Donne e lavoro: chi ha figli fa sempre più fatica. Ma la laurea aiuta a tenersi il posto

I dati Eurostat sull’occupazione femminile nel 2022 testimoniano un panorama che penalizza le mamme lavoratrici, ma la vera discriminante non è il numero di bambini quanto piuttosto il livello d’istruzione

di Redazione Luce!
6 aprile 2024

Lavoro e famiglia, occupazione e maternità, ufficio e casa: per gran parte delle donne in Italia questi due ambiti della loro vita, entrambi fondamentali allo stesso modo (da un lato personale, dall’altro relazionale), sono inconciliabili

Non è una novità, purtroppo, che una volta diventate madri queste rimangono fuori dal mercato del lavoro o sono costrette a rinunciare al loro impiego. Una tendenza diffusa che però tocca le lavoratrici in modo diversificato, con una distinzione di fondo: l’allontanamento dal mondo del lavoro (la maggior parte della volta costretto) avviene infatti nella maggior parte dei casi a fronte di livelli di istruzione bassi mentre riesce a resistere chi ha una laurea in tasca.

Maternità e lavoro: in Italia ancora inconciliabili
Maternità e lavoro: in Italia ancora inconciliabili

I dati Eurostat sull’occupazione femminile

La fotografia emerge dalle tabelle Eurostat sull'occupazione delle donne. Le statistiche del 2022, ultimo anno per il quale sono disponibili, indicano che nel nostro Paese lavora il 62% delle donne tra i 25 e i 54 anni, ma la percentuale sale al 64,7% per le donne senza figli e crolla al 40,9% per quelle con tre o più figli. Nel rapporto tra donne e occupazione, più del numero di componenti della famiglia conta però il livello di istruzione delle madri. 

Tra coloro che hanno un solo figlio lavora il 62,6%, con oscillazioni che vanno dall’82,9% delle laureate ad appena il 42,7% di quelle con la terza media. Il tasso di occupazione complessivo tra i 25 e i 54 anni cala al 58,3% con due figli ma scende in modo significativo con tre o più arrivando al 40,9%. Nel caso di mamme di tre o più bambini laureate, ad esempio, lavora il 77,6% di quelle che hanno tra i 25 e i 54 anni, mentre la percentuale letteralmente affonda al 21,3% se si considerano solo quelle con la terza media. Se poi l'ultimo figlio ha meno di 6 anni è occupato il 73,3% delle donne con in tasca una laurea e appena il 16,7% di quelle che si sono fermate al titolo di scuola media.

Senza figli più lavoro. Ma l’istruzione conta

Il tasso di occupazione più alto, pari al 79,2%, riguarda invece coloro che, nello stesso range d’età, non hanno figli e sono anche laureate. Un dato che non sorprende, purtroppo, dato appunto che è assodata la correlazione tra mancata carriera in virtù della famiglia. E troppo spesso non per scelta, è importante ribadirlo. Si tratta comunque di una percentuale di 8,6 punti inferiore alla media europea (pari all'87,8%).

Una distanza ancora maggiore rispetto all'Europa, riguarda le donne senza figli e con solo la terza media che lavorano nel 44,7% dei casi, a fronte del 56,2% in Ue. In pratica, pur in un panorama che penalizza le mamme lavoratrici, la vera discriminante sembra proprio essere il livello di istruzione. I numeri confermano dunque che si rinuncia al lavoro più spesso dopo la maternità a fronte di lavori probabilmente meno pagati, accessibili con titoli di studio più bassi, mentre si mantiene nella gran parte dei casi il lavoro nel caso di attività più qualificate e probabilmente meglio retribuite, in grado di coprire l'eventuale ricorso a baby sitter o aiuti in casa.