“Sospesi”: il primo film dei ragazzi e delle ragazze di San Patrignano

Nato dal laboratorio di cinematografia diretto da Paolo Ruffini, racconta quattro storie d’amore incrociate che ruotano intorno al concetto di sospensione: la quotidianità del singolo è in stand-by a favore della comunità. “Qui c’è un senso di unione e di rispetto che non c’è da nessuna parte”

di GIOVANNI BOGANI
25 luglio 2024
Paolo Ruffini

Paolo Ruffini

È stato presentato a Giffoni Experience, grande rassegna internazionale di cinema per ragazzi, il cortometraggio “Sospesi”. Che cosa ha di speciale “Sospesi”? Che è il primo lavoro scritto, diretto e recitato dai ragazzi della comunità di San Patrignano. Lo hanno fatto sotto la supervisione di Paolo Ruffini: ma la storia è tutta loro.

Il progetto è nato dalla collaborazione fra San Patrignano, Paolo Ruffini e lo stesso festival di Giffoni, che hanno dato vita al SanPa Cine Lab. Alla proiezione è stata presente la presidente della comunità di San Patrignano, Vittoria Pinelli, insieme ad alcuni dei ragazzi che hanno realizzato il film.

La locandina di "Sospesi"
La locandina di "Sospesi"

“Io penso che il Giffoni film festival sia una bellissima follia: evviva questa follia”, dice Paolo Ruffini. “Le follie quando vengono fatte con passione fanno nascere cose bellissime. Per me, realizzare un film dentro la comunità di San Patrignano è stata un’esperienza fortissima e determinante. Mi ha dato energie inimmaginabili e inestimabili”. I ragazzi hanno preso parte al film in ogni parte della sua realizzazione: alcuni nella troupe tecnica, altri come comparse, altri come attori protagonisti. “La gioia di questi ragazzi non l’ho trovata altrove. Questa cosa mi ha restituito l’amore per questo mestiere”, dice Paolo Ruffini. Vittoria Pinelli, direttrice di San Patrignano, dice: “Quando arrivano i ragazzi da noi, portano le proprie storie con sé. Senza speranza, e senza fiducia. Ma abbiamo avuto la fortuna di incontrare Paolo sulla nostra strada. E Paolo ha trasformato le loro storie in un sogno”. Le fa eco uno dei ragazzi, protagonisti del film, Milo Papi: “Prima di girare questo corto non avrei mai immaginato di essere qui a parlare davanti a un microfono. Ora invece ci sono riuscito. A voi ragazzi vorrei dire di non lasciare niente in sospeso: se volete fare qualcosa, fatela”. Dice Ruffini: “L’unica cosa che può salvare il mondo è l’amore. E il suo senso non è nel pensare di essere ricambiati, ma nella libertà di essere se stessi”.

Sul set di "Sospesi"
Sul set di "Sospesi"

La trama e in numeri

Per cinque mesi Ruffini ha insegnato loro i fondamentali del linguaggio cinematografico e le tecniche di base di filmmaking. Un intenso percorso, nato con l’obiettivo di permettere ai ragazzi e alle ragazze di San Patrignano di esplorare nuovi modi per ascoltarsi ed esprimersi attraverso un mezzo estremamente evocativo come il cinema. “Questa è la vera anomalia, la più incredibile, rispetto ai laboratori che sono stati fatti altrove – racconta Paolo Ruffini - Anomalia è proprio il fatto che tutte le figure professionali sono state ricoperte da ragazzi e ragazze che sono in percorso. Il direttore fotografia del corto si chiama Valentino ed è un ragazzo di vent'anni che vive qua. In altri ambiti, prima di muovere la macchina da presa passano due anni. Qua è successo tutto nell'arco di cinque giorni. E questa cosa, combinata con una serie di alchimie che esistono solo a San Patrignano, ha reso possibile la magia”.

Sul set di "Sospesi"
Sul set di "Sospesi"

Il risultato è una produzione cinematografica girata interamente all’interno di San Patrignano: 17 location hanno fatto da sfondo alle riprese che hanno coinvolto circa 800 comparse, tutte appartenenti alla comunità, in più di 60 scene per un totale di oltre 330 ciak battuti. Una macchina produttiva immensa, paragonabile alle grandi produzioni cinematografiche. 

Al centro nessuna storia di droga o di dipendenza, ma spaccati evocativi della loro vita attuale. Il risultato sono quattro storie d’amore incrociate, che ruotano attorno al concetto della sospensione dell’amore, come momentaneamente sospesa è la vita all’interno della comunità. Il titolo “Sospesi”, dal forte valore metaforico, evoca infatti aspetti connessi alla vita all’interno di San Patrignano, una collettività di persone che, per il proprio bene, ha scelto di mettere in pausa la propria ordinarietà, abbracciando un percorso di riscatto sociale e umano. La quotidianità dei singoli è in stand-by, a favore della quotidianità della comunità.

Il film, della durata di 36 minuti - è girato interamente in bianco e nero, e ancora una volta la decisione è stata dei ragazzi e delle ragazze di San Patrignano. Una restituzione iconografica delle emozioni che il titolo può solo evocare: sospensione, transitorietà, dualismo.

Sul set di "Sospesi"
Sul set di "Sospesi"

“Qui c’è un senso di umanità, di solidarietà, di unione, di partecipazione, di rispetto per il lavoro proprio e degli altri che non trovi da nessuna parte. C'è una cosa che mi commuove a pensarci. Il motivo di tutto ciò. Quando mi chiedono: “Perché hai fatto questa cosa?”. Il motivo è questo: lo faccio perché è esattamente il lavoro che vorrei io. È ciò che cerco in ogni in ogni cosa che faccio. Qualcosa che non ho mai trovato. Questo restituisce a pieno il senso della parola “comunità”. Ovvio, è molto complicato parlare di questo posto: a chi viene da fuori, chiedo sempre “Perché lo devi capire?”. Le cose più belle della vita non si capiscono: si abbracciano, si accolgono” conclude Ruffini.