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Calcio femminile, sì della Figc al professionismo: il gol per i diritti delle calciatrici di Serie A

di MARIANNA GRAZI -
27 aprile 2022
Serie-A-femminile-calcio-professionismo

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In Italia le calciatrici diventano professioniste. In una giornata storica per lo sport femminile del nostro Paese il Consiglio Federale della Federazione italiana giuoco calcio (Figc) ha completato martedì 26 aprile le modifiche normative necessarie al passaggio di 'ruolo' delle calciatrici di Serie A a partire dalla prossima stagione. Un cambio generale ritenuto necessario per garantire la sostenibilità del sistema e alzare l’asticella della competitività. Quindi addio dilettanti, "Dal primo luglio inizia il percorso del professionismo".

Barbara Bonansea, calciatrice della Juventus e della nazionale azzurra, celebra l'importante svolta con una story su Instagram in cui si dà la notizia del passaggio al professionismo a partire da luglio 2023 (Instagram)

Le resistenze iniziali e il voto della Figc

"Siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso" ha detto il presidente Gabriele Gravina, soddisfatto dopo il voto, durante il quale, si viene a sapere, c'è stato anche qualche momento di incomprensione. "Erano tutti d'accordo, tranne qualche piccola resistenza sempre dalla Lega di A che riteneva di proporre un ulteriore rinvio del professionismo, ma su questo poi abbiamo raggiunto l'accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti" ha aggiunto il numero uno della Figc, che ha poi ricordato i 18 milioni erogati negli ultimi tre anni dalla Federcalcio alla Divisione calcio femminile. Proprio la massima serie calcistica italiana, a sorpresa, inizialmente ha votato contro il passaggio, nonostante nella propria assemblea interna si fosse espressa a favore. Un momento di incomprensione che ha acceso la discussione e ha portato a un secondo voto, questa volta positivo. "C'è stato solo un malinteso" ha detto uscendo di Claudio Lotito, presidente della Lazio e consigliere federale.
Gabriele Gravina Figc

Gabriele Gravina, presidente della Figc, esulta per il voto che decide il passaggio al professionismo delle calciatrici di Serie A

"Un passaggio epocale" e "un punto di partenza"

"Con l'approvazione delle Norme organizzative interne (Noif) in Consiglio federale, abbiamo dato concretezza e una definitiva base giuridica al passaggio al professionismo previsto per l'1 luglio" afferma il presidente dell'Assocalciatori, Umberto Calcagno.  "Soprattutto, abbiamo portato a compimento un lungo e prezioso lavoro fatto in questi mesi con la Divisione calcio femminile, le società, gli uffici federali e tutte le componenti a cui vanno i nostri ringraziamenti – commenta il voto in Figc –. Sarà l'inizio di una nuova sfida che ci vedrà come sistema impegnati a cogliere tutte le opportunità di questo epocale passaggio, anche per allargare ulteriormente la pratica del calcio nel nostro Paese".

Cosa comporta il professionismo

Dal 1° luglio 2023 fare la calciatrice diventerà una professione vera e propria, a norma di legge. Un lavoro, insomma. Il calcio di Serie A femminile, insomma, non sarà inquadrato più come dilettantistico come avvenuto fino ad ora, con compensi elargiti sotto forma di rimborsi, accordi privati tra società e giocatrice e zero tutele. Dall'estate del prossimo anno le ragazze della massima serie avranno diritto ad un contratto che assicura loro compensi adeguati, il versamento dei contributi previdenziali e le varie tutele assicurative. “Cosa cambia? Le tutele: in caso di maternità, ma anche di assistenza e previdenza – ha dichiarato l'ex calciatrice Carolina Morace –. Io ho le ginocchia rovinate, avrei avuto diritto alla pensione dopo tanti anni di professionismo. E avrei avuto la pensione e sicuramente dei punti per l'invalidità".

Le reazioni

Valentina Giacinti Serie A Fiorentina

Valentina Giacinti, calciatrice che milita in Serie A con la maglia della Fiorentina e nella nazionale di calcio femminile

Una svolta storica, una giornata da ricordare, un passaggio epocale. Quello di oggi, per lo sport in generale ma soprattutto per le migliaia di bambine, ragazze e donne che lo praticano, è davvero un traguardo ma allo stesso tempo deve essere uno stimolo per proseguire nella lotta per far valere i propri diritti come pari e uguali a quelli dei colleghi maschi anche nelle altre discipline. "Che sia il traguardo di una partenza. È positivo. Ci sono tanti esempi in Europa. Non siamo i primi – sottolinea infatti a LaPresse Carolina Morace dopo il via libera del consiglio federale Figc –. I 90 mila spettatori a Barcellona dicono che c’è interesse per il calcio femminile, anche in Paesi latini come la Spagna e l'Italia. I risultati dell'Italia hanno certamente contribuito così come l'ingresso delle squadre professionistiche – aggiunge –. Vanno i complimenti alla Figc e al presidente per il fatto che sono stati i primi a farlo. Dimostra che grazie alla sua sensibilità si è arrivati a questo traguardo. Ora mi auspico che anche altre federazioni facciano altrettanto", conclude. Un plauso generale arriva dagli utenti dei social e tra chi commenta positivamente la svolta ci sono anche varie donne della politica, come la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti e l'onorevole dem, ex presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini e infine non poteva mancare la nota di Valentina Vezzali, campionessa olimpica di scherma e oggi Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, che ha twittato: "Il passaggio al professionismo è per il calcio femminile una grande conquista. Ora tutti insieme al lavoro per trovare le risorse adeguate".

Il commento di Assist

Luisa Rizzitelli Assist

Luisa Rizzitelli, presidente di Assist: "Bene la scelta della Figc ma lo sport italiano non ha ancora aperto il professionismo delle donne"

"Oggi è un bel giorno per il calcio italiano: dalla nascita della Federalcio, nel lontano 1898, mai una donna aveva avuto accesso al professionismo, mai. Ma oggi con un annuncio giustamente roboante, sappiamo che alle calciatrici sarà finalmente riconosciuto il diritto sacrosanto e sancito dalla Costituzione di essere professioniste come possono esserlo gli uomini. La notizia è una cosa buona per il calcio italiano e per le calciatrici". Queste le parole della presidente di Assist (Associazione Nazionale Atlete), Luisa Rizzitelli, che invita le altre 44 federazioni sportive a fare lo stesso passo fatto oggi dalla Figc. "Tuttavia, per onestà intellettuale, crediamo sia doveroso dire due cose – chiarisce –. La prima è che quello che ha fatto la Federcalcio lo poteva già fare da prima della riforma (sorge il dubbio che a rimuovere le tante resistenze siano stati i milioni di euro della collettività messi a disposizione dallo Stato per sostenere proprio l'emersione del professionismo femminile e che ora, questi milioni, verosimilmente saranno usati soprattutto dai Club del calcio maschile più ricchi e che hanno finalmente ottime squadre femminili...). Comunque sia, ci si è arrivati nel calcio: dopo 124 anni, ma ci siamo arrivati". "La seconda cosa che voglio sottolineare– prosegue Rizzitelli – è che purtroppo questo successo per il calcio italiano e per le calciatrici non sarà una vittoria per lo Sport italiano, perché nelle altre discipline sportive tutto resterà come prima: non avremo cestiste, sciatrici, nuotatrici, pallamaniste, ecc. professioniste. E non le avremo perché gli altri 44 Presidenti Federali, votati ed eletti dai datori di lavoro di atlete e atleti, non hanno ancora fatto il passo che invece oggi la FIGC, prima in Italia, ci annuncia di aver compiuto: chiedere che le proprie discipline, non solo femminili, abbiano accesso al professionismo quando si configurino i requisiti del lavoro sportivo". Quindi attenzione, conclude la presidente di Assist: "Lo sport italiano non ha aperto il professionismo alle donne, come Assist chiede da 20 anni. Lo ha fatto solo il calcio, e il risultato, piaccia o no, è che ora avremo anche "figlie e figliastre", cioè chi godrà di diritti e tutele e chi, pur facendo lo stesso lavoro, questi diritti non li avrà. Giudicate voi se questa è una vittoria per lo Sport oppure no".