“Mi vesto come mi pare”: Loredana Bertè risponde a un commento sulla minigonna

“Non cominciare a uscire anche tu in mutande” recita il messaggio anonimo e la cantante replica a tono: “Donne, vestitevi come volete. A qualunque età”

di AMBRA NARDI -
25 luglio 2024
Loredana Bertè

Loredana Bertè risponde ai commenti degli haters

“Io mi vesto come caz** mi pare", la risposta di Loredana Bertè all'ennesimo commento di body shaming ricevuto su Tik Tok. Con un breve video, l'iconica cantante italiana risponde a tono a tutti coloro che si sentono in diritto di giudicare le scelte estetiche altrui.

“Caro punto interrogativo, che manco ti firmi, io in minigonna ci sono nata. Ricordi gli anni ’60? Forse non c’eri… Io sì, comunque mi vesto come cazzo mi pare. A qualunque età, ragazze, donne, vestitevi come volete, come vi sentite meglio con voi stesse e con gli altri. Io sono per la libertà totale e quindi sono libera di vestirmi e di fare quello che cavolo voglio. Ricordatevelo bene anche voi, fate come me. A 60 anni, a 70 avete delle belle gambe? Mettete la minigonna, più corta che avete, come me! Anche se non avete delle belle gambe, mettete pure la minigonna. Chi se ne frega!“. E ha concluso il video alzando il dito medio.

La cantante è emblema di libertà fin dai tempi non sospetti. Femminista antesignana. I suoi look l’hanno sempre caratterizzata e spesso messa al centro di polemiche e commenti non richiesti, eppure a lei non è mai importato. Il consiglio che dà alle altre donne, di ignorare i giudizi altrui, stride con una società basata sull’apparenza e la ricerca di consenso, le cui conseguenze sono spesso pesanti.

Body shaming 

Le principali conseguenze psicologiche del body shaming possono avere un impatto sull’autostima, ma anche ricadute sulla sfera sessuale, sul comportamento alimentare, sull’umore.

Quasi 9 adolescenti su 10, almeno una volta, hanno subito body shaming. Inoltre, per circa 3 su 10 è sostanzialmente un fatto quotidiano ricevere offese sul proprio aspetto fisico, che hanno il potere di provocare vergogna o disagio in chi ne è vittima.

E’ una forma d'odio che può essere prevenuta tramite un approccio formativo. L’educazione all’affettività, all’emotività e alle competenze digitali sono iniziative necessarie per prevenire forme di violenza verbale e per incrementare l'immedesimazione con la collettività.