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Basta animali da circo, da delfinari e stop alla vendita di cani e gatti dentro i negozi: la Francia approva la legge sul loro “bien-être”

di SOFIA FRANCIONI -
27 ottobre 2021
LeggeAnimaliFrancia

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Basta animali nei circhi. Basta delfini e orche negli acquari. Basta gatti e cani in vendita dentro i negozi, in vetrina, e basta all'adozione per capriccio. Come ha dichiarato la ministra per la Transizione Ecologica Barbara Pompili, in Francia, Paese che in Europa detiene il primato per l'abbandono degli amici a quattro zampe, "il benessere degli animali è stato scritto sul marmo: è legge. E questo è un grande giorno, perché avere cura degli animali è il segno di una società cosciente della sua responsabilità di fronte a una natura fragile".
La nuova legge che arriva dal Parlamento transalpino contro l'abuso sugli animali e per il "bien-être" degli stessi è stata approvata all'unanimità, e senza astensioni, giovedì 21 ottobre dal gruppo misto di 14 fra deputati e senatori. I tre parlamentari Loïc Dombreval, Dimitri Houbron e Laëtitia Romeiro Dias, in rappresentanza della maggioranza, avevano l'obiettivo di difendere il testo ma soprattutto di farlo approvare, anche a costo di cedere su qualche punto. E così è stato: a pagarne il prezzo l'obbligo da parte dei Comuni di sterilizzare gli animali randagi, che è stato rinviato a una consultazione tra autorità locali e Stato e non è rientrato nel pacchetto. Il risultato, definito "storico" per quanto riguarda la condizione degli animali, è stato salutato come un "compromesso" abbastanza soddisfacente da parte delle associazioni animaliste, ma agli occhi dell’Italia non può che apparire come una rivoluzione. La legge, oltre che aver risposto alle spinte arrivate dal mondo dell'attivismo per la tutela degli animali, accoglie le esigenze dei francesi stessi, che – secondo il sondaggio condotto dalla Fondazione Brigitte Bardot, attrice e fervente animalista – per più di due terzi vogliono che il benessere degli animali sia preso meglio in considerazione.

Cosa prevede la nuova legge

Per quanto riguarda la vendita degli animali, la legge propone un nutrito pacchetto di norme. Entro tre anni (gennaio 2024) cani e gatti non potranno più essere venduti nei negozi e non potranno più essere esposti in vetrina.
 Per la vendita online, invece, verranno creati dei nuovi organi con il fine di controllare gli acquisti di animali in rete, in modo da combattere "il traffico illegale di specie protette, fragili, pericolose, inadatte ai territori di destinazione" e per contrastare l'acquisto d'impulso, che online sembra più frequente. Rimanendo nell'ambito della presa in carico o dell'adozione di un animale, la legge istituisce anche un certificato di conoscenza, che elenca le specifiche esigenze della specie adottata, contrastando l'acquisto per capriccio e l'abbandono, in un Paese come la Francia dove 1 animale su 8 viene abbandonato. Per quanto riguarda invece le specie selvatiche: non sarà più possibile acquistarle, né sfruttarle a fini commerciali, né farle riprodurre in cattività.

I punti critici

Uno dei punti su cui è stato più difficile trovare il consenso è stato il divieto, in vigore entro 5 anni, di tenere delfini e orche nei parchi acquatici. A gennaio infatti, quando la discussione animava l'Assemblea Nazionale, diversi deputati avevano presentato emendamenti a favore del mantenimento dei delfinari, sostenendo che la norma avrebbe spianato la strada per un futuro divieto esteso a tutti gli animali nei parchi zoologici. Al tempo, i parlamentari contrari avevano puntato anche sul fatto che i parchi acquatici e zoologici fossero dei luoghi dalla "grande attrazione turistica". Ma la norma è stata approvata, grazie soprattutto alla presentazione di numerosi studi scientifici che dimostrano come la detenzione dei cetacei – animali a carattere sociale che viaggiano, in uno stato di libertà, per centinaia di chilometri al giorno e sono molto consapevoli del loro stato di prigionia – sia assolutamente deleteria. "Il loro confinamento in vasche -riferisce Le Monde- porta a malattie della pelle, malattie renali, comportamenti stereotipati o l'impossibilità per i delfini di usare i loro sonar per trovare la loro strada nello spazio". Ma la legge prevede anche il divieto, che entrerà in vigore entro 7 anni, di tenere animali selvatici dentro il circo e quello di allevare animali per la produzione di pellicce, come i visoni. Quest'ultimo articolo, in particolare, è stato accusato da più parti "di mancanza di ambizione": il termine per l'entrata in vigore del divieto è di due anni, ma il rischio per la salute rappresentato dalla concentrazione di mustelidi e l'esiguo numero di aziende interessate (più di tre in funzione in Francia) secondo alcuni avrebbero reso possibile un divieto immediato.

Le reazioni

"Un primo grande passo nella protezione degli animali - ha commentato Christine Grandjean, presidente dell'associazione "C'est assez" - sta a noi continuare a spingere affinché sia perfezionato e che la legge si applichi pienamente”. Per dare alla causa animale uno spazio politico e portare un primo risultato a casa, i promotori della legge hanno preferito mettere da parte il tema della caccia su cui, come ha dichiarato Roland Lescure, presidente del partito La République en marche (LRM), "è impossibile un consenso oggi in Francia". "Questa legge è senza precedenti. Non è ancora una rivoluzione ma, oggettivamente, è l'inizio di un profondo cambiamento politico”, ha detto Christophe Marie, portavoce della Fondazione animalista Brigitte Bardot. "È un giorno storico nella lotta che abbiamo condotto per decenni a favore degli animali".