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Giovanni Bogani
Spettacolo

Le ‘ricette’ della salute di Amalia Moretti Foggia, una “donna davvero moderna”

Fu tra le prime donne medico in Italia a inizio Novecento, antesignana della medicina sociale. Nella seconda parte della sua vita diventò columnist per il Corriere della Sera sotto pseudonimi

di GIOVANNI BOGANI -
26 aprile 2024
Amalia Moretti Foggia

Amalia Moretti Foggia

Bella storia, quella di Amalia Moretti Foggia. La storia di una donna che ha saputo imporsi nella professione di medico, in gran parte declinata al maschile, agli inizi del Novecento. Una donna che ha sempre fatto attenzione a curare i più deboli, i più disagiati, i più poveri. E che, nella seconda parte della sua vita, si è ritrovata ad essere – quasi senza aspettarselo – una giornalista, una columnist, con una sua seguitissima rubrica sul più diffuso quotidiano dell’epoca, il Corriere della Sera.

Chi era la dottoressa Amalia Moretti Foggia

È stata una delle primissime donne medico in Italia. Era nata a Mantova nel 1872, figlia di un farmacista, o meglio, erede di una famiglia di farmacisti che si tramandavano il loro sapere da generazioni. Avrebbe avuto un destino comodo, fra infusi, pozioni ed erbe officinali. Ma sceglie di iscriversi all’Università, a Padova: nel 1895, a 23 anni, si laurea in Scienze naturali. Nel 1898, a 26 anni appena, consegue la sua seconda laurea, in Medicina. È la terza donna in Italia a laurearsi in Medicina. Immediatamente dopo, va a Firenze, si specializza in pediatria all’ospedale Meyer. Sono gli anni a cavallo di due secoli, anni di grandi entusiasmi – sono gli anni in cui nascono il cinema e la psicoanalisi, in cui hanno luogo le Esposizioni Universali – e lei è già un modello di emancipazione femminile. A Firenze conosce Anna Kuliscioff, medica russa e fondatrice del Partito socialista con Filippo Turati. Si trasferisce a Milano, e viene introdotta agli ambienti socialisti e in quelli del nascente femminismo. Va alle riunioni dell’Unione femminile nazionale, una delle prime organizzazioni per l’emancipazione della donna. Una donna laica, progressista, che non si lega direttamente all’attività politica, ma lo fa col suo lavoro di medico: lavora per la Società operaia femminile di Mutuo Soccorso, e dal 1902 nella Poliambulanza di Porta Venezia. Cura gratuitamente operaie sfinite dal lavoro in fabbrica, prostitute, mogli maltrattate e i loro figli. Diventa una delle prime protagoniste della medicina sociale in Italia. E diviene anche medico personale e amica della poetessa Ada Negri, con la quale intreccia un intenso scambio epistolare.

La carriera di giornalista

La rubrica di cucina di Petronilla
La rubrica di cucina di Petronilla

Ma più straordinaria ancora è la sua vicenda di autrice. Nel 1926, il direttore della “Domenica del Corriere” Carlo Zanicotti la invita a tenere una rubrica di informazione medica, sulla rivista domenicale del Corriere della Sera: cioè sul foglio più letto dalle famiglie, quello che passava dalle mani del capofamiglia a quelle della moglie, e poi dei figli. Lei accettò, scegliendo di firmarsi con uno pseudonimo: fu il “dottor Amal”. Forse lo scelse, o forse le fu “suggerito” in modo esplicito, poiché il pubblico non avrebbe creduto alla competenza di un medico donna. Il dottor Amal ebbe un successo enorme, anche perché Moretti Foggia sapeva usare un linguaggio semplice, chiaro, diretto. Univa una conoscenza medica profonda a un innato buon senso: spiegava alla gente che era necessario camminare, perché “è una ginnastica completa, moderata, gentile”, diverso dallo stare in piedi per il lavoro, che è semplice “star dritti”. Il direttore della “Domenica del Corriere” le fece fare il bis: nel 1928, le affidò anche una rubrica di cucina. E lei divenne Petronilla, in omaggio alla moglie di Arcibaldo, protagonista delle avventure del “Corriere dei Piccoli”. Nella rubrica “Tra i fornelli”, per anni dispensò ricette e consigli a una generazione di massaie che avevano scarsa disponibilità economica, e sulle quali ricadeva tutto il peso dell’alimentazione delle famiglie. Ricette semplici, facili da preparare, economiche. E Petronilla divenne un punto di riferimento, nell’Italia fiaccata dalle sanzioni economiche, costretta all’autarchia soprattutto in cucina, con prodotti che non arrivavano più e la necessità di arrangiarsi con le materie prime,e con mariti che pretendevano e non aiutavano. “Non pensatemi una cuoca perfetta – scriveva – ma soltanto una qualunque donna di casa”. E non si limita a suggerire ricette, ma mette in scena un universo domestico: un teatrino con un marito, due figli viziati, una cognata saccente. E porta il buonumore in tempi difficili, che per l’Italia diventeranno presto difficilissimi. La rubrica di Petronilla attraversa gli anni dell’autarchia e quelli della cucina del tempo di guerra, con il razionamento di ogni genere alimentare. E insegna come preparare una maionese senza olio, una cioccolata senza cioccolata, una polenta senza polenta, una torta margherita senza farina...

La doppia (o tripla) personalità 

Il dottor Amal, con i suoi consigli, e Petronilla con la sua voce amichevole, rassicurante tennero compagnia ai lettori per vent’anni. E lei si sdoppiò, accettò di avere quasi una doppia personalità: “È come se da quegli anni in cui iniziai a scrivere per la ‘Domenica’ avessi iniziato a vivere due esistenze differenti e complementari, una di donna emancipata, moderna ed intellettuale, l’altra di ‘donnetta di casa’, tutta dedita a figli, marito e fornelli. La mia guida – spiegava – è sempre stata quella di essere semplice, spontanea e vera. È come se sapere che esistevo in quei quaderni avesse dato più senso alla mia vita, e un filo resistente mi avesse legato alle esistenze di tutte quelle donne”. E aggiungeva, riflettendo su questa sua “doppia vita”: “I posteri mi conoscono e mi avrebbero conosciuta solo come Petronilla, ‘quella delle ricette sulla Domenica del Corriere’, e come il dottor Amal. Ma la vera Amalia, la medica che in un’epoca in cui nessun bravo borghese si sarebbe fatto curare da una donna, ha dovuto fingersi uomo per essere credibile. Non vorrei che il mio nome fosse collegato sempre e comunque al cibo e alle ricette, vorrei che uscisse un po’ anche Amalia, vorrei poter dire senza falsa modestia che ho sempre mal sopportato di essere stata una donna davvero moderna per i miei tempi”. Questa donna davvero moderna per i suoi tempi pubblicò oltre ottocento articoli come Petronilla, e il doppio come dottor Amal. Morì a Milano nel 1947. Oggi, “Le ricette di Petronilla” sono raccolte in un volume, a cura di Stefania Barzini, per Guido Tommasi editore.