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Paola Mazzetti, scampata alla strage della famiglia Einstein con la gemella Lorenza

È morta a 94 anni (a distanza di due dalla sorella), l’erede del grande fisico: bambine, erano state testimoni della Strage di Rignano sull’Arno da parte dei nazisti nell’agosto del 1944

di LETIZIA CINI -
24 luglio 2022
Paola e Lorenza Mazzetti, nipoti di di Einstein scampata alla strage della famiglia

Paola e Lorenza Mazzetti, nipoti di di Einstein scampata alla strage della famiglia

Paola Mazzetti se n’è andata a 94 anni, due anni e mezzo dopo l’amata sorella gemella Lorenza. Insieme erano sopravvissute alla strage della famiglia Einstein. Orfane di madre, morta durante il parto, furono ospitate dalla zia Cesarina, moglie di Robert Einstein (cugino del più famoso Albert) nella villa del Focardo, vicino Troghi.
Ritratto di Paola Mazzetti

Ritratto di Paola Mazzetti

Il 3 agosto del 1944 fece irruzione un reparto di soldati tedeschi delle SS: fucilò le figlie e la moglie di Robert dando fuoco alla casa. Paola e Lorenza, al tempo 17enni, e un’altra cugina vennero rinchiuse in una stanza e risparmiate dalla furia omicida. Lorenza ha raccontato spesso la violenza a cui aveva assistito nei suoi quadri, negli scritti e nei film: come regista, ha dato il suo contributo fondamentale al cinema internazionale con riconoscimenti di alto prestigio lavorando con i grandi, tra cui Pasolini. Paola le era molto legata e come Lorenza era cittadina onoraria di Rignano (alle porte di Firenze) dal 2015, pur vivendo a Roma, dove si è spenta il 21 luglio e dove, sabato 23 luglio, si sono svolti i funerali. E anche lei, come la gemella, ha chiesto di essere tumulata al cimitero rignanese della Badiuzza, accanto alla famiglia Einstein. La cerimonia di tumulazione sarà lunedi 25 luglio alle 11. Il consiglio comunale della cittadina toscana le ha dedicato un minuto di silenzio.

Chi sono Lorenza e Paola Mazzetti

Paola e Lorenza Mazzetti, nipoti di di Einstein scampata alla strage della famiglia

Paola e Lorenza Mazzetti, nipoti di di Einstein scampata alla strage della famiglia

Il difficile è partire. Con personaggi così, probabile perdersi. Più famosa, Lorenza Mazzetti: cineasta, anima del Free Cinema, premiata a Cannes nel 1956 per Together. La scrittrice: il suo primo libro, Il cielo cade (1961), è stato portato sullo schermo dai fratelli Frazzi nel 2000, sceneggiato da Suso Cecchi D’Amico e interpretato da Isabella Rossellini, vincendo il Giffoni. C’è la pittrice, la fondatrice del Puppet Theatre - Teatro di burattini per bambini in zona Campo de’ Fiori a Roma. E l’amica di Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Marguerite Duras, Elio Vittorini, Albert Camus, Cesare Zavattini, Gian Maria Volonté. Ma prima di tutto, c’è la Lorenza bimba, testimone di un episodio tragico capace di segnarne l’esistenza, scavando i binari del suo lavoro. "Orfane di madre alla nascita, a 6 anni le gemelle vengono affidata alla zia paterna Nina Mazzetti, sposata con Robert Einstein, cugino del fisico Albert", racconta Massimiliano Scuriatti in Una vita, mille vite (La nave di Teseo, 2021), frutto di 2 anni di conversazioni con questa donna straordinaria, "morta il 4 gennaio 2020, poco dopo aver messo un punto alla nostre chiacchierate". A distanza di 2 anni è mezzo, l'ha raggiunta sua sorella Paola.

Il racconto si Massimiliano Scuriatti

Regista, scrittrice e pittrice, Lorenza Mazzetti (1927-2020) è stata testimone della Strage di Rignano sull’Arno nell’agosto del 1944

Regista, scrittrice e pittrice, Lorenza Mazzetti (1927-2020) è stata testimone della Strage di Rignano sull’Arno nell’agosto del 1944

Cosa le raccontava Lorenza, sorella di Paola, di quel 3 agosto del 1944? "Era convinta che la ’colpa’ di suo zio Robert derivasse dall’odio che Hitler aveva per gli Einstein, dopo che Albert aveva scelto di restare negli Stati Uniti e di non rientrare in Germania: per questo sua zia Nina Mazzetti e le sue cugine, Cicci e Luce, vennero uccise dai nazisti nella loro tenuta di Rignano sull’Arno, alle porte di Firenze". Lorenza e Paola non erano ebree e vennero risparmiate. "Ma la loro anima venne straziata dalla ferocia della guerra: 'Ci rifugiammo nella grande cantina, arrivarono due soldati tedeschi, chiedendo dello zio, che era scappato nei boschi: costrinsero noi e i contadini ad andare via. Appiccarono il fuoco alla villa', ricordavano. All’orrore si aggiunse altro orrore: l’anno successivo loro  zio Robert, devastato dal dolore, si suicidò". Una vicenda che non ha mai avuto una verità processuale: duro accettarlo per Lorenza e Paola? "Non se ne davano pace. Lorenza e Paola avevano visto... 'So chi ha ucciso la famiglia Einstein, sono stata in Germania per denunciare alla polizia colui che ritengo essere il responsabile dell’eccidio di mia zia e delle mie cugine, Cicci e Luce' dicevamo, anche se la realtà storica sembrava essere un’altra". Da quell’episodio è nato Il cielo cade, Premio Viareggio nel 1962, al quale si interessarono subito Cesare Zavattini e Attilio Bertolucci: perché Lorenza non disse subito che si trattava della sua storia? "Voleva cacciare i fantasmi. Solo una volta scaduti i diritti di Garzanti, quando il romanzo venne ripubblicato da Elvira Sellerio, Lorenza rivelò all’editrice palermitana che non si trattava di una storia, ma della sua biografia. Elvira Sellerio chiese di dedicare il libro alla famiglia Einstein e di poter inserire una foto della zia Cesarina (detta Nina) e dello zio Robert. Nel ’63 dette alle stampe Con rabbia, considerato il seguito ideale del primo". Giovanissima cineasta a Londra, letterata in patria, pittrice: chi era Lorenza? "Una vita mille vite, appunto... Ho ancora impresso nella mente la sua espressione compiaciuta, per quella mia spontanea esclamazione". Non si sarà certo annoiato, ascoltandola... "Lorenza mi ha permesso di addentrarmi nel suo universo, parlandomi, con il candore del suo essere, dei suoi miti letterari, dell’amore per le arti, dei suoi film, della sua amata gemella Paola, degli incontri straordinari; quello con l’affabile Elio Vittorini, con il “bel” Camus, con il “brutto” Sartre, con la tormentata Marguerite Duras, con Queneau, Michaux, De Sica, Fellini. Attraverso le sue parole e i suoi ricordi, ho visitato la Londra degli anni ’50, quella 'vera' e nascosta ; e ho 'vissuto' la rivoluzione cinematografica e culturale di cui lei è stata artefice, incontrando, giovanissimi, Lindsay Anderson, Tony Richardson, Karel Reisz, Richard Harris, John Osborne e i giovani arrabbiati". Poi il rientro in Italia, i fantasmi del passato e il ricongiungimento con Paola... "Sì, e i tentativi di elaborazione di un lutto mai del tutto superato. Ma anche gli amici del cuore: Zavattini, Pasolini, Bertolucci; i tornei di ping pong, nella sua casa romana, fra Vincenzo Loriga, allievo di Jung nonché compagno di Paola, Gian Maria Volonté, Giovanni Berlinguer, fratello di Enrico, gli onirodrammi, il teatro censurato, i burattini e ancora non basta". Nostalgia delle vostre chiacchierate? " Molta: solo adesso, sentendo la mancanza di questa insostituibile amica, comprendo il senso di ciò che una volta disse: 'L’orrore più grande sarebbe un universo senza di me'. Aveva perfettamente ragione lei". E ora è stata raggiunta dalla sorella Paola, che sarà sepolta, accanto a lei, in terra toscana.

Paola Mazzetti, pittrice

Paola Mazzetti, acquarello su tela

Pittrice (anche), Paola Mazzetti (Roma 1927-202) ha esposto esposte al Museo del Louvre dal 6 al 26 marzo 2019: una selezione di quell’abbondanza biblica (Cesare Zavattini) di disegni, acquerelli, guaches e vignette che hanno abitato la sua lunga e straordinaria vita creativa, mirata e frutto di reiterati incontri amicali tra Paola Mazzetti e Giuseppe Casetti, che ha scelto di mostrare nel suo spazio di via della Reginella soltanto alcuni soggetti pittorici, appartenenti alla produzione più recente dell’artista psicoterapeuta. Figure femminili e animali di varie specie, uniformati nella tecnica e nel linguaggio: chiaro, diradato ed evanescente. Nella luminosa essenzialità di colori diluiti, e nel tratto continuo di un disegno scultoreo che margina il colore e circoscrive il bianco dei supporti.

La critica

aolo Mazzetti in meditazione

Una giovane Paolo Mazzetti, artista psicoterapeuta, in meditazione

“I dipinti acquerellati di Paola Mazzetti non raccontano il suo vissuto prematuramente tragico - le parole di Rossella Caruro - , né i temi conseguenti della perdita, della rimozione, del disincanto. Sono piuttosto, come lei stessa ancora insegna e pratica, forme espressive che liberano l’immaginario e trasfigurano giocosamente il visibile. La sua è una pittura spontanea – ma anche ironica, ammiccante, onirica – che descrive luoghi edenici, fiabeschi, spesso popolati da figure sognanti e docili animali. Elementi naturali ed esseri viventi convivono armoniosamente, quasi si compenetrano, e suggeriscono un modo – possibile – di stare al mondo“.