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Home » HP Trio » Paternità alla tedesca: il marito della ministra degli Esteri va in congedo per fare il papà

Paternità alla tedesca: il marito della ministra degli Esteri va in congedo per fare il papà

Il consorte di Annalena Bearbock ha lasciato il suo lavoro per dedicarsi alla cura delle figlie di 6 e 11 anni, mentre la moglie porta avanti la sua carriera politica

Nicolò Guelfi
30 Dicembre 2021
Germania, la ministra degli Esteri Annalena Bearbock

Germania, la ministra degli Esteri Annalena Bearbock

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Il padre mette da parte la sua professione per dedicarsi alla cura delle figlie, mentre la madre porta avanti una carriera di successo. Una storia non così comune oggi, specie nel mondo della politica, così ancora manifestamente a maggioranza maschile, ma è ciò che è successo ad Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca, e a suo marito Daniel Holefleisch, che già a luglio ha lasciato il suo lavoro presso la Deutsche Post Dhl, il principale gruppo di poste in Germania.
L’uomo, 48 anni, ha preso la decisione al fine di favorire la carriera politica della moglie, neoministra nel governo del socialista Olaf Scholz e co-leader del partito dei Verdi. Baerbock ha infatti corso come candidata alla Cancelleria federale la scorsa estate, prima di entrare a far parte del gabinetto di Scholz come capo della diplomazia tedesca. Lei è la prima donna cui viene affidato tale incarico.

Germania, la ministra degli Esteri Annalena Bearbock
Germania, la ministra degli Esteri Annalena Bearbock

Holefleisch ha sempre espresso pieno sostegno alla moglie, con cui è sposato dal 2007, e ora si occuperà a tempo pieno delle due figlie di 6 e 11 anni. La più piccola ha appena iniziato le scuole elementari.
Lo scorso giugno Baerbock, 41 anni da poco compiuti, aveva già dichiarato in un’intervista al giornale tedesco Bild che la sua scelta di candidarsi alla Cancelleria era stata concordata in famiglia. La leader dei Verdi aveva affermato: “Se assumerò un posto di governo, è chiaro che mio marito non continuerà il suo lavoro in questo modo. Le mie figlie sanno dove sono il mio cuore e la mia casa, ma naturalmente questo non funziona senza una divisione dei compiti: mio marito si assume la piena responsabilità e il lavoro a casa”.

Questo episodio è particolarmente positivo poiché segna che la scelta degli uomini di occuparsi delle questioni domestiche e dei figli cresce di pari passo con quella delle donne di affermarsi professionalmente (nonostante tutte le difficoltà del caso), andando nella direzione di una maggiore parità ed equità tra i generi. Purtroppo, esempi di questo tipo sono ancora molto rari. Nel 2019 l’ex leader spagnolo di Podemos, Pablo Iglesias, aveva deciso di usufruire del congedo parentale dopo la nascita dei due gemelli (nati prematuramente) avuti con la moglie Irene Montero, deputata e membro del suo stesso partito. Iglesias, ex ministro per i Diritti Sociali, aveva lasciato per un periodo la guida del partito alla compagna, già capogruppo in Parlamento e deputata dal 2016, per occuparsi dei figli dopo lo svezzamento.

Annalena Bearbock, ministra degli Esteri tedesca, e suo marito Daniel Holefleisch
Annalena Bearbock, ministra degli Esteri tedesca, e suo marito Daniel Holefleisch

Non è facile immaginare casi analoghi in Italia, dove ancora si usano termini come “mammo” per indicare un padre che accudisce la prole e fa le faccende di casa, anche se qualcosa sembra cambiare col passare del tempo. Ad oggi la gestione di figli piccoli è un impegno molto gravoso per una famiglia, anche dal punto di vista economico. Impegno che sarebbe difficile portare avanti senza il supporto dei nonni. La presenza di asili nido sul territorio e di indennità come il congedo parentale (per entrambi i genitori), sono entrambe misure da potenziare per favorire una sempre maggiore equità. Ad esempio in Italia il congedo papà per l’anno solare 2021 ha ulteriormente aumentato a dieci il numero dei giorni di congedo obbligatorio ed ha ampliato la tutela del congedo stesso, prevedendone la fruizione anche nel caso di morte perinatale del figlio.

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  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Il padre mette da parte la sua professione per dedicarsi alla cura delle figlie, mentre la madre porta avanti una carriera di successo. Una storia non così comune oggi, specie nel mondo della politica, così ancora manifestamente a maggioranza maschile, ma è ciò che è successo ad Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca, e a suo marito Daniel Holefleisch, che già a luglio ha lasciato il suo lavoro presso la Deutsche Post Dhl, il principale gruppo di poste in Germania. L’uomo, 48 anni, ha preso la decisione al fine di favorire la carriera politica della moglie, neoministra nel governo del socialista Olaf Scholz e co-leader del partito dei Verdi. Baerbock ha infatti corso come candidata alla Cancelleria federale la scorsa estate, prima di entrare a far parte del gabinetto di Scholz come capo della diplomazia tedesca. Lei è la prima donna cui viene affidato tale incarico.
Germania, la ministra degli Esteri Annalena Bearbock
Germania, la ministra degli Esteri Annalena Bearbock
Holefleisch ha sempre espresso pieno sostegno alla moglie, con cui è sposato dal 2007, e ora si occuperà a tempo pieno delle due figlie di 6 e 11 anni. La più piccola ha appena iniziato le scuole elementari. Lo scorso giugno Baerbock, 41 anni da poco compiuti, aveva già dichiarato in un’intervista al giornale tedesco Bild che la sua scelta di candidarsi alla Cancelleria era stata concordata in famiglia. La leader dei Verdi aveva affermato: “Se assumerò un posto di governo, è chiaro che mio marito non continuerà il suo lavoro in questo modo. Le mie figlie sanno dove sono il mio cuore e la mia casa, ma naturalmente questo non funziona senza una divisione dei compiti: mio marito si assume la piena responsabilità e il lavoro a casa”. Questo episodio è particolarmente positivo poiché segna che la scelta degli uomini di occuparsi delle questioni domestiche e dei figli cresce di pari passo con quella delle donne di affermarsi professionalmente (nonostante tutte le difficoltà del caso), andando nella direzione di una maggiore parità ed equità tra i generi. Purtroppo, esempi di questo tipo sono ancora molto rari. Nel 2019 l’ex leader spagnolo di Podemos, Pablo Iglesias, aveva deciso di usufruire del congedo parentale dopo la nascita dei due gemelli (nati prematuramente) avuti con la moglie Irene Montero, deputata e membro del suo stesso partito. Iglesias, ex ministro per i Diritti Sociali, aveva lasciato per un periodo la guida del partito alla compagna, già capogruppo in Parlamento e deputata dal 2016, per occuparsi dei figli dopo lo svezzamento.
Annalena Bearbock, ministra degli Esteri tedesca, e suo marito Daniel Holefleisch
Annalena Bearbock, ministra degli Esteri tedesca, e suo marito Daniel Holefleisch
Non è facile immaginare casi analoghi in Italia, dove ancora si usano termini come “mammo” per indicare un padre che accudisce la prole e fa le faccende di casa, anche se qualcosa sembra cambiare col passare del tempo. Ad oggi la gestione di figli piccoli è un impegno molto gravoso per una famiglia, anche dal punto di vista economico. Impegno che sarebbe difficile portare avanti senza il supporto dei nonni. La presenza di asili nido sul territorio e di indennità come il congedo parentale (per entrambi i genitori), sono entrambe misure da potenziare per favorire una sempre maggiore equità. Ad esempio in Italia il congedo papà per l’anno solare 2021 ha ulteriormente aumentato a dieci il numero dei giorni di congedo obbligatorio ed ha ampliato la tutela del congedo stesso, prevedendone la fruizione anche nel caso di morte perinatale del figlio.
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