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Home » HP Trio » L’automobile in Italia: da simbolo di benessere a sintomo di congestione (in)sostenibile

L’automobile in Italia: da simbolo di benessere a sintomo di congestione (in)sostenibile

Le distese di automobili parcheggiate nei centri urbani sono un'immagine che il nostro Paese restituisce ormai da decenni come segno di libertà e affermazione. Ma sul piano della sostenibilità la strada è ancora lunga

Domenico Guarino
30 Dicembre 2021
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Sono 663 ogni 1000 abitanti, ed è un numero in costante crescita da diversi anni: dopo il Lussemburgo, l’Italia è il Paese dove si registra la maggiore densità di autoveicoli. Il dato si riferisce al 2019 (fonte Eurostat) ma conferma una tendenza decennale. Quella è la media, ma ci sono città dove addirittura le auto circolanti sono più di 800 ogni mille abitanti. Del resto è dagli anni del boom economico, nell’immediato secondo dopoguerra che, anche per le caratteristiche della nostra struttura industriale e manifatturiera, le quattro ruote sono diventate il paradigma stesso della nostra esistenza. Il fulcro intorno al quale riconoscere e far ruotare il benessere economico della famiglia prima, la gestione della propria stessa vita poi.

La Fiat Cinquecento, simbolo del boom economico degli anni Sessanta

Non a caso le foto dell’epoca ci restituiscono un assedio continuo agli stessi centri cittadini da parte di distese di auto, parcheggiate ovunque: in piazza del Duomo a Milano, come sotto il Campanile di Giotto e in piazza Plebiscito a Napoli o lungo il viale dei Fori imperiali. L’automobile era la libertà, l’autonomia, l’affermazione. Chiaramente si trattava di un’illusione. Anche perché a maggior parte delle aree urbane italiane ha origini e strutture medievali: i nostri centri storici hanno per lo più viuzze invece di boulevard, vicoli invece di viali. Il risultato è stato un congestionamento ed una ‘svendita’ del suolo urbano alle automobili.

Il problema è che con questi numeri invertire la rotta è molto complicato. Anche sotto il profilo della sostenibilità, i dati italiani fotografati da Eurostat non sono incoraggianti: tra i due milioni di veicoli immatricolati nel 2019 in Italia (33 ogni mille abitanti) circa la metà erano a benzina, poco più del 40% diesel e meno del 10% a trazione alternativa. Di quelli a trazione tradizionale (benzina e diesel) circa il 5% era costituito da veicoli ibridi (benzina ed elettrico, diesel ed elettrico). Riguardo ai veicoli che usano carburanti alternativi in Italia la parte del leone (quasi i tre quarti) è costituita da veicoli gpl ed il 20% da quelli a metano. Solamente il 6% delle auto a trazione alternativa immatricolate nel 2019 erano elettriche, rispetto al 26% a livello europeo. Se poi rapportiamo questi numeri sul totale dei veicoli di nuova immatricolazione vediamo che si tratta rispettivamente dell’0,5% e dell’1,7%. È proprio il caso di dirlo. Abbiamo ancora tanta strada da fare se vogliamo rendere il nostro Paese all’altezza delle sfide che ci attendono.

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
  • Riccardo Monco parte da una location d’eccellenza, Enoteca Pinchiorri di Firenze, uno dei ristoranti italiani più conosciuti al mondo e approda come new entry tra i giudici della sfida Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì alle 19.10), Monco più che chef, si sente un cuoco.

🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
Sono 663 ogni 1000 abitanti, ed è un numero in costante crescita da diversi anni: dopo il Lussemburgo, l’Italia è il Paese dove si registra la maggiore densità di autoveicoli. Il dato si riferisce al 2019 (fonte Eurostat) ma conferma una tendenza decennale. Quella è la media, ma ci sono città dove addirittura le auto circolanti sono più di 800 ogni mille abitanti. Del resto è dagli anni del boom economico, nell’immediato secondo dopoguerra che, anche per le caratteristiche della nostra struttura industriale e manifatturiera, le quattro ruote sono diventate il paradigma stesso della nostra esistenza. Il fulcro intorno al quale riconoscere e far ruotare il benessere economico della famiglia prima, la gestione della propria stessa vita poi.
La Fiat Cinquecento, simbolo del boom economico degli anni Sessanta
Non a caso le foto dell’epoca ci restituiscono un assedio continuo agli stessi centri cittadini da parte di distese di auto, parcheggiate ovunque: in piazza del Duomo a Milano, come sotto il Campanile di Giotto e in piazza Plebiscito a Napoli o lungo il viale dei Fori imperiali. L’automobile era la libertà, l’autonomia, l’affermazione. Chiaramente si trattava di un’illusione. Anche perché a maggior parte delle aree urbane italiane ha origini e strutture medievali: i nostri centri storici hanno per lo più viuzze invece di boulevard, vicoli invece di viali. Il risultato è stato un congestionamento ed una ‘svendita’ del suolo urbano alle automobili. Il problema è che con questi numeri invertire la rotta è molto complicato. Anche sotto il profilo della sostenibilità, i dati italiani fotografati da Eurostat non sono incoraggianti: tra i due milioni di veicoli immatricolati nel 2019 in Italia (33 ogni mille abitanti) circa la metà erano a benzina, poco più del 40% diesel e meno del 10% a trazione alternativa. Di quelli a trazione tradizionale (benzina e diesel) circa il 5% era costituito da veicoli ibridi (benzina ed elettrico, diesel ed elettrico). Riguardo ai veicoli che usano carburanti alternativi in Italia la parte del leone (quasi i tre quarti) è costituita da veicoli gpl ed il 20% da quelli a metano. Solamente il 6% delle auto a trazione alternativa immatricolate nel 2019 erano elettriche, rispetto al 26% a livello europeo. Se poi rapportiamo questi numeri sul totale dei veicoli di nuova immatricolazione vediamo che si tratta rispettivamente dell'0,5% e dell'1,7%. È proprio il caso di dirlo. Abbiamo ancora tanta strada da fare se vogliamo rendere il nostro Paese all’altezza delle sfide che ci attendono.
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