Parigi, 18 marzo 2024 – Turni di lavoro che vadano incontro ai genitori divorziati, così che possano occuparsi al meglio dei figli. È questa la proposta che il primo ministro francese Gabriel Attal ha anticipato su La Tribune Dimanche, guidato dalla sua stessa esperienza di figlio di una coppia separata. Se l’ipotesi diventasse legge, i lavoratori che si ritrovano in questa situazione si alternerebbero con il partner nell’avere settimane lavorative ‘corte’ (da 32 ore), in base a quando spetta loro di occuparsi dei figli. Le restanti settimane sarebbero regolari, da 35 ore. La questione dovrebbe essere approfondita durante il seminario governativo in programma il 27 marzo.
Si tratta di una battaglia del premier Attal: quando era titolare del ministero per i conti pubblici, aveva esortato i propri uffici a lavorare in settimane brevi, senza ridurre gli orari di lavoro. Lo scorso gennaio, lo stesso invito è stato esteso ai suoi ministri e ai relativi dicasteri. Inoltre, la questione dei figli di coppie separate, come già detto, lo tocca personalmente: quando i genitori si erano lasciati, e la madre aveva dovuto trovare un nuovo lavoro – racconta Attal – si era spesso ritrovato solo, risentendone da un punto di vista emotivo.
La pratica della settimana corta – per tutti i lavoratori, anche non separati – fa già parte degli ordinamenti di diversi Stati. Nel Regno Unito, stando ai dati di Midi Libre, ha fatto calare i burn-out sul posto di lavoro del 71%, e fatto scendere il numero di permessi di malattia dal 65% al 39%. Anche in Giappone, Islanda e Nuova Zelanda i risultati sono stati positivi.