"Figlio non sei più un giglio": in scena il monologo della madre di un femminicida

Daniela Poggi e Mariella Nava con le sue canzoni, pongono l'interrogativo: come comprendere il gesto e trovare spazio per il perdono?

di RICCARDO JANNELLO -
27 novembre 2023
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Che cosa alberga nella mente di una madre il cui figlio, da lei sempre considerato puro, un giglio appunto, si scopre sia l’autore del più nefando dei crimini: ha ucciso una donna che sarebbe potuta diventare, come Maria – la sua mamma –, una madre essa stessa. I pensieri, le domande e i sentimenti di Maria, costretta a misurarsi con la sua impotenza di fronte alla violenza perpetrata, vengono offerti al pubblico sotto forma di una lettera, che la donna scrive al figlio per capire le possibili e molteplici cause e trovare uno spiraglio di speranza in una sua rigenerazione interiore che renda capace lei di perdonarlo.

La "Bottega" di Daniela Poggi

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Daniela Poggi con la sua “Bottega” cerca di dare risposta ai bisogni più profondi del nostro io e della società

Un pianto come quello della Madonna nella lauda di Jacopone da Todi, reso possibile in scena dal progetto di Daniela Poggi, l’attrice savonese che con la sua “Bottega” ha creato un’associazione che cerca di dare risposta ai bisogni più profondi del nostro io e della società. Daniela ha affidato la scrittura a Stefania Porrino (che cura anche la regia) per delineare in un monologo la figura di una donna moderna, Maria, alle prese con una spada che le ha trafitto il cuore, appunto il femminicidio perpetrato dal suo erede. Lo spettacolo si intitola “Figlio, non sei più un giglio” e con la Poggi vede in scena una cantautrice anch’ella sempre legata a temi sociali, Mariella Nava. Le sue musiche creano un unico flusso di emozioni che intendono coinvolgere mente e cuore degli spettatori.

Figlio, non sei più un giglio

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Daniela Poggi (dx) e Mariella Nava (sx)

La pièce, che è in giro per l’Italia con la collaborazione di Global Thinking Foundation, sta raccogliendo ovunque successo ed emozione. “Volevo fare – spiega Daniela Poggi in un'intervista - uno spettacolo sulla violenza sulle donne, parlando del dolore della madre di un femminicida che si racconta dall’allattamento in poi di fronte a questa realtà tragica. L’ispirazione è Maria ai piedi della croce mentre Gesù sta morendo, ma ribaltando l’idea. Molte le domande che sorgono nella mente, ma la principale è: cosa prova una madre che ha generato un figlio colpevole che ha ucciso una donna come lei?”.

Una donna che si interroga sulle colpe di un figlio

Ma in effetti l’attrice si riferisce non solo a questo aspetto, che spesso rimane senza risposta, ma a ogni tipo di rapporto interpersonale nel quale si rischia di non guardarci più negli occhi, come probabilmente ha fatto l’assassino scagliando i colpi fatali.
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Cosa passa nella mente di una madre che scopre che il figlio è un femminicida?

D’altronde Maria-Daniela non riconosce più quello che lei aveva fatto simile a un giglio. Lo spettacolo vuole richiamare la paura di una solitudine interiore che non fa bene a nessuno. “In questi giorni – spiega la Poggi – ho sentito il padre di Giulia Cecchettin invitare i genitori a comunicare con i figli e invitare al contempo i ragazzi a dire ai genitori se esistono dei problemi. Può essere una strada”.

Abbattere la corazza dell'incomunicabilità

Nelle sue canzoni, Mariella Nava cerca di scavare nei nostri cuori guidata dall’attualità. In uno dei brani una mamma si augura che il bambino che ha concepito viva l’esistenza in modo forte come ha vissuto lei, una vita degna. Poi si accorge che nella corazza che si è messo lei non riesce a entrare e i pensieri dei due non possono compenetrarsi. Un lavoro – dicono all’unisono l’attrice e la cantautrice – che meriterebbe di essere portato nelle scuole perché è rivolto soprattutto, attraverso la voce di una madre delusa e addolorata, proprio ai giovani, alla loro sensibilità che si sta formando.
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L'attrice e la cantautrice protagoniste della pièce

In giorni come questi le riflessioni di “Figlio, non sei più un giglio” servono proprio a entrare in quel dramma che sembra non avere fine in questo mondo forse troppo guidato dalla tecnologia più che dal pensiero e dalle parole reali.

Il programma degli spettacoli

Queste le prossime date dello spettacolo: 27 novembre: teatro Odeon, Paola (Cosenza); 29 novembre: teatro Franco Tagliavini, Novellara (Reggio Emilia); 1 dicembre: Auditorium Paccagnini, Castano Primo (Milano); 2 dicembre: teatro Perracchio, Ragusa; 5 dicembre: teatro Lo Spazio, Roma; 12 dicembre: teatro Verdi, Pisa.