Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » HP Trio » Sesso e pandemia: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app di incontri. Ritarda la ‘prima volta’

Sesso e pandemia: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app di incontri. Ritarda la ‘prima volta’

Con le restrizioni da Covid è cresciuto fra gli adolescenti il ricorso al porno online, la ricerca Fiss: “Durante l’isolamento i giovanissimi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono i più piccoli (tra gli 11 e i 14 anni). Ritardato il momento della prima volta"

Lucia Lapi
29 Marzo 2022
In pandemia cresciuto uso porno online: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app incontri per trovare partner

Sextortion: cresce numero minori vittime estorsioni a sfondo sessuale. Cos'è e come difendersi

Share on FacebookShare on Twitter

In pandemia cresciuto uso porno online: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app incontri per trovare partner. “Il Covid-19 ha colpito i giovani anche nell’intimo!. L’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) ha condotto un’indagine per esplorare il vissuto dei giovani rispetto a sessualità e affettività ai tempi della pandemia.

Il questionario

In pandemia cresciuto uso porno online: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app incontri per trovare partner
In pandemia cresciuto uso porno online: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app incontri per trovare partner

Al questionario, pubblicato sul sito Skuola.net, hanno risposto 3500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni. I risultati sono suddivisi in quattro aree tematiche. La prima riguarda le relazioni, sia sessuali sia affettive, e l’uso che i giovani hanno fatto di internet e delle app di incontro. L’indagine completa verrà presentata in occasione del convegno dell’Osservatorio che si terrà on line il 24 giugno 2022, promosso dalla Federazione”. Così nella nota diffusa da Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss). “I risultati mostrano come il virus abbia inciso nelle relazioni affettive e sessuali dei ragazzi più giovani o nei giovani adulti spingendoli ancora di più all’uso di applicazioni o della rete internet per incontrare gli altri.

Gli obiettivi dell’indagine

Obiettivo dell’indagine condotta dall’Osservatorio è sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni gli effetti che un evento mondiale come la pandemia ha generato sulla generazione”, spiega Salvo Caruso, professore associato di ginecologia all’Università di Catania, sessuologo clinico e presidente Fiss.

La prima volta

“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni
“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva solo 11 anni

“Forse condizionati dal Covid, i ragazzi hanno ritardato il momento della ‘prima volta’. Metà degli intervistati- sottolineano gli esperti- afferma infatti di non aver mai avuto rapporti sessuali. E anche fra chi ha già avuto rapporti, il 40% non ha avuto relazioni sessuali da quando è iniziata la pandemia, il 20% le ha avute ma in misura ridotta. Solo il 22% ha continuato come prima e il 18% ha invece aumentato i contatti sessuali.

Forse condizionati dal Covid, i ragazzi hanno ritardato il momento della ‘prima volta (immagine dal film ‘Il tempo delle mele’)

“Sono emerse differenze significative in base all’età, ma non all’orientamento sessuale e al genere. I ragazzi più grandi hanno avuto una maggiore riduzione dei contatti sessuali, rispetto ai più piccoli che dichiarano, per la maggior parte, di non aver avuto mai rapporti o non aver avuto relazioni sessuali nel periodo della pandemia”, afferma Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona e vicepresidente Fiss. “L’esperienza sessuale- aggiunge- sembra aver risentito dell’impatto del Covid-19. La metà dei ragazzi del campione totale non ha mai avuto rapporti e su questo il virus con le sue limitazioni ha sicuramente influito nel rimandare l’inizio dell’attività sessuale”.

L’aumento dell’uso del web

“Secondo la maggior parte (61%) dei partecipanti all’indagine,- si legge ancora- il Covid-19 non ha avuto impatto sull’uso di internet nell’attività sessuale dall’inizio della diffusione del virus. Solo uno su quattro (25%) ammette di aver aumentato l’uso del web mentre il 14% dichiara addirittura di averlo diminuito. Sono principalmente i maschi (33,1%) ad aver aumentato l’uso di internet collegato al sesso e chi ha un orientamento omosessuale (40,2%) e pansessuale (31,8%)”.

Relazioni affettive

Del sesso si parla sempre più e in modo molto più aperto

Durante il periodo di isolamento, alcuni ragazzi (29,1%) hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno

“Le limitazioni sociali sembrano aver influenzato la sfera affettiva per una parte dei giovani – aggiunge la ricerca -: un ragazzo su tre (33,1%) afferma di aver ridotto le relazioni proprio per colpa delle restrizioni.

Il 28,2% invece dichiara di non aver avuto cambiamenti, il 20,8% di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima della pandemia, mentre il 17,9% attualmente non ha relazioni affettive.

Sono emerse differenze significative in base all’età e all’orientamento sessuale, ma non in base al genere. Sono infatti i ragazzi più grandi, tra i 19 e i 24 anni (36,8%), e i ragazzi che si definiscono asessuali (43,4%) ad aver avuto una riduzione maggiore delle relazioni affettive a causa del Covid-19, mentre i pansessuali (31,9%) dichiarano maggiormente di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima”. “Con la pandemia, il 46,6%- spiega la Fiss- dei giovani non ha modificato l’uso di internet per le proprie relazioni affettive, ma il 40% dichiara di aver aumentato l’uso di internet a questo scopo rispetto al periodo precedente alla pandemia e il 13,4% di averlo diminuito. Specie nella fascia tra i 15 e i 18 anni (41,4%) e i giovani di orientamento omossessuale (52,5%) e pansessuale (55,2%) hanno aumentato il tempo speso online per portare avanti la propria relazione affettiva”.

Porno on line

“Durante il periodo di isolamento, alcuni ragazzi (29,1%) hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno, di cui il 9,1% dichiara di aver aumentato molto il ricorso a internet per questo scopo. Il 26% invece non riporta nessun cambiamento rispetto a prima e il 37,2% dice di non averlo mai visionato. “Durante l’isolamento, i ragazzi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono per lo più i più piccoli tra gli 11 e i 14 anni (13,9% ‘molto aumentato’), i maschi (16,1% ‘molto aumentato’) e i ragazzi con orientamento omosessuale (17% ‘molto aumentato’)”, sottolinea Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president Fiss.

Il ricorso all’app come “salvezza”

Secondo i dati della ricerca Fiss, durante l’isolamento i giovanissimi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono i più piccoli : tra gli 11 e i 14 anni

“I ragazzi che usano le app di incontri per cercare partner sessuali sono il 15,2%, tra cui il 3,6% le usa ogni giorno, il 4,7% più volte a settimana, lo 0,7% una volta al mese e il 6,2% le utilizza poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner sessuali coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,1%), i maschi (6,7%) e i ragazzi pansessuali (18,2%) e asessuali (12,1%). Le app di incontri sono utilizzate con la stessa frequenza anche per la ricerca di partner affettivi (15%). Tra questi, infatti, il 3,7% le usa più volte al giorno, il 4,4% più volte a settimana, l’1% circa una volta al mese e il 5,9% solo poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner affettivi coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,3%), i maschi (6,5%) e i ragazzi pansessuali (16,3%) e asessuali (11,7%).

“Rispetto all’uso delle app per incontri, i giovani che le considerano un buon mezzo per ricercare partner affettivi e sessuali sono il 18,3%, mentre la maggior parte (43,3%) dichiara che non sempre lo sono. La criticità ci aiuta a pensare che sia importante il contatto reale e che i giovani ne siano consapevoli e che questo sia un buon indizio. Sono emerse differenze significative in base all’età, al genere e all’orientamento sessuale”, conclude Roberta Giommi, psicoterapeuta, sessuologo clinico direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze, componente del direttivo Fiss.

Potrebbe interessarti anche

La deputata, già ministra per le pari opportunità, Elena Bonetti
Politica

Figli di coppie gay e utero in affitto, la deputata Bonetti: “Tuteliamo i bambini“

20 Marzo 2023
L'attore Pedro Pascal (Instagram)
Spettacolo

Pedro Pascal, chi è il “daddy” della Generazione Z

19 Marzo 2023
Una coppia di albatros
Scienze e culture

Cambiamento climatico, aumentano i divorzi tra gli albatros

19 Marzo 2023

Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
In pandemia cresciuto uso porno online: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app incontri per trovare partner. “Il Covid-19 ha colpito i giovani anche nell’intimo!. L’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) ha condotto un’indagine per esplorare il vissuto dei giovani rispetto a sessualità e affettività ai tempi della pandemia.

Il questionario

In pandemia cresciuto uso porno online: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app incontri per trovare partner
In pandemia cresciuto uso porno online: il 3,6% ragazzi ogni giorno ricorre ad app incontri per trovare partner
Al questionario, pubblicato sul sito Skuola.net, hanno risposto 3500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni. I risultati sono suddivisi in quattro aree tematiche. La prima riguarda le relazioni, sia sessuali sia affettive, e l’uso che i giovani hanno fatto di internet e delle app di incontro. L’indagine completa verrà presentata in occasione del convegno dell’Osservatorio che si terrà on line il 24 giugno 2022, promosso dalla Federazione”. Così nella nota diffusa da Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss). “I risultati mostrano come il virus abbia inciso nelle relazioni affettive e sessuali dei ragazzi più giovani o nei giovani adulti spingendoli ancora di più all’uso di applicazioni o della rete internet per incontrare gli altri.

Gli obiettivi dell'indagine

Obiettivo dell’indagine condotta dall’Osservatorio è sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni gli effetti che un evento mondiale come la pandemia ha generato sulla generazione”, spiega Salvo Caruso, professore associato di ginecologia all’Università di Catania, sessuologo clinico e presidente Fiss.

La prima volta

“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva soltanto 11 anni
“Ho iniziato a guardare i porno a 11 anni, mi hanno distrutto il cervello”: recentemente Billie Eilish ha dichiarato di aver conosciuto il mondo della pornografia quando aveva solo 11 anni
“Forse condizionati dal Covid, i ragazzi hanno ritardato il momento della ‘prima volta’. Metà degli intervistati- sottolineano gli esperti- afferma infatti di non aver mai avuto rapporti sessuali. E anche fra chi ha già avuto rapporti, il 40% non ha avuto relazioni sessuali da quando è iniziata la pandemia, il 20% le ha avute ma in misura ridotta. Solo il 22% ha continuato come prima e il 18% ha invece aumentato i contatti sessuali.
Forse condizionati dal Covid, i ragazzi hanno ritardato il momento della ‘prima volta (immagine dal film 'Il tempo delle mele')
“Sono emerse differenze significative in base all’età, ma non all’orientamento sessuale e al genere. I ragazzi più grandi hanno avuto una maggiore riduzione dei contatti sessuali, rispetto ai più piccoli che dichiarano, per la maggior parte, di non aver avuto mai rapporti o non aver avuto relazioni sessuali nel periodo della pandemia”, afferma Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona e vicepresidente Fiss. “L’esperienza sessuale- aggiunge- sembra aver risentito dell’impatto del Covid-19. La metà dei ragazzi del campione totale non ha mai avuto rapporti e su questo il virus con le sue limitazioni ha sicuramente influito nel rimandare l’inizio dell’attività sessuale”.

L'aumento dell'uso del web

“Secondo la maggior parte (61%) dei partecipanti all’indagine,- si legge ancora- il Covid-19 non ha avuto impatto sull’uso di internet nell’attività sessuale dall’inizio della diffusione del virus. Solo uno su quattro (25%) ammette di aver aumentato l’uso del web mentre il 14% dichiara addirittura di averlo diminuito. Sono principalmente i maschi (33,1%) ad aver aumentato l’uso di internet collegato al sesso e chi ha un orientamento omosessuale (40,2%) e pansessuale (31,8%)”.

Relazioni affettive

Del sesso si parla sempre più e in modo molto più aperto

Durante il periodo di isolamento, alcuni ragazzi (29,1%) hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno
“Le limitazioni sociali sembrano aver influenzato la sfera affettiva per una parte dei giovani - aggiunge la ricerca -: un ragazzo su tre (33,1%) afferma di aver ridotto le relazioni proprio per colpa delle restrizioni. Il 28,2% invece dichiara di non aver avuto cambiamenti, il 20,8% di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima della pandemia, mentre il 17,9% attualmente non ha relazioni affettive. Sono emerse differenze significative in base all’età e all’orientamento sessuale, ma non in base al genere. Sono infatti i ragazzi più grandi, tra i 19 e i 24 anni (36,8%), e i ragazzi che si definiscono asessuali (43,4%) ad aver avuto una riduzione maggiore delle relazioni affettive a causa del Covid-19, mentre i pansessuali (31,9%) dichiarano maggiormente di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima”. “Con la pandemia, il 46,6%- spiega la Fiss- dei giovani non ha modificato l’uso di internet per le proprie relazioni affettive, ma il 40% dichiara di aver aumentato l’uso di internet a questo scopo rispetto al periodo precedente alla pandemia e il 13,4% di averlo diminuito. Specie nella fascia tra i 15 e i 18 anni (41,4%) e i giovani di orientamento omossessuale (52,5%) e pansessuale (55,2%) hanno aumentato il tempo speso online per portare avanti la propria relazione affettiva”.

Porno on line

"Durante il periodo di isolamento, alcuni ragazzi (29,1%) hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno, di cui il 9,1% dichiara di aver aumentato molto il ricorso a internet per questo scopo. Il 26% invece non riporta nessun cambiamento rispetto a prima e il 37,2% dice di non averlo mai visionato. “Durante l’isolamento, i ragazzi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono per lo più i più piccoli tra gli 11 e i 14 anni (13,9% ‘molto aumentato’), i maschi (16,1% ‘molto aumentato’) e i ragazzi con orientamento omosessuale (17% ‘molto aumentato’)”, sottolinea Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president Fiss.

Il ricorso all’app come "salvezza"

Secondo i dati della ricerca Fiss, durante l’isolamento i giovanissimi che hanno aumentato l’uso di internet per accedere a immagini o video porno sono i più piccoli : tra gli 11 e i 14 anni
“I ragazzi che usano le app di incontri per cercare partner sessuali sono il 15,2%, tra cui il 3,6% le usa ogni giorno, il 4,7% più volte a settimana, lo 0,7% una volta al mese e il 6,2% le utilizza poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner sessuali coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,1%), i maschi (6,7%) e i ragazzi pansessuali (18,2%) e asessuali (12,1%). Le app di incontri sono utilizzate con la stessa frequenza anche per la ricerca di partner affettivi (15%). Tra questi, infatti, il 3,7% le usa più volte al giorno, il 4,4% più volte a settimana, l’1% circa una volta al mese e il 5,9% solo poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner affettivi coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,3%), i maschi (6,5%) e i ragazzi pansessuali (16,3%) e asessuali (11,7%). “Rispetto all’uso delle app per incontri, i giovani che le considerano un buon mezzo per ricercare partner affettivi e sessuali sono il 18,3%, mentre la maggior parte (43,3%) dichiara che non sempre lo sono. La criticità ci aiuta a pensare che sia importante il contatto reale e che i giovani ne siano consapevoli e che questo sia un buon indizio. Sono emerse differenze significative in base all’età, al genere e all’orientamento sessuale”, conclude Roberta Giommi, psicoterapeuta, sessuologo clinico direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze, componente del direttivo Fiss.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto