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Strage di squali: 80 milioni uccisi ogni anno. Carne e pinne sul mercato

Nonostante sia dannosa per la salute, la carne di squalo viene consumata in dosi massicce e venduta sotto altri nomi. L'Italia è il terzo importatore mondiale

di DOMENICO GUARINO -
23 gennaio 2024

Quando si parla di squali è sempre difficile farlo in maniera equilibrata: letteratura, cinema, racconti e la cronaca stessa indugiano spesso su un’immagine cupa e sanguinolenta, che li descrive come animali particolarmente pericolosi per l’uomo. Di certo imbattersi in uno squalo non è un’esperienza piacevole.

Ma a fronte di pochi casi all’anno di ‘aggressioni’ da parte di questi predatori ai danni di esseri umani (secondo George Burgess, ricercatore dell’International Shark Attack File e consulente esterno della ricerca, sono 75 attacchi di squali all'anno) sono ben 80 milioni gli squali che vengono uccisi ogni anno dalla pesca, o perché intrappolati nelle reti. Di questi, 25 milioni sono esemplari minacciati di estinzione.

Sempre più squali uccisi

È quanto emerge da un nuovo studio scientifico pubblicato di recente sulla rivista Science. Un team di ricercatori dell’Università canadese di Dalhousie ha esaminato i dati del periodo 2012-2019 intervistando 22 esperti del campo: il risultato è che in questo arco temporale il tasso di mortalità sia passato da 76 a 80 milioni.

A cosa è dovuto questo dato? Gli autori dello studio ipotizzano che sia la conseguenza dei nuovi mercati della carne di squalo, dato che i divieti di finning, lo “spinnamento” letteralmente, risulterebbero efficaci solo nelle acque nazionali. Gli squali infatti muoiono anche a causa delle catture accidentali, ma la maggior parte di loro viene catturata e uccisa per le pinne, che sono considerate una prelibatezza in molte culture asiatiche (la zuppa di pinne di squalo va per la maggiore in certe parti del mondo).

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Sono 80 milioni gli squali che vengono uccisi ogni anno. L’Italia è il terzo importatore mondiale di questa specie con circa 98mila tonnellate tra il 2009 e il 2021

Il consumo di carne e pinne in Italia

Anche in Europa la carne di squalo viene consumata in dosi massicce, e l’Italia è uno dei paesi in cui se ne consuma di più: il nostro Paese è infatti il terzo importatore mondiale di questa specie con circa 98mila tonnellate tra il 2009 e il 2021.

Ovviamente quando andiamo al supermercato non ci sembra di comprare carne di squalo, perché, per non impressionare i consumatori, viene commercializzato sotto falso nome:  “gattuccio”, “palombo”, “verdesca” o “spinarolo”. Il risultato però è lo stesso, e se nel Mediterraneo vivono 48 specie di squali, ben 22 di queste (il 46%), sono in pericolo, secondo quanto denuncia Legambiente.

Il consumo di carne di squalo ha diverse conseguenze negative, in quanto gli squali sono predatori apicali, e il loro declino può portare a un aumento delle popolazioni di prede, con conseguenze negative per la biodiversità. Senza tener conto del fatto che la carne di squalo può essere contaminata da metalli pesanti, inquinanti organici persistenti e microplastiche.

Danni alla biodiversità e alla salute

Per questo il WWF, che ha lanciato una specifica campagna, raccomanda di evitare il consumo di carne di squalo e di razze. Per farlo, afferma l'associazione ambientalista, è importante familiarizzare con i nomi comuni di queste specie, leggere attentamente le etichette dei prodotti ittici e non acquistare mai prodotti privi di adeguata etichettatura.

"Il numero di animali uccisi è aumentato notevolmente a causa della pesca intensiva. Abbiamo urgentemente bisogno di migliori controlli a mare e lungo la filiera e dobbiamo proteggere in particolare le aree importanti per gli squali come le zone di crescita e di riproduzione” conclude il WWF.