Adelasia si fa spazio nel cantautorato femminile: "Ci stiamo lentamente liberando dai pregiudizi"

Venerdì è uscito il suo ultimo disco, "Tre volte", dal suono molto famigliare: a ispirare Adelasia, giovane cantautrice, sono stati i nonni

di CHIARA CARAVELLI -
13 novembre 2023
CoverDiscoAdelasia

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Lucchese di nascita, ma naturalizzata romana, Adelasia Lazzari in arte Adelasia è una delle voci emergenti del cantautorato femminile italiano. Venerdì è uscito il suo ultimo album ‘Tre volte’, dove racconta intimamente sé stessa attraverso dieci brani che ricalcano il suo amore per l’indie-rock contemporaneo. Un viaggio interiore che inizia a ottobre 2022, poco dopo la perdita della nonna materna. Un progetto discografico che la cantautrice presenterà per la prima volta dal vivo il 19 novembre a Roma.

 
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Tre volte...nonna

Adelasia, venerdì è uscito ‘Tre volte’, il suo ultimo album. Com’è nato il disco? E come si sente ora, dopo la pubblicazione?

"Questo disco è nato l’anno scorso. Avevo deciso di scriverlo a Sperlonga, vicino Roma, dove i nonni hanno una casa al mare. Poco prima di iniziare a buttare giù le prime canzoni, è venuta a mancare mia nonna. Sull’onda delle emozioni che ho provato per questa perdita, ho scritto un disco che ha un sapore molto famigliare, con atmosfere abbastanza malinconiche, ma è ciò che volevo trasmettere. Detto questo, sono molto felice per la riuscita del disco. Avevo molta ansia, ma è andata bene. Ho già ricevuto anche tanti feedback positivi da amici, parenti, fan. Posso dirmi soddisfatta".

Perché questo titolo?

"Dopo la morte di mia nonna, che era una scrittrice, ho iniziato a leggere i suoi libri. A un certo punto ne cominciai uno che si intitolava ‘Forse’. Mia nonna scrive “io sono morta tre volte, ma ogni volta era come ricominciare da capo”. Questa frase mi ha molto colpito, perché lei se n’era appena andata per la quarta volta e non sarebbe più tornata indietro. Ho voluto chiamarlo così perché questo era un nuovo inizio per me, ho pensato ci sarebbe stata una nuova vita dopo la perdita di nonna. ‘Tre volte’ per me è un simbolo di rinascita, per qualcosa che finisce c’è sempre un nuovo ciclo che inizia".

Cantautrici donne ancora vittime di pregiudizi

È difficile essere una cantautrice donna nel 2023?

"Sì, anche se è sicuramente meglio di quando ho iniziato. Io faccio musica dal 2018 e mi ricordo com’era difficile, in quegli anni, trovare cantautrici donne. Però devo dire che con il passare del tempo la situazione è migliorata, anche perché si è iniziato giustamente a parlare di più delle donne, del fatto che devono avere lo spazio che meritano. D’altro canto, penso che da parte dell’ascoltatore ci sia ancora una forma di pregiudizio nei confronti del cantautorato femminile. Non ci siamo ancora liberati di alcuni preconcetti, ma siamo sulla buona strada, anche se il percorso da fare è ancora lungo".

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Adelasia in studio (foto Instagram)

Il disco è pieno di foto di suo nonno. Come le ha scelte?

"Le ho scelte puramente per un fattore estetico. Scorrendo questo infinito catalogo di sue foto, ce ne sono state alcune che mi hanno colpito di più rispetto ad altre. Diciamo che le ho scelte in base a ciò che volevo trasmettere con la canzone, c’è una foto per ogni singolo".

Il tocco famigliare di Adelasia

I suoi nonni sono molto presenti all’interno di questo disco, anche a livello visivo. Che significato hanno avuto nella sua vita?

"Mio nonno, non avendolo conosciuto, lo vedo come una figura mitologica. Ma a livello di energia, mi sembra l’anima a me più affine di tutta la famiglia. L’ho conosciuto attraverso i racconti, ma nonostante questo l’ho sempre sentito vicino. Con mia nonna, invece, ho sempre avuto un rapporto molto conflittuale. Era una donna austera e questo me l’ha resa un po’ più ostile. Quando l’anno scorso è venuta a mancare, però, mi sono resa conto di come mi avesse insegnato a essere donna. Mi ha resa consapevole del peso che noi donne portiamo, di autodeterminarci, di essere autosufficienti, indipendenti".

C’è una canzone all’interno del disco a cui è particolarmente legata? Se sì, perché?

"Sono legata a tutte le canzoni in modo diverso, ma con ‘Niente da dire’, l’ultima del disco, ho un rapporto particolare. Questo brano è nato perché, arrivata a scrivere gli ultimi pezzi dell’album, non avevo più alcuna ispirazione e mi sentivo prosciugata dalla scrittura di questo disco. Un giorno ho chiamato mia madre in lacrime dicendole “mamma come faccio, non ho più niente da dire” e lei mi disse di buttare giù una canzone basata proprio sulla sensazione che stavo provando. Allora mi sono messa in gioco è alla fine è venuta fuori quella che secondo me è la canzone più bella del disco".

Lei è lucchese di nascita, ma naturalizzata romana. Che rapporto ha con la sua città d’origine e in che modo è presente in questo disco?

"Penso che sia tanto presente perché ho vissuto a Lucca per 19 anni e molto di quello che sono oggi è parte del posto in cui sono nata. Amo quella città, torno sempre volentieri e per me è il posto della mia famiglia. Essendo questo un disco molto legato alla sfera famigliare, credo che Lucca viva all’interno delle parole dell’album".

Il suo sogno nel cassetto?

"Fare un tour in Italia con tutta la band".