“Quanto sarà grave dipende ancora da noi”. I pinguino imperatore in Antartide stanno scomparendo e dipende dall’uomo dare loro una possibilità di futuro.
Parola del dottor Jeremy Wilkinson, fisico dei ghiacciai marini presso il British Antarctic Survey, dopo la pubblicazione di un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications Earth & Environment, sulla catastrofica moria di pulcini di questa nota specie.
Fallita la riproduzione dei pinguini imperatore
Si ritiene che migliaia di piccoli animali in quattro colonie della regione siano morti a causa dei bassissimi livelli di ghiaccio marino, che hanno causato un “fallimento della riproduzione” alla fine del 2022.
L’analisi delle immagini satellitari ha mostrato la disgregazione dei blocchi, solitamente stabili, e la scomparsa delle colonie in un momento in cui ai pulcini non erano ancora cresciute le piume impermeabili.
I fallimenti della riproduzione nel Mare di Bellingshausen sono “senza precedenti”, si legge nella ricerca, poiché è la prima volta che avvengono in una sola stagione in una zona estesa: colpite, dal 2018, circa il 30% delle 62 colonie di pinguini imperatore conosciute in Antartide.
La minaccia del riscaldamento globale
Il rapido riscaldamento delle temperature globali, che contribuisce a spingere il ghiaccio marino dell’Antartide a livelli mai raggiunti prima, sta minacciando l’esistenza stessa di una delle specie più iconiche del continente.
Questo “fallimento catastrofico della riproduzione” registrato nel 2022 supporta le funeste previsioni secondo cui più del 90% delle colonie di pinguini imperatore saranno “quasi estinte” entro il 2100 a causa dell’innalzamento delle temperature del Pianeta.
Questi animali hanno bisogno blocchi stabili attaccati alla terraferma per nidificare e allevare i loro piccoli. Le uova vengono deposte da maggio a giugno e, dopo la schiusa, i pulcini iniziano a sviluppare piume impermeabili e a diventare indipendenti, processo che si conclude tra dicembre e gennaio.
Nel 2022, però, il ghiaccio si è rotto molto prima, e in alcune zone della regione è andato completamente perso entro novembre.
Quando questi accade gli esemplari appena nati rischiano di cadere in acqua e annegare, dichiara Norman Ratcliffe, coautore dello studio e biologo degli uccelli marini presso il British Antarctic Survey. “Oppure vanno alla deriva, gli adulti li perdono e quindi muoiono di fame”, ha spiegato alla CNN.
Un primo campanello d’allarme
I pinguini di questa regione hanno subito “una perdita enorme”, ha dichiarato Ratcliffe, definendo i risultati “un primo campanello d’allarme“. In precedenza, questo tipo di insuccessi nella riproduzione “sono stati molto sporadici e con un’incidenza minore in tutto il continente”, ha detto.
Negli ultimi anni, gli scienziati hanno lanciato l’allarme sulla forte diminuzione del ghiaccio marino dell’Antartide. A febbraio, culmine dell’estate nel continente, è sceso a livelli minimi mai raggiunti prima. Anche in pieno inverno, quando di solito si ricostituisce, non è tornato agli standars previsti.
Gli scienziati stanno ancora cercando di capire le ragioni di questo fenomeno, ma molti ritengono che la crisi climatica causata dall’uomo sia uno dei fattori principali.
L’intero habitat colpito dalla crisi
Per i pinguini imperatore, questa tendenza è particolarmente devastante perché “non c’è nessun altro posto dove gli uccelli possano andare”. È noto che i volatili si adattano ai fallimenti della riproduzione trasferendosi in altri siti vicini, ma questo non funziona se l’intero habitat riproduttivo viene colpito.
Cassandra Brooks, professoressa assistente presso l’Università del Colorado Boulder che ha svolto ricerche approfondite sulle specie antartiche e che non è stata coinvolta nella ricerca, ha affermato che lo studio fornisce ulteriori prove del fatto che questa specie è a rischio.
“Ci sono prove sempre più evidenti che i pinguini imperatore potrebbero estinguersi proprio a causa della perdita di ghiaccio marino dovuta al riscaldamento del pianeta”, ha dichiarato alla CNN. “La nostra finestra per garantire la loro sopravvivenza si sta restringendo”.