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Home » Scienze e culture » Giornata mondiale degli oceani, il WWF lancia l’allarme: “Il cambiamento climatico sta già trasformando il Mediterraneo”

Giornata mondiale degli oceani, il WWF lancia l’allarme: “Il cambiamento climatico sta già trasformando il Mediterraneo”

Più caldo, più salato, con più specie aliene che autoctone. Minacciate le coste e le attività economiche umane. Il rapido riscaldamento sta cambiando volto al Mare Nostrum. Per correre ai ripari "la migliore cura è investire sulla Natura e aiutarla a rigenerarsi"

Domenico Guarino
8 Giugno 2021
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Con l’aumento delle temperature del 20% più veloce della media globale, e l’innalzamento del livello delle acque che dovrebbe superare il metro entro il 2100, il Mediterraneo sta diventando il mare più salato e con il riscaldamento più rapido del nostro Pianeta. Il risultato è che quasi 1000 specie aliene si sono già adattate a vivere nelle calde acque del Mare Nostrum e stanno sostituendo le specie endemiche, mentre condizioni meteorologiche sempre più estreme devastano le fragili praterie di fanerogame marine e i banchi di corallo, minacciando le nostre città e le coste.

In occasione della Giornata mondiale degli oceani, il WWF denuncia come “il cambiamento climatico abbia già trasformato, a volte in modo irreversibile, alcuni dei più importanti ecosistemi marini del Mediterraneo, con conseguenze per settori economici come la pesca e il turismo, e cambiamenti nel nostro consumo di pesce”. A complicare ulteriormente la situazione si aggiungono, come sottolinea l’associazione ambientalista, “le attuali pressioni umane sulla vita marina, come la pesca eccessiva, l’inquinamento, lo sviluppo antropico costiero e la navigazione, che hanno già drasticamente ridotto la resilienza ecologica del nostro mare, ovvero, la sua capacità di rigenerarsi”.

Un’ecosfera in profonda trasformazione

Lionfish / Pterois in the Bahamas

Secondo i dati contenuti nel rapporto “The climate change effect in the Mediterranean: stories from an overheating sea”, quasi 1000 nuove specie invasive (di cui 126 specie ittiche) sono entrate nel Mediterraneo, causando riduzioni delle autoctone fino al 40% in alcune aree. Anche all’interno del bacino, i pesci si stanno spostando dalle coste meridionali dell’Africa verso acque settentrionali ormai diventate più calde. I molluschi autoctoni sono diminuiti di quasi il 90% nelle acque israeliane, specie invasive come il pesce coniglio costituiscono l’80% delle catture in Turchia e specie meridionali come barracuda e cernie brune sono diventate comuni nelle acque settentrionali della Liguria.

L’80-100% della popolazione di Pinna nobilis (comunemente nota come nacchera, pinna comune, cozza penna o stura) è recentemente scomparso in veri e propri ‘eventi di mortalità di massa’ in Spagna, Italia e altri siti mediterranei. Il più grande bivalve endemico del Mediterraneo, e uno dei più grandi al mondo, può fornire habitat essenziali per moltissime specie, fino a 146 diverse.

Le temperature più calde e le tempeste stanno infine trasformando anche i fondali delle acque profonde. Praterie endemiche di Posidonia, gorgonie e Pinna nobilis sono diminuite in tutta la regione, fino ad estinguersi completamente in alcune aree. La loro perdita avrebbe un impatto drammatico sull’intero ecosistema marino poiché forniscono habitat vitali per molte specie, producono benefici nella lotta al cambiamento climatico (alcune di esse funzionano come serbatoi naturali di carbonio) e anche per la nostra economia, poiché spesso attirano subacquei e turisti.

Cambiare rotta

La Posidonia oceanica, una specie endemica del Mediterraneo, è una delle piante più conosciute e più minacciate del Mar Mediterraneo. Non è un’alga ma una pianta da fiore. Costa di Tabarka, Tunisia

“Dagli scenari degli esperti sul futuro del Mediterraneo, come l’accelerazione dell’aumento delle temperature e l’ingresso di numerose specie aliene, il Mare Nostrum rischia di cambiare volto in tempi rapidissimi con inevitabili conseguenze per le comunità” dice Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia. Che aggiunge: “Ora più che mai è necessario puntare sulla superficie di mare protetto, almeno il 30% entro il 2030 così come prevede anche la nuova Strategia sulla Biodiversità UE. Le Aree marine protette, infatti, sono uno strumento essenziale per la resilienza dei nostri mari e degli ecosistemi che li rendono unici. La migliore cura è investire sulla natura e aiutarla a rigenerarsi”.

Quello dell’effetto della crisi climatica è solo il primo dei temi proposti dalla Campagna “GenerAzioneMare” del WWF Italia, che vedrà per tutta l’estate volontari, ricercatori, velisti, sub e apneisti impegnati nella difesa collettiva del nostro Capitale Blu. Il calendario degli eventi verrà lanciato nei prossimi giorni insieme al Manifesto di Campagna con gli obiettivi di tutela per il 2021.

In occasione della Giornata mondiale degli oceani, il WWF pubblica anche “Blueprint for a Living Planet”, che delinea quattro principi per un’azione integrata oceano-clima. Questi serviranno a guidare le discussioni che confluiranno nella COP15 della Convenzione sulla Diversità Biologica, nella COP26 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico e nella COP22 della Convenzione di Barcellona che si svolgeranno durante la seconda metà del 2021. Il WWF chiede ai leader globali e mediterranei di garantire che quest’anno vengano concordate azioni e meccanismi finanziari più forti per la biodiversità e il clima.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
Con l'aumento delle temperature del 20% più veloce della media globale, e l'innalzamento del livello delle acque che dovrebbe superare il metro entro il 2100, il Mediterraneo sta diventando il mare più salato e con il riscaldamento più rapido del nostro Pianeta. Il risultato è che quasi 1000 specie aliene si sono già adattate a vivere nelle calde acque del Mare Nostrum e stanno sostituendo le specie endemiche, mentre condizioni meteorologiche sempre più estreme devastano le fragili praterie di fanerogame marine e i banchi di corallo, minacciando le nostre città e le coste. In occasione della Giornata mondiale degli oceani, il WWF denuncia come "il cambiamento climatico abbia già trasformato, a volte in modo irreversibile, alcuni dei più importanti ecosistemi marini del Mediterraneo, con conseguenze per settori economici come la pesca e il turismo, e cambiamenti nel nostro consumo di pesce". A complicare ulteriormente la situazione si aggiungono, come sottolinea l'associazione ambientalista, "le attuali pressioni umane sulla vita marina, come la pesca eccessiva, l'inquinamento, lo sviluppo antropico costiero e la navigazione, che hanno già drasticamente ridotto la resilienza ecologica del nostro mare, ovvero, la sua capacità di rigenerarsi".

Un'ecosfera in profonda trasformazione

Lionfish / Pterois in the Bahamas
Secondo i dati contenuti nel rapporto "The climate change effect in the Mediterranean: stories from an overheating sea", quasi 1000 nuove specie invasive (di cui 126 specie ittiche) sono entrate nel Mediterraneo, causando riduzioni delle autoctone fino al 40% in alcune aree. Anche all'interno del bacino, i pesci si stanno spostando dalle coste meridionali dell'Africa verso acque settentrionali ormai diventate più calde. I molluschi autoctoni sono diminuiti di quasi il 90% nelle acque israeliane, specie invasive come il pesce coniglio costituiscono l'80% delle catture in Turchia e specie meridionali come barracuda e cernie brune sono diventate comuni nelle acque settentrionali della Liguria. L'80-100% della popolazione di Pinna nobilis (comunemente nota come nacchera, pinna comune, cozza penna o stura) è recentemente scomparso in veri e propri 'eventi di mortalità di massa' in Spagna, Italia e altri siti mediterranei. Il più grande bivalve endemico del Mediterraneo, e uno dei più grandi al mondo, può fornire habitat essenziali per moltissime specie, fino a 146 diverse. Le temperature più calde e le tempeste stanno infine trasformando anche i fondali delle acque profonde. Praterie endemiche di Posidonia, gorgonie e Pinna nobilis sono diminuite in tutta la regione, fino ad estinguersi completamente in alcune aree. La loro perdita avrebbe un impatto drammatico sull'intero ecosistema marino poiché forniscono habitat vitali per molte specie, producono benefici nella lotta al cambiamento climatico (alcune di esse funzionano come serbatoi naturali di carbonio) e anche per la nostra economia, poiché spesso attirano subacquei e turisti.

Cambiare rotta

La Posidonia oceanica, una specie endemica del Mediterraneo, è una delle piante più conosciute e più minacciate del Mar Mediterraneo. Non è un'alga ma una pianta da fiore. Costa di Tabarka, Tunisia
"Dagli scenari degli esperti sul futuro del Mediterraneo, come l'accelerazione dell'aumento delle temperature e l'ingresso di numerose specie aliene, il Mare Nostrum rischia di cambiare volto in tempi rapidissimi con inevitabili conseguenze per le comunità" dice Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia. Che aggiunge: "Ora più che mai è necessario puntare sulla superficie di mare protetto, almeno il 30% entro il 2030 così come prevede anche la nuova Strategia sulla Biodiversità UE. Le Aree marine protette, infatti, sono uno strumento essenziale per la resilienza dei nostri mari e degli ecosistemi che li rendono unici. La migliore cura è investire sulla natura e aiutarla a rigenerarsi". Quello dell’effetto della crisi climatica è solo il primo dei temi proposti dalla Campagna "GenerAzioneMare" del WWF Italia, che vedrà per tutta l’estate volontari, ricercatori, velisti, sub e apneisti impegnati nella difesa collettiva del nostro Capitale Blu. Il calendario degli eventi verrà lanciato nei prossimi giorni insieme al Manifesto di Campagna con gli obiettivi di tutela per il 2021. In occasione della Giornata mondiale degli oceani, il WWF pubblica anche "Blueprint for a Living Planet", che delinea quattro principi per un'azione integrata oceano-clima. Questi serviranno a guidare le discussioni che confluiranno nella COP15 della Convenzione sulla Diversità Biologica, nella COP26 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico e nella COP22 della Convenzione di Barcellona che si svolgeranno durante la seconda metà del 2021. Il WWF chiede ai leader globali e mediterranei di garantire che quest'anno vengano concordate azioni e meccanismi finanziari più forti per la biodiversità e il clima.
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