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Home » Scienze e culture » Marco Klinger, la vera bellezza non è il bisturi: “Prima prendiamoci cura dell’anima“

Marco Klinger, la vera bellezza non è il bisturi: “Prima prendiamoci cura dell’anima“

Il chirurgo plastico, tra i più illustri in Italia, racconta a Luce! le ragioni che spingono molt* a modificare il proprio corpo: "Rimuovere un difetto può servire veramente a diventare se stessi. Il disagio esistenziale legato all'aspetto fisico? I social contribuiscono a creare un mondo in cui è molto importante essere belli, giovani e in forma"

Guido Guidi Guerrera
19 Maggio 2022
Marco Klinger, la vera bellezza non è il bisturi: “Prima prendiamoci cura dell’anima“

Marco Klinger, la vera bellezza non è il bisturi: “Prima prendiamoci cura dell’anima“

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Perché una persona ricorre alla chirurgia plastica? Quali sono le ragioni profonde che spingono a modificare il proprio corpo e in certi casi a stravolgerlo? Ci sono confini etici in tutto questo, o in una società che mette al primo posto l’edonismo e il culto narcisista della propria immagine l’importante è piacersi? Sono questi gli interrogativi ai quali solo un grande esperto del settore poteva dare risposte autorevoli e convincenti. Con i suoi modi concreti e sbrigativi da milanese purosangue, elegante e con un volto fatto per ispirare fiducia, Marco Klinger è uno tra i più illustri chirurghi plastici in Italia. Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e professore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica all’Università degli Studi di Milano, Marco Klinger è anche direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso lo stesso ateneo. Nel corso della sua carriera ha eseguito ben 45.000 interventi ed è autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche: per lui è importante essere innanzitutto un buon medico, quindi un eccellente chirurgo in grado di donare non solo bellezza ma anche il ripristino di forma e funzione, senza mai dimenticare la salute del paziente. Spesso presente in talk show televisivi, è stato protagonista per diversi mesi della seguitissima trasmissione Plastik – Ultrabellezza andata in onda su Italia 1 nel 2011 con uno share che ha superato il 10% . Nel 2018, al congresso dell’American Society of Plastic Surgeons (ASPS) ha tenuto la Maliniac Lecture, considerata il massimo riconoscimento mondiale per la chirurgia plastica. Klinger ama viaggiare e adora la musica che ascolta spesso mentre opera. Si definisce uno sportivo appassionato e costante proclamandosi tifoso dell’Inter. Il suo cuore batte forte per i trulli di Ceglie Messapica e per quanto principiante del regno dei fornelli assicura di avere recentemente imparato a fare la torta di mele. Chissà perché ci rassicura di più immaginarlo con il bisturi in mano…

Marco Klinger è uno tra i più illustri chirurghi plastici in Italia. Ha eseguito oltre 45.000 interventi ed è autore di 200 pubblicazioni scientifiche

Professore, perché una donna ricorre al chirurgo estetico?

“Per avvicinarsi maggiormente al proprio ideale estetico. Anzi, per diventare veramente se stessa. Spesso, infatti, chi decide di eliminare la caratteristica fisica che vive come difetto (da un naso importante a glutei e fianchi troppo pronunciati) vede in questa caratteristica una limitazione, un ‘marchio’ che non vuole. La signora di 50 anni che ha un viso appassito ma si sente giovane, ha ‘bisogno’ di ridurre i segni dell’età per essere percepita da tutti nello stesso modo in cui si sente lei. Rughe e cedimenti, per una paziente di questo tipo, sono un ostacolo che impedisce di vivere la vita che si vuole, come si vuole”.

I problemi psicologici prevalgono su quelli apparentemente fisici?

“Per quanto riguarda la chirurgia estetica, possiamo dire che non si parte da problemi fisici, quanto piuttosto dal desiderio di vedersi diversi, di vedersi aderenti a quell’immagine ideale che si ha di sé. In alcuni casi, il gap tra come-si-è e come-si-vorrebbe-essere determina una forma di malessere psicologico, che si può tradurre in mancanza di autostima e insicurezza. È importante riconoscere questi pazienti e accompagnarli, come farebbe un bravo psicologo, nella comprensione dei desideri profondi, oltre che a distinguere quello che si può raggiungere con la chirurgia estetica da quello che va individuato in tutt’altre ragioni”.

Per Marco Klinger una donna ricorre al chirurgo plastico per “diventare veramente se stessa. Chi decide di eliminare la caratteristica fisica che vive come difetto vede in questa caratteristica un ‘marchio’ che non vuole

In certi casi intervenire chirurgicamente si impone per riparare certi danni, come uno sfregio provocato volontariamente.

“In questo caso siamo nell’ambito della chirurgia ricostruttiva che è l’altra branca della chirurgia plastica. La Specialità è non a caso definita ‘chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica’ , il cui scopo è quello di ripristinare forma e funzione persi in seguito a malattia o trauma, oppure assenti per malformazione congenita o evolutiva. La chirurgia plastica ricostruttiva ricrea l’integrità corporea in una donna operata per tumore al seno e restituisce la liberà a chi ha i movimenti limitati dalle cicatrici retraenti lasciate da una brutta ustione, per far solo due esempi. Ed è sempre la chirurgia ricostruttiva a creare seni corretti e naturali in donne che ad esempio presentano anomalie morfologiche”.

A quale ideale estetico vuole aderire la donna di oggi?

“Ovviamente ognuno ha i suoi ideali e i suoi gusti, ma volendo trovare elementi frequenti e comuni, direi che il presente è dominato da donne atletiche, snelle ma non magrissime. Soprattutto per viso e corpo oggi si dà giustamente grande valore alla naturalezza. In passato abbiamo visto decolletée molto vistosi, labbra molto pronunciate: oggi si considera desiderabile e ben riuscito il ritocco che esalta la bellezza naturale”.

Secondo Marco Klinger l’ideale estetico che va più di moda è la naturalezza: “Oggi si considera desiderabile e ben riuscito il ritocco che esalta la bellezza naturale”

Molto probabilmente si è dovuto misurare con la questione legata alla identità di genere. Cosa succede nel corpo e nelle mente di chi decide di cambiare sesso?

“Per percorso accademico e ospedaliero, non mi sono mai realmente occupato di cambio di genere. Sicuramente i pazienti che vivono questa problematica affrontano un grande disagio ed è importante che si possano confrontare con professionisti seri e preparati. In Italia esistono centri in grado di affrontare meglio di altri queste problematiche, perché dispongono di unità che radunano tutti gli specialisti coinvolti negli interventi di riassegnazione del genere: urologo, ginecologo, andrologo, endocrinologo, psicologo e chirurgo plastico. Se posso dare un consiglio a questi pazienti è proprio quello di trovare le strutture pubbliche in grado di affrontare la tematica da tutti punti di vista”.

In che misura ricorrere alla chirurgia estetica è sintomo di un disagio esistenziale?

“Penso che oggi i media, e i social in particolare, contribuiscano a creare un mondo in cui è molto importante essere belli, giovani e in forma. So di non dire niente di originale affermando che l’aspetto esteriore è di questi tempi molto più importante rispetto al passato. Il disagio esistenziale, se così vogliamo definirlo, deriva quindi da una trasformazione della cultura e della società. Qualcuno è molto sensibile all’ ‘imperativo’ giovane-e-bello e per essere sicuro di sé e ritrovare gioia di vivere e buonumore ha bisogno di un ‘involucro’ bello e giovane. Quindi tutto sta nella misura con cui si vivono desideri e disagi. In generale credo che non ci sia nulla di male nel rivolgersi alla chirurgia per sentirsi più gradevoli. Ho uno spirito assolutamente laico in questo e penso che la chirurgia sia uno strumento a disposizione del nostro benessere, così come lo è la filosofia, l’arte, lo sport. Se ricorrere alla chirurgia estetica non genera un problema di salute, se questo ricorso è fatto in modo libero e ragionevole, perché rinunciare?”.

Per Marco Klinger “oggi i social contribuiscono a creare un mondo in cui è molto importate essere belli, giovani e in forma. Il disagio esistenziale deriva quindi da una trasformazione della cultura e della società”

Un professionista come lei incoraggia o cerca di dissuadere una persona convinta di risolvere le ragioni della sua infelicità con un intervento?

“Se una paziente pensa di riconquistare il compagno che l’ha lasciata semplicemente aggiungendo due taglie di reggiseno, sicuramente la scoraggio. Se una paziente vive male con il suo naso, e questo è sproporzionato sul suo viso, le dico che posso aiutarla a creare un profilo più armonico in grado di mettere maggiormente in luce lo sguardo e la bocca. Quindi, per rispondere alla domanda, è importante che i desideri siano razionali, realistici e soprattutto fondati sulla totale autonomia di pensiero, evitando di dover compiacere qualcuno. Con questi presupposti la chirurgia estetica può veramente contribuire a dare assoluta serenità e sicurezza”.

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Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

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🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

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#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
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Per Marco Klinger una donna ricorre al chirurgo plastico per "diventare veramente se stessa. Chi decide di eliminare la caratteristica fisica che vive come difetto vede in questa caratteristica un 'marchio' che non vuole
In certi casi intervenire chirurgicamente si impone per riparare certi danni, come uno sfregio provocato volontariamente. “In questo caso siamo nell’ambito della chirurgia ricostruttiva che è l’altra branca della chirurgia plastica. La Specialità è non a caso definita 'chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica' , il cui scopo è quello di ripristinare forma e funzione persi in seguito a malattia o trauma, oppure assenti per malformazione congenita o evolutiva. La chirurgia plastica ricostruttiva ricrea l’integrità corporea in una donna operata per tumore al seno e restituisce la liberà a chi ha i movimenti limitati dalle cicatrici retraenti lasciate da una brutta ustione, per far solo due esempi. Ed è sempre la chirurgia ricostruttiva a creare seni corretti e naturali in donne che ad esempio presentano anomalie morfologiche”. A quale ideale estetico vuole aderire la donna di oggi? “Ovviamente ognuno ha i suoi ideali e i suoi gusti, ma volendo trovare elementi frequenti e comuni, direi che il presente è dominato da donne atletiche, snelle ma non magrissime. Soprattutto per viso e corpo oggi si dà giustamente grande valore alla naturalezza. In passato abbiamo visto decolletée molto vistosi, labbra molto pronunciate: oggi si considera desiderabile e ben riuscito il ritocco che esalta la bellezza naturale”.
Secondo Marco Klinger l'ideale estetico che va più di moda è la naturalezza: "Oggi si considera desiderabile e ben riuscito il ritocco che esalta la bellezza naturale"
Molto probabilmente si è dovuto misurare con la questione legata alla identità di genere. Cosa succede nel corpo e nelle mente di chi decide di cambiare sesso? “Per percorso accademico e ospedaliero, non mi sono mai realmente occupato di cambio di genere. Sicuramente i pazienti che vivono questa problematica affrontano un grande disagio ed è importante che si possano confrontare con professionisti seri e preparati. In Italia esistono centri in grado di affrontare meglio di altri queste problematiche, perché dispongono di unità che radunano tutti gli specialisti coinvolti negli interventi di riassegnazione del genere: urologo, ginecologo, andrologo, endocrinologo, psicologo e chirurgo plastico. Se posso dare un consiglio a questi pazienti è proprio quello di trovare le strutture pubbliche in grado di affrontare la tematica da tutti punti di vista”. In che misura ricorrere alla chirurgia estetica è sintomo di un disagio esistenziale? “Penso che oggi i media, e i social in particolare, contribuiscano a creare un mondo in cui è molto importante essere belli, giovani e in forma. So di non dire niente di originale affermando che l’aspetto esteriore è di questi tempi molto più importante rispetto al passato. Il disagio esistenziale, se così vogliamo definirlo, deriva quindi da una trasformazione della cultura e della società. Qualcuno è molto sensibile all’ 'imperativo' giovane-e-bello e per essere sicuro di sé e ritrovare gioia di vivere e buonumore ha bisogno di un 'involucro' bello e giovane. Quindi tutto sta nella misura con cui si vivono desideri e disagi. In generale credo che non ci sia nulla di male nel rivolgersi alla chirurgia per sentirsi più gradevoli. Ho uno spirito assolutamente laico in questo e penso che la chirurgia sia uno strumento a disposizione del nostro benessere, così come lo è la filosofia, l’arte, lo sport. Se ricorrere alla chirurgia estetica non genera un problema di salute, se questo ricorso è fatto in modo libero e ragionevole, perché rinunciare?”.
Per Marco Klinger "oggi i social contribuiscono a creare un mondo in cui è molto importate essere belli, giovani e in forma. Il disagio esistenziale deriva quindi da una trasformazione della cultura e della società"
Un professionista come lei incoraggia o cerca di dissuadere una persona convinta di risolvere le ragioni della sua infelicità con un intervento? “Se una paziente pensa di riconquistare il compagno che l’ha lasciata semplicemente aggiungendo due taglie di reggiseno, sicuramente la scoraggio. Se una paziente vive male con il suo naso, e questo è sproporzionato sul suo viso, le dico che posso aiutarla a creare un profilo più armonico in grado di mettere maggiormente in luce lo sguardo e la bocca. Quindi, per rispondere alla domanda, è importante che i desideri siano razionali, realistici e soprattutto fondati sulla totale autonomia di pensiero, evitando di dover compiacere qualcuno. Con questi presupposti la chirurgia estetica può veramente contribuire a dare assoluta serenità e sicurezza”.
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