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"L'anello ritrovato": la storia vera di Giacomo Moscati per il Giorno della Memoria

Il ricatto dell’oro e il rastrellamento nazista degli ebrei di Roma nell’ottobre 1943 in un corto originale di Rai Kids per ragazzi e famiglie

di CHIARA CARAVELLI -
26 gennaio 2024
L'ANELLO RITROVATO_Mariandrea Cesari e Liam Nicolosi (6)

L'ANELLO RITROVATO_Mariandrea Cesari e Liam Nicolosi (6)

Si intitola “L’anello ritrovato” e racconta, con un linguaggio attento, ma allo stesso tempo accessibile anche ai più piccoli, una vicenda ambientata nel contesto di una delle pagine più triste della storia umana. In occasione del Giorno della Memoria Rai Kids presenta una nuova produzione originale rivolta a ragazzi e famiglie: un cortometraggio prodotto da Stand by con il patrocinio della Comunità ebraica di Roma, ispirato alla storia vera di Giacomo Moscati, che da adolescente visse il cosiddetto "Ricatto dell’oro" nazista agli ebrei della Capitale durante l’occupazione del 1943.
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L'anello d'oro apparteneva a Giacomo Moscati, la cui storia ispira la produzione originale Rai Kids

Il corto, della durata di 26 minuti, va in onda venerdì 26 gennaio alle 16 su Rai 3, sabato 27 alle ore 17.50 su Rai Gulp e disponibile su RaiPlay a partire dalla mattina del 26 gennaio. È diretto da Alessandro Celli, scritto e prodotto da Simona Ercolani, e vede oltre ai protagonisti Mariandrea Cesari e Liam Mario Nicolosi anche l’attore e regista teatrale Stefano Sabelli nei panni di Gino Moscati (il figlio di Giacomo) e l’attore Paolo Lorimer in quelli del venditore del negozio di oggetti antichi.

La trama de "L'anello ritrovato"

“L’anello ritrovato” è una fiction emozionante basata su un’accurata ricostruzione storica, a metà tra live action nel presente e animazione che ricostruisce episodi del passato.
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Il Bar Mitzvah di David

Torna da protagonista la giovane attrice Mariandrea Cesari, che lo scorso anno aveva partecipato allo speciale “La Cartolina di Elena”. Rimessi i panni di Cecilia, una ragazza torinese che si imbatte in vicende perdute tra le pieghe della memoria e le vuole portare alla luce, al suo fianco questa volta c’è David (interpretato da Liam Mario Nicolosi), l’amico d’infanzia che l’accompagnerà in questa nuova avventura. La giovane Cecilia arriva a Roma per festeggiare il Bar Mitzvah del suo amico David, la cerimonia ebraica che tradizionalmente sancisce il passaggio all’età adulta. I due ragazzi scoprono in casa un misterioso anello d’oro –con iniziali sconosciute G.M.– nascosto all’interno di un orologio.
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L'orologio all'interno del quale i giovani trovano l'anello con le iniziali G.M.

Curiosi di saperne di più, i giovani indagano fino a scoprire la storia del proprietario dell’anello, Giacomo Moscati, e della sua amicizia con Samuele Pontecorvo, proprietario di un identico oggetto. Come in una vera e propria investigazione e grazie anche alla visita di alcuni dei luoghi più iconici del ghetto di Roma, tra cui il Museo Ebraico, l’Archivio Storico della Comunità e il Tempio Spagnolo, Cecilia e David collegano i due anelli al tragico ricatto dell’oro del 1943, arrivando infine a scoprire la storia di Moscati.

Il ricatto dell’oro dei nazisti

I fatti storici da cui il cortometraggio prende spunto partono dal settembre del 1943 quando – all’indomani dell’occupazione nazista di Roma – il comandante della Gestapo in Italia Herbert Kappler ordinò ai vertici della Comunità Ebraica di consegnare, in 36 ore, cinquanta chili d’oro, pena la deportazione di 200 ebrei. L’intera comunità ebraica capitolina si mobilitò per tentare di salvarsi: c’era anche Giacomo Moscati, allora adolescente, che volle contribuire con un anello d’oro ricevuto per il suo Bar Mitzvah sui cui erano incise le sue iniziali, G.M.
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I giovani durante le indagini in giro per Roma

Nonostante i 50 chilogrammi d’oro fossero stati consegnati in tempo, i soldati nazisti entrarono nel ghetto all’alba del 16 ottobre 1943, arrestando 1259 persone. Di questi, dopo alcuni rilasci, 1022 tra adulti e bambini vennero deportati direttamente ai campi di sterminio. Nel 1945, alla fine della guerra, di quel convoglio tornarono vivi solo in sedici, quindici uomini e una donna.