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Home » HP Trio » Roma approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati

Roma approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati

Su proposta dell’assessora Barbara Funari la giunta capitolina ha dato il via libera al documento promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite

Lucia Lapi
1 Gennaio 2022
Rifugiati: due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar

Rifugiati: due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar

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Roma Capitale approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati. Su proposta dell’assessora alle Politiche Sociali Barbara Funari, la giunta capitolina l’ultimo giorno dell’anno ha dato il via libera alla Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate, documento promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e redatto da un gruppo di lavoro costituito con i Comuni di Bari, Milano, Napoli, Palermo e Torino. Lo riferisce il Comune.

Roma Capitale approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati
Roma Capitale approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati

“Roma Capitale considera l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate un valore basilare e un principio guida per il futuro della città, oltre che un fattore di arricchimento e sviluppo armonico dei territori. Considerato il ruolo cruciale svolto dagli enti locali nella promozione dell’integrazione sociale, culturale ed economica, l’Amministrazione Capitolina, con gli altri Comuni aderenti, avvia così un percorso per costruire una rete che possa facilitare lo scambio di esperienze e conoscenze, il confronto proficuo con le istituzioni nazionali e l’identificazione di soluzioni operative, anche attraverso una più stretta collaborazione tra i propri servizi e sportelli, per accrescere qualità ed efficacia nel supporto all’integrazione – spiega una nota – Questo percorso sarà rafforzato con la collaborazione di altre istituzioni, del terzo settore, della società civile e dell’UNHCR, per realizzare le attività descritte nella Carta, a beneficio delle persone richiedenti asilo e rifugiate e delle comunità di accoglienza”.

Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar
Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar

“Per promuovere e favorire nei propri territori processi di integrazione e di inclusione, le Amministrazioni che aderiscono alla Carta si impegnano concretamente a realizzare una serie di azioni, come: compartecipare al rafforzamento del sistema nazionale di accoglienza, favorendo quella diffusa in piccoli nuclei e in famiglia – recita il testo – ; garantire soluzioni abitative post-accoglienza, promuovendo percorsi di accompagnamento all’abitare per le persone rifugiate; rafforzare il legame tra sistema di accoglienza e welfare; facilitare una rapida acquisizione dei documenti essenziali, al fine di accelerare i percorsi di inclusione; promuovere la tutela della salute; sostenere l’empowerment delle persone rifugiate; consolidare i servizi a loro rivolti; favorire lo scambio e gli incontri tra le persone rifugiate e la comunità locale; assicurare la sostenibilità delle attività e dei servizi nel lungo periodo“.

Sono quasi 80 milioni le persone in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze nel mondo. Il dato è dell’agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr,
Sono oltre 80 milioni le persone in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze nel mondo. Il dato è dell’agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr

“La Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate, risultato di un gruppo di lavoro costituito con i Comuni di Bari, Napoli, Milano, Palermo e Torino, con il supporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è un passaggio importante nella realizzazione delle nostre linee programmatiche e della visione di una Roma che include, favorisce l’integrazione e non lascia indietro nessuno” ha affermato l’assessora alle Politiche Sociali Barbara Funari.

“Verranno privilegiate, prima di tutto, le categorie vulnerabili come donne e bambini e l’obiettivo è arrivare presto ad una fase operativa con il coinvolgimento dei territori e con una rete che possa facilitare lo scambio di esperienze e conoscenze”, ha concluso l’assessora.

I dati

Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar. Sono quasi 80 milioni le persone in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze nel mondo. Il dato è dell’agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr, nel suo rapporto annuale Global Trends.

Alla fine del 2019 risultavano essere in fuga 79,5 milioni di persone, il 40% dei quali minori
Alla fine del 2019 risultavano essere in fuga 79,5 milioni di persone, il 40% dei quali minori

Alla fine del 2019 risultavano essere in fuga 79,5 milioni di persone, il 40% dei quali minori, fra 30 e 34 milioni di bambini e ragazzi, un numero più alto di quello dell’intera popolazione di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme. Sono più dell’1 per cento della popolazione mondiale e la maggior parte di loro non riesce mai a tornare a casa. È il numero più alto degli ultimi dieci anni. Nel 2010 erano la metà, 41 milioni, quanti lasciavano il paese d’origine. Sono guerre, conflitti e carestie a spostare la geografia umana del mondo. Facile e immediato pensare alla Siria da dieci anni ormai in guerra, ma ci sono anche il Venezuela di Maduro da cui la gente fugge per fare e le persecuzioni contro le minoranze come in Birmania, oltre ai cambiamenti climatici che stanno portando alla desertificazione di nuove regioni in Africa.

Sono più dell’1 per cento della popolazione mondiale e la maggior parte di loro non riesce mai a tornare a casa
I rifugiat sono più dell’1 per cento della popolazione mondiale e la maggior parte di loro non riesce mai a tornare a casa

Negli anni Novanta, una media di 1,5 milioni di rifugiati riusciva a fare ritorno a casa ogni anno. Negli ultimi anni la media è scesa vertiginosamente. “Siamo testimoni di una realtà nuova che ci dimostra come gli esodi forzati, oggi, non soltanto siano largamente più diffusi, ma, inoltre, non costituiscano più un fenomeno temporaneo e a breve termine – le parole dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi – . Non ci si può aspettare che le persone vivano per anni e anni una condizione precaria, senza avere né la possibilità di tornare a casa né la speranza di poter cominciare una nuova vita nel luogo in cui si trovano”.

L’Unhcr chiede un atteggiamento profondamente nuovo e aperto nei confronti di tutti coloro che fuggono e insieme un impulso molto più determinato nel risolvere i conflitti. Dei 79,5 milioni di persone in fuga alla fine del 2019, 45,7 milioni erano sfollati all’interno dei propri Paesi e il resto oltre confine: 4,2 milioni in attesa dell’esito della domanda di asilo.

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Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

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 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Roma Capitale approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati. Su proposta dell’assessora alle Politiche Sociali Barbara Funari, la giunta capitolina l’ultimo giorno dell’anno ha dato il via libera alla Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate, documento promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e redatto da un gruppo di lavoro costituito con i Comuni di Bari, Milano, Napoli, Palermo e Torino. Lo riferisce il Comune.
Roma Capitale approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati
Roma Capitale approva la Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiati
“Roma Capitale considera l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate un valore basilare e un principio guida per il futuro della città, oltre che un fattore di arricchimento e sviluppo armonico dei territori. Considerato il ruolo cruciale svolto dagli enti locali nella promozione dell’integrazione sociale, culturale ed economica, l’Amministrazione Capitolina, con gli altri Comuni aderenti, avvia così un percorso per costruire una rete che possa facilitare lo scambio di esperienze e conoscenze, il confronto proficuo con le istituzioni nazionali e l’identificazione di soluzioni operative, anche attraverso una più stretta collaborazione tra i propri servizi e sportelli, per accrescere qualità ed efficacia nel supporto all’integrazione - spiega una nota - Questo percorso sarà rafforzato con la collaborazione di altre istituzioni, del terzo settore, della società civile e dell’UNHCR, per realizzare le attività descritte nella Carta, a beneficio delle persone richiedenti asilo e rifugiate e delle comunità di accoglienza".
Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar
Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar
"Per promuovere e favorire nei propri territori processi di integrazione e di inclusione, le Amministrazioni che aderiscono alla Carta si impegnano concretamente a realizzare una serie di azioni, come: compartecipare al rafforzamento del sistema nazionale di accoglienza, favorendo quella diffusa in piccoli nuclei e in famiglia - recita il testo - ; garantire soluzioni abitative post-accoglienza, promuovendo percorsi di accompagnamento all’abitare per le persone rifugiate; rafforzare il legame tra sistema di accoglienza e welfare; facilitare una rapida acquisizione dei documenti essenziali, al fine di accelerare i percorsi di inclusione; promuovere la tutela della salute; sostenere l’empowerment delle persone rifugiate; consolidare i servizi a loro rivolti; favorire lo scambio e gli incontri tra le persone rifugiate e la comunità locale; assicurare la sostenibilità delle attività e dei servizi nel lungo periodo“.
Sono quasi 80 milioni le persone in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze nel mondo. Il dato è dell’agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr,
Sono oltre 80 milioni le persone in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze nel mondo. Il dato è dell’agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr
“La Carta per l’integrazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate, risultato di un gruppo di lavoro costituito con i Comuni di Bari, Napoli, Milano, Palermo e Torino, con il supporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è un passaggio importante nella realizzazione delle nostre linee programmatiche e della visione di una Roma che include, favorisce l’integrazione e non lascia indietro nessuno" ha affermato l’assessora alle Politiche Sociali Barbara Funari. “Verranno privilegiate, prima di tutto, le categorie vulnerabili come donne e bambini e l’obiettivo è arrivare presto ad una fase operativa con il coinvolgimento dei territori e con una rete che possa facilitare lo scambio di esperienze e conoscenze", ha concluso l'assessora.

I dati

Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar. Sono quasi 80 milioni le persone in fuga da conflitti, persecuzioni o violenze nel mondo. Il dato è dell’agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr, nel suo rapporto annuale Global Trends.
Alla fine del 2019 risultavano essere in fuga 79,5 milioni di persone, il 40% dei quali minori
Alla fine del 2019 risultavano essere in fuga 79,5 milioni di persone, il 40% dei quali minori
Alla fine del 2019 risultavano essere in fuga 79,5 milioni di persone, il 40% dei quali minori, fra 30 e 34 milioni di bambini e ragazzi, un numero più alto di quello dell’intera popolazione di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme. Sono più dell’1 per cento della popolazione mondiale e la maggior parte di loro non riesce mai a tornare a casa. È il numero più alto degli ultimi dieci anni. Nel 2010 erano la metà, 41 milioni, quanti lasciavano il paese d’origine. Sono guerre, conflitti e carestie a spostare la geografia umana del mondo. Facile e immediato pensare alla Siria da dieci anni ormai in guerra, ma ci sono anche il Venezuela di Maduro da cui la gente fugge per fare e le persecuzioni contro le minoranze come in Birmania, oltre ai cambiamenti climatici che stanno portando alla desertificazione di nuove regioni in Africa.
Sono più dell’1 per cento della popolazione mondiale e la maggior parte di loro non riesce mai a tornare a casa
I rifugiat sono più dell’1 per cento della popolazione mondiale e la maggior parte di loro non riesce mai a tornare a casa
Negli anni Novanta, una media di 1,5 milioni di rifugiati riusciva a fare ritorno a casa ogni anno. Negli ultimi anni la media è scesa vertiginosamente. "Siamo testimoni di una realtà nuova che ci dimostra come gli esodi forzati, oggi, non soltanto siano largamente più diffusi, ma, inoltre, non costituiscano più un fenomeno temporaneo e a breve termine - le parole dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi - . Non ci si può aspettare che le persone vivano per anni e anni una condizione precaria, senza avere né la possibilità di tornare a casa né la speranza di poter cominciare una nuova vita nel luogo in cui si trovano". L’Unhcr chiede un atteggiamento profondamente nuovo e aperto nei confronti di tutti coloro che fuggono e insieme un impulso molto più determinato nel risolvere i conflitti. Dei 79,5 milioni di persone in fuga alla fine del 2019, 45,7 milioni erano sfollati all’interno dei propri Paesi e il resto oltre confine: 4,2 milioni in attesa dell’esito della domanda di asilo.
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