In Italia le calciatrici diventano professioniste. In una giornata storica per lo sport femminile del nostro Paese il Consiglio Federale della Federazione italiana giuoco calcio (Figc) ha completato martedì 26 aprile le modifiche normative necessarie al passaggio di 'ruolo' delle calciatrici di Serie A a partire dalla prossima stagione. Un cambio generale ritenuto necessario per garantire la sostenibilità del sistema e alzare l’asticella della competitività. Quindi addio dilettanti, "Dal primo luglio inizia il percorso del professionismo".
Le resistenze iniziali e il voto della Figc
"Siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso" ha detto il presidente Gabriele Gravina, soddisfatto dopo il voto, durante il quale, si viene a sapere, c'è stato anche qualche momento di incomprensione. "Erano tutti d'accordo, tranne qualche piccola resistenza sempre dalla Lega di A che riteneva di proporre un ulteriore rinvio del professionismo, ma su questo poi abbiamo raggiunto l'accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti" ha aggiunto il numero uno della Figc, che ha poi ricordato i 18 milioni erogati negli ultimi tre anni dalla Federcalcio alla Divisione calcio femminile. Proprio la massima serie calcistica italiana, a sorpresa, inizialmente ha votato contro il passaggio, nonostante nella propria assemblea interna si fosse espressa a favore. Un momento di incomprensione che ha acceso la discussione e ha portato a un secondo voto, questa volta positivo. "C'è stato solo un malinteso" ha detto uscendo di Claudio Lotito, presidente della Lazio e consigliere federale."Un passaggio epocale" e "un punto di partenza"
"Con l'approvazione delle Norme organizzative interne (Noif) in Consiglio federale, abbiamo dato concretezza e una definitiva base giuridica al passaggio al professionismo previsto per l'1 luglio" afferma il presidente dell'Assocalciatori, Umberto Calcagno. "Soprattutto, abbiamo portato a compimento un lungo e prezioso lavoro fatto in questi mesi con la Divisione calcio femminile, le società, gli uffici federali e tutte le componenti a cui vanno i nostri ringraziamenti – commenta il voto in Figc –. Sarà l'inizio di una nuova sfida che ci vedrà come sistema impegnati a cogliere tutte le opportunità di questo epocale passaggio, anche per allargare ulteriormente la pratica del calcio nel nostro Paese".Cosa comporta il professionismo
Dal 1° luglio 2023 fare la calciatrice diventerà una professione vera e propria, a norma di legge. Un lavoro, insomma. Il calcio di Serie A femminile, insomma, non sarà inquadrato più come dilettantistico come avvenuto fino ad ora, con compensi elargiti sotto forma di rimborsi, accordi privati tra società e giocatrice e zero tutele. Dall'estate del prossimo anno le ragazze della massima serie avranno diritto ad un contratto che assicura loro compensi adeguati, il versamento dei contributi previdenziali e le varie tutele assicurative. “Cosa cambia? Le tutele: in caso di maternità, ma anche di assistenza e previdenza – ha dichiarato l'ex calciatrice Carolina Morace –. Io ho le ginocchia rovinate, avrei avuto diritto alla pensione dopo tanti anni di professionismo. E avrei avuto la pensione e sicuramente dei punti per l'invalidità".Le reazioni
Una svolta storica, una giornata da ricordare, un passaggio epocale. Quello di oggi, per lo sport in generale ma soprattutto per le migliaia di bambine, ragazze e donne che lo praticano, è davvero un traguardo ma allo stesso tempo deve essere uno stimolo per proseguire nella lotta per far valere i propri diritti come pari e uguali a quelli dei colleghi maschi anche nelle altre discipline. "Che sia il traguardo di una partenza. È positivo. Ci sono tanti esempi in Europa. Non siamo i primi – sottolinea infatti a LaPresse Carolina Morace dopo il via libera del consiglio federale Figc –. I 90 mila spettatori a Barcellona dicono che c’è interesse per il calcio femminile, anche in Paesi latini come la Spagna e l'Italia. I risultati dell'Italia hanno certamente contribuito così come l'ingresso delle squadre professionistiche – aggiunge –. Vanno i complimenti alla Figc e al presidente per il fatto che sono stati i primi a farlo. Dimostra che grazie alla sua sensibilità si è arrivati a questo traguardo. Ora mi auspico che anche altre federazioni facciano altrettanto", conclude. Un plauso generale arriva dagli utenti dei social e tra chi commenta positivamente la svolta ci sono anche varie donne della politica, come la ministra per le Pari opportunità Elena Bonettie l'onorevole dem, ex presidente della Camera dei Deputati, Laura BoldriniDalla @FIGC una decisione storica, che rompe un altro soffitto di cristallo: dal primo luglio inizia il percorso del professionismo del calcio femminile. Grazie al presidente Gravina e a chi non ha mai smesso di credere in questa vittoria, che è di tutto il Paese! @VVezzali pic.twitter.com/GNrlUcQT5r
— Elena Bonetti (@elenabonetti) April 26, 2022
e infine non poteva mancare la nota di Valentina Vezzali, campionessa olimpica di scherma e oggi Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, che ha twittato: "Il passaggio al professionismo è per il calcio femminile una grande conquista. Ora tutti insieme al lavoro per trovare le risorse adeguate".Dopo ben 124 anni è arrivato il professionismo per il #calciofemminile di serie A.
Un primo passo importante, assai meritato. Ora però anche le altre federazioni seguano l’esempio. Basta con la #disparitàdigenere nello sport! pic.twitter.com/pIeMdTJFJb — Laura Boldrini (@lauraboldrini) April 26, 2022