L'ingegnera saudita in missione parità: "spazio a misura di donna"

A 26 anni Mishaal Ashemimry ha creato la sua società missilistica e oggi è vicepresidente delle Iniziative per la Diversità della IAF. "Ho trasformato i pregiudizi in carburante per consolidare la mia determinazione"

di MARIANNA GRAZI -
30 giugno 2023
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Mishaal Ashemimry è una pioniera dello spazio. Ha fondato a soli 26 anni la MISHAAL Aerospace per inseguire il suo sogno di costruire razzi da mandare in orbita, è special adviser del Ceo della Commissione Spaziale Saudita e vicepresidente delle Iniziative per la Diversità della Federazione astronautica internazionale (IAF). Già docente del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell'Università di Miami, vive ogni giorno la sua passione educando e ispirando gli altri attraverso conferenze, webinar e i suoi canali social.

Mishaal Ashemimry, il sogno dello spazio e la voglia di ispirare i più giovani

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Mishaal Ashemimry

Nata negli Stati Uniti nel 1984, ha trascorso i primi anni di vita in Arabia Saudita, dove è nata la passione per lo spazio. Per rispondere a questa sua forte curiosità, ha deciso di imparare a costruire razzi che le consentissero di esplorare lo spazio e un giorno di portarla lì. La 39enne è diventata così la prima ingegnera aerospaziale del CCG, si è resa conto che questo titolo comporta un'importante responsabilità: ispirare altre persone a entrare nel suo campo e in altri programmi Stem. Per raggiungere i giovani ha quindi scelto di utilizzare le piattaforme social, Instagram, Twitter, Snapchat e YouTube, per informare i suoi follower sul suo lavoro, sulle sue esperienze e per ispirarli ad avere un sogno e a perseverare nel perseguirlo. Quando ha capito che la sua passione era lo spazio? Quale percorso di studi ha intrapreso? "Ho iniziato ad appassionarmi allo spazio a sei anni. Sono cresciuta negli Stati Uniti, ma i miei genitori erano sauditi e quindi ho avuto la fortuna di visitare il mio Paese d'origine durante molti viaggi. Una sera, durante uno di questi, mia madre mi portò nel deserto e rimasi assolutamente ipnotizzata dall'alta densità di stelle nel cielo di quella notte. Avevo così tante domande: Come sono arrivate lì? Perché alcune tremolano e altre no? Perché sono di colori diversi? Di cosa sono fatte? La mia famiglia non riusciva a soddisfare la mia curiosità con risposte abbastanza dettagliate. Mi sono subito resa conto che l'unico modo per conoscere davvero le stelle era quello di andare io stessa nello spazio un giorno, e per questo avevo bisogno di un razzo.... Da quel momento ho capito che volevo diventare un ingegnere aerospaziale per imparare a costruirli da sola. Questa parte del mio sogno si è avverata. Nel 2006 ho conseguito al Florida Institute of Technology due lauree in Ingegneria Aerospaziale e Matematica Applicata, poi un master in Ingegneria Aerospaziale.
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A 26 anni Mishaal Ashemimry ha fondato la sua compagnia di razzi spaziali

La mia ricerca è stata finanziata dal Marshall Space Flight Center della Nasa e si è concentrata sullo sviluppo di un razzo termico nucleare, destinato a consentire all'uomo di raggiungere Marte. La mia tesi si intitolava 'Analisi di un concetto di reattore ad anello scanalato per la propulsione termica nucleare'. Con questa formazione alle spalle, ma con una vita di apprendimento ancora da compiere, sono stata in grado di perseguire ulteriormente le mie ambizioni nel mondo del lavoro, iniziando a lavorare presso Raytheon Missile Systems, in Arizona. E a 26 anni, ho fondato la mia azienda di missili: Mishaal Aerospace". Ha subito pregiudizi o critiche per la sua scelta? "Assolutamente! Ma li ho affrontati. Ageismo, sessismo, esterofilia (quella l'ho creata io) e persone che pensavano di poter minare la mia fiducia in me stessa, stabilendo limiti su ciò che avrei dovuto fare nella mia vita, come se le loro opinioni contassero. La buona notizia è che se non si ricevono critiche significa che non ci si sta impegnando abbastanza. Ciò che contava per me era il modo in cui riuscivo a trasformarle in carburante per consolidare la mia determinazione a raggiungere i miei obiettivi". Il mondo aerospaziale si sta aprendo sempre più alla presenza femminile, anche in ruoli tecnici. Lei è una pioniera in questo senso. Esiste ancora un tabù di genere in questo settore? "Il ruolo delle donne in tutti i settori Stem sta crescendo in tutto il mondo, ma soprattutto in Arabia Saudita. Abbiamo solo l'opportunità di crescere da qui in avanti. Ma ci sono due grossi problemi che le donne devono affrontare: l'ingresso e la permanenza. Per quanto riguarda l'ingresso, ci sono diversi elementi scoraggianti, come le basse statistiche di genere e la percezione di crescita della carriera. Una volta entrate, poi, le donne si trovano ad affrontare il problema dell'inserimento, che può essere causato dalla costante necessità di lottare per sé stesse in un settore dominato dagli uomini, o dalla discriminazione nello sforzo di lavorare quattro volte più duramente. Dobbiamo chiederci come fare a garantire che il settore sia un luogo in cui le donne sentano di poter entrare, rimanere e crescere. La cultura e l'ambiente sono importantissimi. È necessario che le aziende e le organizzazioni del settore si prefiggano KPI ambiziosi per raggiungere numeri più alti di parità di genere, e che poi lavorino di più per mantenerli e migliorarli. Mi riempie d'orgoglio, sia per l'Arabia Saudita che per il mio settore, il fatto che Rayyanah Barnawi sia stata selezionata per viaggiare verso la ISS a bordo del volo Ax-2".
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Rayyanah Barnawi, è stata la prima donna saudita a volare in orbita e vuole "ispirare le ragazze di diversa provenienza ad abbracciare i loro talenti e il loro intelletto"

A soli 26 anni ha fondato la sua azienda di aerospaziale: come ci è riuscita? "Il mercato del lavoro in campo aerospaziale all'epoca (nel 2010) era in fase di rallentamento e molte aziende licenziavano invece di assumere. Quando ho lasciato Raytheon è stato difficile trovare un altro impiego. Mi sono trovata a dover scegliere se stare con il muso lungo e aspettare che si liberasse un posto in qualche azienda aerospaziale, oppure avviare un'attività in proprio. Mi sono trovata di fronte alla scelta di guidare o di seguire; ho scelto di guidare, m sono creata la mia opportunità. Naturalmente sono stato aiutata e ho avuto la fortuna di avere un forte sostegno da parte della mia famiglia e dei miei amici. Molti potrebbero pensare che questa mossa sia un rischio troppo alto e in effetti è vero. Tuttavia, è meglio averci provato e fallire che non averci provato affatto. Ma l'obiettivo era provare e avere successo. La mia azienda, MISHAAL Aerospace, è specializzata nello sviluppo di veicoli di lancio per l'invio di piccoli satelliti (sotto i 500 kg) in orbita terrestre bassa. Progettiamo, sviluppiamo e lanciamo la nostra linea di razzi, la serie M-Rocket, che è la prima generazione di veicoli di accesso allo spazio a costi contenuti. La linea M comprende due veicoli principali: M-SV (Suborbital Vehicle) e M-OV (Orbital Vehicle). Purtroppo però, a causa della mancanza di fondi e di investitori in questo campo, ho dovuto mettere in pausa l'azienda". In qualità di vicepresidente delle Iniziative per la Diversità della Federazione Astronautica Internazionale, può parlarci del lavoro che la IAF svolge e quali obiettivi si pone? "La Federazione Astronautica Internazionale è stata fondata nel 1951. È il principale organismo di difesa dello spazio al mondo, con 468 membri in 75 Paesi, tra cui tutte le principali agenzie spaziali, aziende, istituti di ricerca, università, società, associazioni, istituti e musei di tutto il mondo. La missione dell'IAF è promuovere la cooperazione, far progredire lo sviluppo internazionale, condividere le conoscenze, riconoscere i risultati ottenuti, sensibilizzare e preparare la forza lavoro di domani nel settore spaziale. Nel mio ruolo ho la responsabilità di spingere per un settore spaziale più egualitario dal punto di vista del genere, della geografia e della generazione". Lei è anche responsabile del Volo Spaziale Umano: cosa significa fare scienza nello spazio? Quali frontiere si aprono per l'uomo? "Nell'ambito del nostro primo programma sostenibile di volo spaziale umano (Human Space Flight), abbiamo condotto 11 innovativi esperimenti di ricerca in microgravità. Questi esperimenti sono nati da un'idea di enti di ricerca sauditi che sono stati ingaggiati dall'SSC per garantire che gli scienziati locali possano sfruttare questo ambiente per avere un impatto scientifico globale. I temi degli esperimenti spaziano dalla ricerca umana, alla scienza cellulare, alla pioggia artificiale in microgravità.
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La missione della Commissione Spaziale Saudita

Oltre a ciò, a bordo della ISS saranno condotti in tempo reale tre esperimenti educativi incentrati sulla meccanica dei fluidi, l'aerodinamica e il trasferimento di calore in microgravità con studenti di tutta l'Arabia Saudita, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, Mawhiba, Riyadh Schools e Misk Schools. Sei degli esperimenti hanno valutato le ripercussioni dello spazio sulla salute umana, utilizzando nuovi strumenti di neuroscienza. È stato misurato il flusso sanguigno al cervello, valutata la pressione intracranica attraverso le pupille e sono stati monitorati i cambiamenti dei nervi ottici nel corso del tempo nello spazio. I risultati di questi test saranno utilizzati per rendere i viaggi nello spazio più sicuri per gli esseri umani in futuro. Altri quattro esperimenti hanno riguardato la scienza cellulare, studiando la risposta infiammatoria delle cellule immunitarie umane in microgravità. Gli astronauti hanno concentrato la loro ricerca sui cambiamenti nel decadimento dell'mRNA e i risultati dovrebbero portare alla scoperta di biomarcatori o potenziali terapie per le malattie infiammatorie sia nello spazio che sulla Terra. L'ultimo esperimento si è concentrato sulla semina delle nuvole per saperne di più sulla possibilità di insediamenti umani sulla Luna e su Marte. Nel nostro sforzo di far crescere il capitale umano saudita nel settore spaziale, abbiamo fatto in modo che questa missione fosse accessibile anche a migliaia di studenti sauditi, grazie a esperimenti di divulgazione didattica accuratamente progettati. Accostando i loro esperimenti terrestri a quelli condotti in tempo reale a bordo della ISS, gli studenti hanno potuto vedere in prima persona come l'ambiente dell'esperimento possa avere un effetto reale sui risultati".