In occasione della Giornata mondiale dedicata allo squalo, conosciuta come
Shark Awareness Day, che ricorre il 14 luglio, il Wwf lancia l’allarme. “Sono a rischio
oltre la metà delle specie di squali presenti nel Mediterraneo. Una percentuale più alta rispetto al resto degli oceani. Ma siamo ancora in tempo per salvarli” è l'sos dell'organizzazione non governativa. Il Wwf ricorda come, in un
Mediterraneo surriscaldato, popolazioni sane di
sharks e razze svolgano anche un ruolo ‘insospettabile’ e importante nel mitigare l'impatto dei
cambiamenti climatici, aumentando con la loro presenza e attività il sequestro del carbonio e supportando la
biodiversità marina.
L’appello del World Wide Fund for Nature
Il Wwf lancia dunque un appello a tutti i paesi del Mediterraneo, affinché mettano in atto le misure vincolanti emanate dalla Commissione Generale della Fao per la pesca nel Mediterraneo e dalla Cites, recentemente adottate e che potrebbero migliorare
la gestione della pesca e del commercio di questi pesci. Azioni che potrebbero anche aiutare il recupero delle
42 specie appartenenti a questo gruppo e ancora minacciate.
Oltre la metà delle specie presenti nel Mediterraneo, infatti, sono a rischio: si tratta della percentuale più alta rispetto al resto degli oceani.
Il 14 luglio è il Shark Awareness Day (Foto: Wwf)
In particolare, l'organizzazione non governativa chiede alle istituzioni italiane di sviluppare un Piano d’azione nazionale (NPOA) per la
salvaguardia e gestione dei pesci cartilaginei predatori e delle razze. E chiede di farlo attraverso l’istituzione di un tavolo interministeriale di coordinamento e in consultazione con gli esperti della comunità scientifica, i pescatori e le organizzazioni della società civile. Tale Piano permetterebbe di rispondere agli impegni presi in modo armonico, migliorando la raccolta dati a livello nazionale, prevedendo misure di mitigazione e gestione delle catture accidentali sulla base delle migliori conoscenze scientifiche e di protezione degli habitat essenziali e delle specie a rischio.
L'Adriatico meridionale è un’area fondamentale per le verdesche
Squali, le azioni per difenderli
Le azioni a difesa degli pesci cartilaginei predatori, anche attraverso progetti svolti in collaborazione con alcune comunità di pescatori come quella di
Monopoli in Puglia, fanno parte delle attività della
Campagna GenerAzioneMare del Wwf Italia. Grazie a ormai cinque anni di collaborazione con i pescatori nei monitoraggi e nella ricerca sperimentale, Wwf e Coispa hanno potuto verificare - con l’utilizzo di marche satellitari - che l’Adriatico meridionale è un’area fondamentale per le verdesche, poiché qui passano gran parte dell’estate e dell’autunno.
L'esperta: ogni specie ha un ruolo significativo, come quello di alcune razze capaci di ‘mescolare’ i substrati marini con i loro movimenti"
Inoltre, diverse strategie di mitigazione delle catture accidentali hanno fornito risultati promettenti, presentati nelle diverse sedi internazionali Fao e Unione europea, che verranno ulteriormente testati e approfonditi nel corso del 2023 e 2024, sia a Monopoli, sia con i pescatori liguri.
L'importanza della presenza di squali e razze nel Mediterraneo
"L'importanza della presenza di squali e razze nel Mediterraneo non va sottovalutata" dichiara Giulia Prato, responsabile Mare del Wwf Italia.
Si stima che la cattura di questi grandi pesci impedisca di ‘stoccare’ negli oceani fino a 5 milioni di tonnellate di carbonio
"Ogni specie ha un ruolo significativo, come quello di alcune razze capaci di ‘mescolare’ i
substrati marini con i loro movimenti, o altre specie pelagiche che, attraverso le migrazioni verticali, spostano nutrienti tra i diversi strati dell'oceano" spiega. Poi aggiunge: "E tutte le specie di grandi squali e razze che nel corso della vita immagazzinano grandi quantità di
carbonio nei loro corpi: carbonio che viene stoccato sui fondali oceanici quando, dopo la loro morte, le carcasse di questi animali precipitano in profondità". "Si stima che la cattura di questi grandi pesci impedisca di ‘stoccare’ negli oceani fino a 5 milioni di tonnellate di carbonio.
Popolazioni sane di tali pesci possono quindi contribuire, come accade anche per le grandi balene, al fondamentale ciclo del carbonio ‘blu’ del nostro oceano e contribuire a mitigare l'impatto del cambiamento climatico". Da un lato l'associazione ambientalista plaude alle recenti misure volte a garantire una pesca più sostenibile di questi pesci cartilaginei predatori e razze nelle acque mediterranee e a proibire presto la pesca ricreativa di 39 specie, dall’altro mette in guardia rispetto alla loro efficacia, che potrebbe essere pericolosamente compromessa dalla lenta attuazione a livello nazionale.
Popolazioni sane di squali e razze svolgano anche un ruolo ‘insospettabile’ e importante nel mitigare l'impatto dei cambiamenti climatici
Le specie a rischio critico estinzione
Alcune specie a rischio critico di estinzione come la Vaccarella, l’Aquila di mare e la Rinottera rimangono ancora
prive di protezione nelle acque mediterranee e di misure di gestione. Ritardare le azioni di gestione mette in costante rischio le specie minacciate di questi pesci e compromette la
sostenibilità a lungo termine delle attività di pesca e dell'intero ecosistema marino. Per l'organizzazione mondiale "siamo in un
momento critico per la conservazione di squali e razze". Le recenti decisioni vincolanti offrono "speranza per il mantenimento e la ricostruzione dei loro ruoli nell’ecosistema" ma i paesi che si affacciano sul Mare nostrum "devono mettere in atto senza ulteriori ritardi misure di gestione della pesca su base scientifica". E devono farlo "stanziando risorse adeguate per la loro attuazione e applicazione, sostenendo tutte le parti interessate, compresi i pescatori, affinché rispettino le nuove misure, garantendo la raccolta e il monitoraggio dei dati e intensificando la conservazione degli habitat critici" per questi tipi di pesci.