Enrico Nigiotti: "Dalla mia Livorno canterina a Capraia, per riscoprire le emozioni semplici della vita"

di GIOVANNI BALLERINI -
5 gennaio 2022
Enriconigiotti

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Enrico Nigiotti torna ad esibirsi dal vivo a Livorno e Firenze

"Sono due anni che aspetto, è un periodo particolare per tutti, ma per chi lavora nella musica anche di più: è dura davvero rientrare in una nuova normalità, ma almeno sono ripresi i concerti e sta per partire anche il mio tour". È un artista ispirato e fuori dal coro, Enrico Nigiotti. Se n’è accorto anche il pubblico che apprezza il suo modo di vivere la musica e non solo. E affolla i suoi concerti. Non è quindi un caso che il cantautore toscano inauguri la sua tournée, mercoledì 12 gennaio al Teatro Goldoni di Livorno, con un sold out e che vadano alla grande anche le prevendite per il concerto di lunedì 17 gennaio al Teatro Verdi di Firenze. Il cantautore e chitarrista, classe 1987, che ricordiamo tre volte brillante protagonista al Festival di Sanremo, torna dal vivo con uno show dedicato ai momenti più importanti del percorso artistico. Fra questi anche il nuovo singolo Notti di luna. Il brano, che segna il suo ritorno con l’etichetta Polydor/Universal Music Italia, descrive con linguaggio dolce e immediato, impreziosito da un sound ricercato, uno spaccato inedito di Toscana.   Enrico, oggi è famoso, ma ha mai vissuto vessazioni o bullismi? Cosa pensa della diversità?

Il cantautore livornese ha trascorso parte del 2020 sull'isola di Capraia

"No, fortunatamente non sono mai stato vittima di bullismo, come tutti a scuola mi è capitato di avere compagni di classi che venivano emarginati perché magari considerati 'diversi'. Io sono sempre stato un tipo sulle sue, ma allo stesso tempo festaiolo. Tendo sempre a socializzare con tutti e non ho mai pensato di avvicinarmi ad un amico perché forte o spaccone. Io penso che tutti gli esseri umani sono diversi tra loro per carattere e aspetto fisico ed il mondo è bello perché vario. Non esiste in natura una foglia uguale all'altra, ognuna ha il suo aspetto, la sua bellezza e la sua caratteristica. E in questo che ritroviamo il suo essere unico, e non diverso. Ma poi diverso da chi?". Le piace somigliare solo a se stesso? "Sono così. Per me la musica è un amore e un lavoro, non mi sono mai atteggiato a fenomeno, mi sento una persona normale. Ho cominciato suonando la chitarra, ho iniziato con il blues, poi sono diventato cantautore". Livorno è una città un po' blues? "Soprattutto da primavera all’estate diventa canterina e suonante, la New Orleans toscana, dove si respira blues anche nei tramonti. Ci sta bene la musica a Livorno, fra il sarcasmo e le poesie: è una città particolare. Ci tengo molto alla livornesità che ci caratterizza". Com’è il mondo visto da Capraia? "Sorprendente. Durante il primo lockdown decisi di provare un’esperienza tutta mia e andai a vivere su questa che è l’isola più lontana dell’arcipelago toscano, che d’inverno è abitata solo da 150 pescatori. È un’avventura che mi ha formato, regalandomi spunti e riflessioni inedite che mi arricchiscono ancora oggi che sono tornato a vivere a Livorno". Un paradiso creativo fuori da ogni frenesia? "Sì, invece di stare sul divano a scrivere riflessioni su cose vecchie, per un po’ ho deciso di vivere nuove e semplici emozioni in un luogo diverso e parlarne, fermando queste emozioni in una canzone, che non parla di Capraia, ma della vita. La racconto attraverso la luna riflessa sul mare, con i ragionamenti che scaturiscono rimirandola, grande di notte, quando da un cielo stellato guida i naviganti". Ha guidato anche lei? "Le stelle viste da Capraia erano così luminose che sembrava di poterle toccare e la luna che tornava sempre nei miei pensieri, mentre la rimiravo al centro del palcoscenico della notte, tutto ciò meritava una canzone".