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Parità di genere in Europa: l’indice sale a 70,2. L’Italia migliora ma resta indietro su lavoro e denaro

Il nostro Paese è quello con il miglioramento più evidente dal 2013 ad oggi ma si colloca solo al tredicesimo posto della classifica degli Stati europei

di DOMENICO GUARINO -
12 marzo 2024
Parità di genere

Parità di genere

Finalmente una buona notizia: per la prima volta nella storia, l'indice di uguaglianza di genere europeo (lo strumento che monitora i divari tra uomini e donne in diversi ambiti nei Paesi membri) ha raggiunto un punteggio pari a 70,2. E, nella buona notizia, ce n’è ancora una più buona, che per altro ci riguarda da vicino: l’Italia è il Paese Ue che ha registrato il miglioramento più evidente, +14,9 punti rispetto al 2013.

Questo se si guarda al bicchiere mezzo pieno però, perché in quello mezzo vuoto ci troviamo il fatto che il Belpaese si colloca solo al 13° posto della classifica (68,2), ben di al di sotto di Francia e Spagna. L’indice – elaborato da Eige, l’istituto europeo per l’uguaglianza di genere – ha un punteggio che va da 1 a 100: più il valore si avvicina a 1 più i divari sono ampi, viceversa più si avvicina a 100 maggiore si può dire la parità. Viene usato non soltanto a confrontare tra loro le performance dei vari stati membri, ma anche a monitorare i loro progressi nel tempo e a valutare l’effetto delle politiche vigenti. 

Come funziona il sistema Eige

L'indice europeo sull'uguaglianza di genere stilato da Eige
L'indice europeo sull'uguaglianza di genere stilato da Eige

Il sistema Eige divide il complesso dei Paesi europei in quattro gruppi: quelli che stanno recuperando, ovvero che partendo da valori inferiori alla media la stanno raggiungendo (catching up); quelli che partendo da valori molto elevati stanno progredendo con lentezza e quindi avvicinandosi a una stabilizzazione (flattening); Stati che invece, pur partendo da valori elevati stanno comunque progredendo rapidamente (outperforming); nazioni che sono ancora lontane dalla media europea (slower pace).

Nel primo gruppo troviamo l’Italia e alcuni altri Stati dell’Europa meridionale (Malta, Cipro, Grecia), ma anche Bulgaria, Croazia e Lituania. Nel secondo principalmente Paesi dell’Europa nord-occidentale (Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia), oltre alla Slovenia. Mentre il gruppo degli outperformer comprende Spagna, Francia, Austria, Germania e Lussemburgo. Infine, nell’ultimo gruppo, varie nazioni dell’Europa centrale (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia), orientale (Romania e Polonia) e baltica (Estonia e Lettonia).

Cosa dicono i dati sulla parità di genere 

Confrontando i dati del 2021 (pubblicati nel 2023) con quelli dell’anno precedente si vede come l’indice sia in aumento di 1,6 punti, ovvero l’incremento più marcato, su base annua, dal 2013 a oggi. Complessivamente l’ambito in cui si riportano i valori più elevati, sia pur con un lieve calo rispetto al 2021, è quello della salute (88,5). A seguire denaro (82,6, anch’esso ormai stabile), lavoro (73,8) e uso del tempo (68,5). Agli ultimi posti della classifica conoscenza (63,6) e, soprattutto potere (59,1) che rimane evidentemente un territorio prevalentemente maschile e di difficile accessibilità, per quanto nel medio periodo vanti il maggior aumento (+17,2 punti dal 2010).

Se questi sono i dati generali, esiste tuttavia un’ampia differenza tra i vari Stati. L’area nord-occidentale registra ormai da tempo i valori più elevati, con la Svezia in testa (unica sopra gli 80). Mentre le cifre più basse si osservano nell’Europa orientale insieme con l’Italia, anche Portogallo e Lussemburgo riportano aumenti notevoli, di oltre 13 punti.

La situazione italiana 

E veniamo appunto all’Italia: sia pure in miglioramento e sopra la media europea, come dicevamo, il nostro Paese ha ancora tanta strada da percorrere per arrivare ad un’effettiva parità di genere. Del resto lo Stivale è in buona compagnia, in quanto anche nell’evoluta Europa le donne sono ancora considerate le principali responsabili del lavoro di cura, incontrano maggiori difficoltà ad accedere al mondo del lavoro o a ricoprire posizioni di potere, e spesso guadagnano meno dei loro colleghi di sesso maschile.

In particolare l’Italia registra valori superiori alla media negli ambiti di tempo, potere e salute, e inferiori in quelli di lavoro, denaro e conoscenze. L’ambito in cui è più avanti rispetto alla media Ue è quello del potere (3,6 punti) con un valore pari a 62,7, in incremento di ben 37,5 punti rispetto dieci anni fa (25,2). Al contrario nel lavoro la Penisola è 8,8 punti indietro rispetto alla media continentale ed è ultima in Europa.

Per quanto riguarda infine la violenza di genere, innanzitutto va detto che i dati disponibili sono ancora fortemente limitati, spesso anche vecchi, e quindi difficilmente comparabili. L’indice è ricavato dai risultati di una serie di indagini sulle donne che hanno subito abusi o molestie e su rilevazioni sugli omicidi volontari da parte di (ex) partner o familiari. Mediamente l’indice si attesta a 27,2 (nel 2017), il valore più basso tra i domini e anche in questo caso l’Italia riporta un valore leggermente inferiore alla media (26,8).