Rigenerazione urbana per tutelare l'ambiente: Italia 5° peggior Paese in Europa

L'allarme lanciato da Alessandro Gatti, presidente di Rehalta: "Le cose stanno migliorando, ma per dare slancio è necessaria una legge che riveda concretamente gli strumenti urbanistici dei comuni"

di CATERINA CECCUTI -
15 agosto 2023
ALESSANDRO GATTI

ALESSANDRO GATTI

Edifici fatiscenti, immobili in disuso, cantieri fermi da anni e quant'altro possa essere elencato nella lunga lista dell'occupazione inutile di suolo pubblico. Tutto questo rappresenta a tutti gli effetti, per il Belpaese, non soltanto una questione antiestetica, ma anche e soprattutto un problema ambientale, che contribuisce all'aumento del degrado urbano e della criminalità. Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) ha rilevato come il 7,1% del suolo italiano sia consumato da opere di cementificazione, rispetto a una media Ue del 4,2%; ciò porta l'Italia ad occupare la quinta posizione nella lista nera dei Paesi europei. Il consumo del nostro suolo, solo nel 2021, ha superato la soglia dei 2 metri quadrati al secondo, sfiorando i 70 Km² di nuove coperture artificiali in un anno (edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi, ecc).

La rigenerazione urbana

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Il progetto di Rehalta a Bordighera

L’importanza della rigenerazione urbana e dello stop al consumo di suolo è dimostrata anche dall’impegno dell’esecutivo che ha inserito un fondo da 160 milioni nella Legge Bilancio 2023 su questo tema. Lo stanziamento complessivo, per gli anni dal 2023 al 2027, previsto al comma 695, è articolato in 10 milioni di euro per l’anno in corso, 20 milioni nel 2024, 30 milioni nel 2025 e 50 milioni in ciascuno degli anni 2026 e 2027. A maggio è stato presentato un disegno di legge al riguardo. “Alla luce dei repentini cambiamenti climatici si impone la necessità di propendere verso scelte urbanistiche più sostenibili" commenta il presidente di Rehalta Alessandro Gatti, sviluppatore immobiliare dedicato a interventi di rigenerazione di vecchi stabili obsoleti o abbandonati ed allo sblocco di cantieri fermi. "Per completarli, come già sta accadendo nel nord Europa, dove le opere di depavimentazione, ad esempio, sono alla base di molti interventi di rigenerazione urbana: prediligere il verde all’asfalto, infatti, rende il terreno più drenante in caso di forti piogge e aiuta a combattere il caldo durante i periodi di siccità e afa, oltre a rendere più verdi gli spazi urbani”. Dottor Gatti, di cosa si occupa la rigenerazione urbana? "La rigenerazione urbana riguarda una serie di misure e investimenti, pubblici o privati, volti a creare un impatto positivo in aree urbane poco sviluppate o degradate. In termini macroeconomici, si tratta di uno degli strumenti più completi ed efficaci che i governi possono utilizzare, non solo per guidare lo sviluppo economico, ma anche per promuovere città più inclusive, resilienti e sostenibili. Ne conseguono anche un aumento del valore delle proprietà immobiliari e la generazione di risparmio energetico che porta a una riduzione delle emissioni di C0₂, andando a valorizzare gli edifici locali per rendere più belli i quartieri e migliorare la qualità della vita”. Perché in Italia il concetto di rigenerazione urbana è diventato così importante? “Il consumo di suolo in Italia è molto alto, 15 ettari ogni giorno; è un chiaro segnale che denota quanto ancora ci sia da fare per migliorare. Viviamo in un Paese unico, del quale negli ultimi decenni ci siamo presi poco cura. Soprattutto per quanto riguarda l’aspetto dell’urbanizzazione e della scarsa attenzione per la fragilità particolare del nostro ecosistema. Devo però dire che fortunatamente sta emergendo un nuovo approccio: si tende a dare crescente visibilità a questo delicato tema. Ma per dare uno slancio importante alla rigenerazione urbana penso sia comunque necessaria una legge che riveda concretamente gli strumenti urbanistici dei comuni.
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Villa Fiorita a Sanremo: anche qui Rehalta porta avanti un progetto di rigenerazione urbana

Le nuove concessioni edili sono spesso sovradimensionate rispetto alla domanda reale, tenuto soprattutto conto che l’Italia ha una crescita demografica ferma da un decennio. Penso sia meglio riqualificare e creare nuovo valore partendo da quel che già è edificato. Come sempre accade, per avere un macro cambiamento è necessario partire da scelte micro. Come sviluppatore immobiliare, Rehalta ha deciso di occuparsi unicamente di progetti che non comportino nuova occupazione di suolo. Agendo in questo modo ci stiamo rendendo conto che si instaura un circolo virtuoso per il territorio, che non solo diventa più bello, ma si lancia un segnale positivo che viene emulato poi da altri soggetti, creando benessere per la collettività ed eliminando il degrado". In che modo la rigenerazione urbana può migliorare concretamente la qualità di vita nel nostro Paese? "Rigenerare permette di dare nuova vita a interi quartieri. Pensiamo all’impatto positivo generato dalla riqualificazione di edifici abbandonati, la riconversione di capannoni industriali obsoleti, lo sblocco di cantieri fermi da anni che deturpano le nostre città. Questi edifici diventano spesso luoghi di spaccio, delinquenza e occupazione abusiva, con il risultato che anche le aree verdi vengono lasciate nel completo degrado.Rigenerare equivale a dare un importantissimo segnale alla comunità e agli operatori privati, per stimolare un cambiamento e una crescita nel territorio, in favore del paesaggio e della popolazione. Oltre all’importantissima rilevanza sociale, la rigenerazione impatta positivamente anche sulla sostenibilità. Vengono infatti progettati edifici a bassissimo impatto ambientale, per i materiali impiegati, le caratteristiche architettoniche e la classe energetica, che consentono di ridurre le emissioni di C0₂. Altro aspetto positivo riguarda la scelta di dare ampio spazio al verde, attuando politiche di depavimentazione che favoriscono il ritorno della natura a scapito del cemento". Cosa significa depavimentazione? "“La depavimentazione in ambito urbanistico rappresenta una scelta lungimirante e amica del pianeta. Consiste nel rimuovere l’asfalto o il cemento per ripristinare il terreno e dare nuovo spazio a erba e piante. Quest’operazione, oltre a rendere più belle e verdi le città, ha un reale impatto positivo sull’emergenza climatica in atto: un terreno verde, vivo, permette di drenare molto meglio le forti piogge, sempre più frequenti e improvvise, e aiuta a contrastare il caldo torrido. Nelle aree urbane la depavimentazione riguarda le intersezioni stradali, i marciapiedi, le piazze e le aree dedicate ai parcheggi. Il ritorno al terreno, oltre a favorire la biodiversità e un miglior adattamento al clima, permette una migliore ossigenazione delle radici degli alberi. In Nord Europa la propensione a depavimentare è molto alta, ma le cose stanno fortunatamente cambiando anche nel nostro Paese. Fino a poco fa, per ovviare ai costi di gestione del verde pubblico, le amministrazioni hanno optato per politiche di 'sigillo del suolo', quindi asfalto e cemento al posto di aiuole, erba e alberi. Ma è proprio nelle grandi città italiane che si stanno mettendo in atto azioni urbanistiche in favore del verde, per cercare di contrastare il surriscaldamento dei centri urbani”.
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A Monza il progetto prevede la realizzazione di un edificio residenziale di 5 piani fuori terra dotato di ampie logge ed immerso nel verde

In che modo opera Rehalta e quali sono i progetti in corso? "I progetti di Rehalta consegnati o in lavorazione nel 2023 prevedono complessivamente 126 abitazioni. In questo momento abbiamo cantieri in corso d’opera per un totale (in vendita) di 62 milioni di Euro ed è previsto l’investimento di altri 40 milioni complessivi nei prossimi 18 mesi. Ci stiamo occupando in via Astesani, a Milano, di un edificio residenziale che sorgerà al posto di un fondo commerciale chiuso, insieme alla sistemazione di un’area verde per la collettività. A Sanremo, il cantiere abbandonato di Villa Fiorita oggi è un’elegante residenza con parco e ci occuperemo anche di un vecchio immobile abbandonato che affaccia sul porto. A Bordighera, in pieno centro, uno stabile in disuso con posteggio dismesso per le ambulanze, diventerà un’elegante residenza. A Monza abbiamo sostituito un vecchio capannone con una residenza circondata dal verde. Abbiamo inoltre progetti a Volterra, dove interveniamo in un cantiere bloccato con un completamento delle opere e una valorizzazione; mentre a Carate Brianza un vecchio capannone artigianale chiuso da molti anni lascerà spazio a eleganti ville con giardino. In tutti i progetti vengono create ampie zone di verde, spesso a uso della collettività, posteggi, strutture residenziali a basso impatto ambientale per i materiali utilizzati, le caratteristiche architettoniche e il livello energetico (classe A4). Vogliamo creare valore impattando il meno possibile sul suolo, preservando il verde e alimentandolo”.