettivi della Farm to Fork, strategia che intende ridurre l’impatto ambientale e climatico della produzione primaria, garantendo agli agricoltori il giusto ritorno economico. Si tratta di un piano decennale che ha l’obiettivo di guidare l’Ue verso un sistema alimentare che sia allo stesso tempo equo, sano e rispettoso dell’ambiente. La colpa sarebbe appunto del conflitto in corso in Ucraina e all’incertezza geopolitica generalizzata che, stando alle parole del commissario per la sicurezza alimentare Stella Kyriakides: "A questo punto non permette a questa proposta sull’uso sostenibile dei pesticidi e lo spazio politico di cui ha bisogno per ulteriori discussioni e riflessioni adeguate". È vero che la Russia e l’Ucraina rappresentano oltre il 30% del commercio mondiale di grano e oltre il 50% di oli, semi e farine di girasole, ma, secondo alcune organizzazioni ambientaliste,  la questione bellica sarebbe una mera giustificazione, dietro la quale si celano gli interessi in campo delle lobby che contrastano la transizione ecologica.
agricoltura

L'obiettivo dovrebbe essere quello di promuovere sistemi alimentari sani e sostenibili

"Non possiamo perdere altro tempo con piani favorevoli all’agroalimentare che non sosterranno la transizione degli agricoltori da pesticidi tossici, fertilizzanti e combustibili fossili sporchi. La Commissione ha ora l’opportunità di attuare ciò che i cittadini chiedono e di mantenere i suoi impegni per sistemi alimentari sani e sostenibili", dice Clara Bourgin di Friends of the Earth Europe. Mentre Eeb, un network internazionale di Ong ambientaliste, che pochi giorni fa ha organizzato un forum sui pesticidi, in attesa della proposta della Commissione, dichiara: "Alcuni gruppi di pressione stanno usando le atrocità della guerra in Ucraina per cercare di far deragliare la strategia Farm to Fork della Commissione europea, uno dei cui obiettivi è quello di dimezzare l’uso e il rischio di pesticidi chimici entro il 2030". Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ma per ora è chiaro che siamo di  fronte ad una svolta non di poco conto, che dà un segnale ben poco incoraggiante. Visto che "pacchetto protezione della natura" è uno dei quattro obiettivi chiave di riduzione fissati dalla Commissione nell’ambito del Green Deal, pubblicato a maggio 2020. Uno stop che apre interrogativi su quale sarà a questo punto il futuro delle politiche volte verso una transizione eco e bio sostenibile.