Canada, la conservazione indigena come protezione per l'ambiente

Alla base c'è il rispetto della biodiversità: così questi autoctoni possono migliorare del 60% qualsiasi territorio. E se cinque anni fa c'erano 30 programmi di questo tipo, oggi arriviamo a 120

di EDOARDO MARTINI -
14 agosto 2023
Per proteggere il proprio ambiente, il Canada si è affidato ai programmi di conservazione indigena (Instagram)

Per proteggere il proprio ambiente, il Canada si è affidato ai programmi di conservazione indigena (Instagram)

Conservazione indigena e scienza occidentale. Sono queste due le caratteristiche usate da Dolcy Meness e dal suo collega per proteggere l'ambiente dalle industrie estrattive e dal disboscamento in Canada.

I 'Guardiani indigeni' in Canada

Una volta caricato il loro camion, i due sono partiti attraverso le colline densamente boscose del territorio di Kitigan Zibi Anishinabeg, una prima nazione della tribù algonchina, nella provincia del Quebec. Dopo aver raggiunto la destinazione si sono messi al lavoro.
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Dolcy Meness mentre colloca il dispositivo in acqua per raccogliere i dati sulla sua temperatura (BBC)

Meness ha introdotto con cura un piccolo dispositivo nell'acqua, utile per raccogliere dati sulla temperatura, sul ph, sulla salinità e sulla sua conduttività. Questo le serve per capire se le aziende rispettano tutte le normative ambientali del caso.

Lavorando a fianco di organizzazioni non governative, i due sono responsabili di 50 siti in tutto lo spartiacque del fiume Ottawa e fanno anche parte di un movimento fiorente di 1.000 'Guardiani indigeni' che sta controllando le terre e le acque tradizionali, andando a ridefinire ciò che la conservazione può e dovrebbe essere.

La sesta estinzione di massa

In mezzo a questo collasso ecologico globale, chiamato da alcuni scienziati come la 'sesta estinzione di massa', c'è un sentimento sempre più diffuso secondo il quale le popolazioni indigene potrebbero avanzare un percorso più sostenibile. Ciò è dovuto sia al loro rapporto con l'ambiente, basato sul rispetto e sulla reciprocità, sia alla loro tendenza alla conservazione della biodiversità.

Il Canada contiene il 28% della foresta boreale di tutto il mondo e ospita circa 80.000 specie naturali, il 25% delle zone umide del Pianeta, il 20% dell'acqua dolce di superficie globale e la costa più lunga del mondo.

Come altrove, purtroppo però questa biodiversità è minacciata dalla perdita e dal degrado dell'habitat, dall'eccessivo sfruttamento, dall'inquinamento e dai cambiamenti climatici.

La valutazione nazionale più recente ha rilevato che il 20% delle specie misurate è a rischio estinzione, con 873 di esse che sono considerate in pericolo critico principalmente a causa della attività umana che invade il loro habitat.

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Anche in Canada la biodiversità è minacciata dall'eccessivo sfruttamento, dall'inquinamento e dai cambiamenti climatici (Instagram)

Gli obiettivi per fermare la perdita di biodiversità

Il Canada, che ha ospitato il vertice sulla biodiversità COP15 delle Nazioni Unite lo scorso dicembre, si è posto obiettivi ambiziosi per fermare la perdita di biodiversità. Attualmente, il 12,7% della terra del Canada e il 9,1% dei suoi oceani sono classificati come aree protette. Il governo federale si è impegnato a proteggere il 25% degli oceani, della terra e dell'acqua dolce entro il 2025 e a lavorare per il 30% entro il 2030. Secondo gli esperti indigeni e non però, questi obiettivi non saranno raggiunti senza riconoscere all'efficacia delle iniziative di conservazione indigene. Come afferma Valérie Courtois, membro della Nazione Ilnu e direttrice dell'Indigenous Leadership Initiative: "L'unico modo in cui il Canada sarà in grado di farlo è abilitare, sostenere e finanziare il lavoro delle popolazioni indigene".

"I modelli di protezione indigena non sono nuovi. Ma il loro riconoscimento nella società da parte dei governi della corona sono abbastanza recenti", afferma Alison Woodley, consulente strategico senior per la Canadian Parks and Wilderness Society.

Dalla fine degli anni '90, la stragrande maggioranza delle aree protette stabilite in Canada è stata guidata o co-guidata da popolazioni indigene. "In media in Canada, quando le popolazioni indigene sono al comando, vediamo il 60% in più di protezione del loro paesaggio", ha proseguito la donna.

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Valérie Courtois, membro della Nazione Ilnu e direttrice dell'Indigenous Leadership Initiative (Instagram)

Il programma di conservazione indigena

In tutto il paese, le Prime Nazioni hanno proposto di mettere alla guida popolazione indigene, che grazie alle loro leggi, alla loro governance e ai loro sistemi di conoscenza, potrebbero conservare oltre 500.000 km quadrati. 

La rapida crescita dei programmi Indigenous Guardians, supervisionati dall'Indigenous Leadership Initiative, dimostra lo slancio della conservazione in Canada. Cinque anni fa, ce ne erano 30. Oggi ce ne sono oltre 120, in ogni provincia e territorio.

Ma quello che conta davvero, come afferma Courtois è 'il rapporto con quei luoghi'. Lavorando come 'occhi e orecchie' sui territori tradizionali, i guardiani sono esperti addestrati e responsabili nell'aiutare le nazioni indigene a gestire le loro terre e le loro acque ripristinando la fauna selvatica e le piante.

I programmi dei guardiani sono anche vitali per collegare i giovani con gli anziani, facilitando la trasmissione delle lingue, della cultura e delle conoscenze tradizionali, e aiutando le nazioni indigene a recuperare ciò che è stato perso a causa della colonizzazione.

Le principali difficoltà e il lavoro di generazione in generazione

Ma ci sono anche diverse difficoltà. Gli esperti indigeni e non notano ancora diverse barriere che ostacolano ulteriori progressi. La principale tra loro è il razzismo sistemico.
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Razzismo sistemico: la principale difficoltà per le popolazione indigene nell'ottenere il loro riconoscimento (Instagram)

"Ci sono una serie di stereotipi che vengono perpetuati e sanciti nella società canadese sui popoli indigeni. E questa è una battaglia che affrontiamo quotidianamente nel lavoro che stiamo facendo", afferma la direttrice dell'Indigenous Leadership Initiative. L'altro problema è quello di natura economica. Il governo federale canadese ha annunciato l'istituzione del First Nations National Guardians Network, una nuova rete per espandere e sostenere i programmi dei guardiani massimizzandone il loro impatto. Ma torniamo a Dolcy Meness. Dopo essersi assicurata che il dispositivo di monitoraggio dell'acqua è a posto e che registri i dati nel territorio, la ragazza può finalmente tornare a casa, consapevole però, che domani dovrà nuovamente gestire il territorio come facevano una volta i suoi antenati, e come lo faranno anche le generazioni a venire.