Gio Evan, chi è il poeta delle moltitudini che spopola sui social

Prima poeta, poi musicista-poeta: "Colpa o merito di una chitarra avuta in dono da un hippie sulla strada per Buenos Aires"

di MAURIZIO COSTANZO -
6 agosto 2023
Gio Evan, il poeta delle moltitudini che spopola sui social

Gio Evan, il poeta delle moltitudini che spopola sui social

Chi ha provato la solitudine dei numeri primi, sui banchi graffiati di scuola o su quelli pieni zeppi di spartiti di un conservatorio, sa bene quanto sia magico far incastrare musica e parole. Non è facile, funziona come con certi vestiti, che stanno sempre o troppo stretti o troppo larghi. Gio Evan (pseudonimo di Giovanni Giancaspro) artista geniale, c’è riuscito, azzeccando magistralmente le misure di quest’alchimia. C’è riuscito inventando un nuovo modo di fare poesia, incollando le note alle parole, arrivando a cucire colonne sonore una volta prese le misure della vita. È per questo che i suoi versi musicati calzano perfettamente addosso a chi ne ha bisogno, a chi ha accumulato eternità di silenzi e tristezze, a chi è perennemente alla ricerca di parole che sorprendono, in un mondo pieno zeppo di parole scontate che non sorprendono più. C’è chi scrive poesie fino sedici anni, l’età degli amori tristi, poi appende la penna al chiodo. Come c’è chi entra in chiesa solo quando ha bisogno di un miracolo, o chi aspetta i compleanni o qualche gelida vigilia di Natale per riscaldarsi il cuore di regali.

Gio Evan: inventato un nuovo modo di fare poesia: su Youtube i suoi versi musicati incantano ed è un vero fenomeno sui social (Instagram)

Per fortuna c’è chi di poesie continua a scriverne per tutta la vita. Gio Evan lo fa, regalando sogni e zucchero a un mondo amaro che di miracoli ha bisogno ogni momento. E così, chi vuole zittire l’inutile che lo circonda, chi sente il bisogno di trovare a fine giornata parole in comune, non ha che da accendere il computer. Chi è assetato di buoni pensieri, chi è in astinenza di parole autentiche, e orfano di sentimenti in cui riconoscersi, non ha che da cercare i titoli delle poesie di Gio Evan su Youtube. Poi non resta che mettere le cuffie nelle orecchie, chiudere gli occhi e iniziare il viaggio, che porta dritti dentro se stessi.

La cover del libro di poesie di Gio Evan

Gio Evan, artista poliedrico

Prima poeta, seguitissimo su Instagram, poi musicista poeta. "Colpa o merito di una chitarra avuta in dono da un hippie sulla strada per Buenos Aires. E ci ho messo un po' a far andare d'accordo questi due mondi” ha raccontato. Gio Evan non è un nome d'arte, ma “quello con il quale sono stato ribattezzato in Argentina e che fa riferimento a Giovanni Evangelista, per me che sono innamorato di Gesù dopo aver trovato un Vangelo in terra in India". Un po' scrittore e un po' cantante, Gio Evan è un artista poliedrico: uno scrittore che canta e un cantante che scrive romanzi, ma anche poesie. È un poeta ma gira anche i teatri d’Italia con i suoi spettacoli, quindi è anche attore, ma sui social è diventato un vero e proprio fenomeno. “Ho una moltitudine dentro" ha dichiarato. Ed è così: basta ascoltare le sue poesie musicate, che spopolano sui social, per accorgersene. Queste che vi proponiamo sono solo alcune.

Gio Evan, pseudonimo di Giovanni Giancaspro (Instagram)

"Sei perfetta", la poesia da dedicare alle ragazze speciali

Per chi cerca parole esatte da dedicare a donne create poco meno che angeli, non c’è niente di meglio della sua "Sei perfetta". Fatta apposta per ragazze che hanno la “testa dura e cuore morbido”, belle anche quando non ci credono. Che sanno “chiedere scusa guardando negli occhi”, e che non si nascondono “dietro un messaggio”, ma hanno il coraggio di farsi “trovare sotto casa” per consegnare le loro “scuse a domicilio”.

"Voce del verbo correre", versi che sanno di vita e speranza

Magia pura sono i versi di "Voce del verbo correre", che invita a vivere la vita senza compromessi, a togliere le erbacce attorno ai sogni, a correre forte, saltando tutti gli ostacoli, con la faccia al vento. Versi dedicati alle anime sensibili e fragili, ai tanti numeri primi che abitano questo mondo, e nel gioco dei conti che non tornano non trovano mai la spinta per diventare incalcolabili. Una poesia musicata che sembra fatta apposta per le ragazze discrete che amano in segreto, ingoiano lacrime, ma che dentro nascondono una forza tale da fare la differenza.

Gio Evan è scrittore, poeta e cantautore (Instagram)

"E io invece ti dico di correre, ma vivitela di corsa sta’ vita, hai solo da guadagnarci. E chi ti insegue non ti arriva… Chi vuole trattenerti non ti afferra… Chi vive immobile non ti conoscerà: ma non ti preoccupare: non serve conoscere tutti… Guardati i tramonti ma non perderti le albe… quando fai una cosa bella non è vanità il riconoscerla! Non aspettare la musica per ballare: balla, salta e corri…il vento sta dalla tua quando corri…Non ti preoccupare dei paesaggi, ti verranno incontro. E le cose che ti servirà imparare verranno ad abitarti dentro spontaneamente. Tu pensa a correre, a correre forte: che tanto, visti di sfuggita, siamo tutti più belli”.

Gio Evan: i suoi versi incantano, e mentre fanno il giro del web molti le prendono a prestito per raccontarsi (Instagram)

Il dolore delle donne in "Sei diventata dura"

Se i fiori hanno sempre sete, è anche vero che a volte sbiadiscono, appassiscono o diventano roccia. "Sei diventata dura" è la poesia musicata per tutte le persone con cicatrici tatuate sul cuore. “Ne hai prese di botte tu. Di delusioni, di sconforti. Ne hai detti di “c'ero quasi”. Quanti 'quasi per un pelo' hai vissuto? …E ti sei indurita negli anni, tanto che i bambini a volte ti scambiano per un tronco, e dicono alle madri: "Mamma ma che albero è?". E la mamma risponde "Giù quella mano! Non indicare! Non è un albero! Non lo vedi che è una ragazza? Sta solo passando momenti molto duri. Ma vedrai che rifiorirà..." "Quante te ne ha fatte la vita? Quante botte, quanti colpi. Quante guerre combatti nei tuoi silenzi? In camera, con una sigaretta e un libro che sottolinei, quando rivela parole che forse potranno esserti d'aiuto…”.

Gio Evan è un artista poliedrico: uno scrittore che canta e un cantante che scrive (Instagram)

"Dovresti sentirtelo dire", omaggio alle parole buone e alle donne d’altri tempi

Ci sono silenzi buoni, di quelli che si ritrovano solo in certe chiese. E parole buone, che si ascoltano sempre meno di frequente e di cui, mai come oggi, si sente la mancanza. Sempre più soffocate da discorsi pungenti, inutili, cattivi, invidiosi. Parole dolci che "Dovresti sentirti dire più spesso" canta invece Gio Evan. “Amica mia, quanto sei forte. Quanto sei resistente, amica mia: come le rocce, come il pane di ieri. Quanto sei formidabile, amica mia: dovresti sentirtelo dire più spesso”. Una poesia dedicata a donne d’altri tempi, a quelle che "quando ti hanno delusa tu non hai imprecato contro il cielo. Non hai maledetto il sole, non hai fatto sgambetti alla luna. Non hai rinviato i tramonti". E prosegue: "E quando ti hanno tradita tu non hai mosso un urlo. Non hai dannato il vino, non hai scritto parolacce sopra i muri. Non hai spaccato nessun vetro. E quando ti hanno ferita non hai chiamato nessuno di notte. Non hai perso dalla sacca bucata nessuna moneta d'oro. Ti sei tenuta tutto dentro, sperando che lentamente la tenebra dimenticasse di te e i cuscini della tua notte" Poi ancora: "E quando ti hanno uccisa tu non hai fatto sapere a nessuno il nome del tuo killer. Hai nascosto le sue prove con le tue lacrime, perché fin troppo bene sai che ad odiare chi odia, si perde solo la meraviglia dell'amore proprio”.

Gio Evan ha partecipato anche a Sanremo, nel 2021, con il brano "Arnica"

"Per sempre, non tutti i giorni", una dichiarazione di vero amore

Chi ha provato la solitudine dei numeri primi suonando in un angolo buio di una chiesa, accompagnando tante spose all’altare, con un’Ave Maria di Schubert che stonava coi loro occhi lucidi, che tradivano una qualche malinconica felicità, sa riconoscere quanto può essere invece autentica "Per sempre, non tutti i giorni" di Gio Evan. Quanto sarebbe stato più consolatorio per i loro dubbi di spose, nascosti sotto un abito candido, sentirsi dire dai loro Principi Azzurri: “Ti amerò per sempre, ma non tutti i giorni. Sono ancora troppo fragile per non dare anche un po' di spazio alle mie improvvise tristezze senza senso. Alcuni giorni dovrò dedicarli ai miei draghi di passaggio. Nascondermi, per non rischiare di incendiare le nostre librerie, i nostri sguardi buoni, i nostri incanti”. E quando “gli incubi (…) busseranno ai miei mezzogiorni, quei giorni lì, apparecchierò la tavola per molti: dedicherò loro tempo e torte. Imparerò a memoria le loro abitudini, così che potrò evitare di incontrarli ancora… Alcuni giorni, invece, saranno battaglie invisibili, dove tu non meriti di essere colpita…”.

Gio Evan è nato a Molfetta il 21 aprile 1988

L’inno a “Le donne che leggono libri”

In un mondo dove sono rare le persone che sanno trovare parole che ancora stupiscono, come rare sono quelle che regalano ancora libri di preghiere, per fortuna ci sono ancora donne sognatrici. Quelle “che leggono libri sono pericolose – scrive Gio Evan - sanno sottolineare le parole importanti: fanno la piega là, dove son rimaste…" "Le donne che leggono libri fanno paura, hanno la borsetta più pesante delle altre. Non hanno solo il rossetto, lo specchio, il mascara e il burro cacao. No, loro hanno anche un libro, pieno di punti di riferimento, pieno di somiglianze e ricordi, pieno di bussole, che non faranno mai perdere nessuno". "Le donne che leggono i libri sono pericolose perché sono forti… sanno sfogliare le persone. Si baciano appena all'indice, girano le pagine della loro vita, come se al mondo non ci fosse niente di più facile. È solo per questo che scrivo libri: perché faccio il tifo per le donne pericolose”.
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da Gio Evan (@gio_evan)

"Lei sorride", poesia per i propositi di felicità

Un omaggio al coraggio, alla tenacia, alla vita. “Lei sorride ma non perché è felice, sorride perché si fa forza. Perché anche questa volta ha preso una botta pazzesca e anche questa volta le tocca andare avanti". "In silenzio da sola passeggia a testa bassa, ma alza lo sguardo all'ora del tramonto. Lei sorride per incoraggiarsi… ma nessuno le ha detto qualcosa di divertente. Lei sorride perché ha imparato così... il suo sorriso è l'unico muscolo adatto a sollevare i veri pesi della vita”.

"Meglio così", la Bibbia per chi ha provato la solitudine dei numeri primi

I numeri primi che abitano questo mondo si sentiranno meno soli ascoltando "Meglio così". “Devi metterti in testa che tu non sei come loro – spiega Gio Evan - . Loro non si fermano davanti a niente: tu invece ti fermi davanti a tutto….Ti frega il silenzio a te: loro sono capaci di romperlo, tu invece sei capace di farlo". "Capace di incassare gli alfabeti, e macinarli per farne caffè interiori. Hai grammatiche che sai tenere per te, e sempre il silenzio giusto quando non c'è niente da dire. Ti frega la bocca a te: tu non sei fatta per ridere per finta, la bocca non ti dà retta quando si tratta di servire la menzogna". "Ti frega il cuore a te: lo metti ovunque, lo lasci in giro, ti batte dappertutto…Ti fregano le guance rosse a te: ancora ti vengono. E devi metterti in testa che non sei come loro. E devi metterti nel cuore: che è meglio così”.

L'artista Gio Evan

Volevano insegnarmi, per color che vogliono essere se stessi

Per amare ci vuole più fegato che cuore, ma anche per vivere. “Volevano insegnarmi a giudicare dai vestiti… a bere il caffè tutto d'un sorso e poi correre via veloce veloce". "Volevano insegnarmi a non farmi fare domande, a non chiedere perché, a chiudere gli occhi e andare avanti. A tapparmi le orecchie e far finta di niente. Volevano insegnarmi a non credere a non intromettermi, a lasciar perdere, a non farmi coinvolgere". "Volevano insegnarmi a non rischiare: che poi si cade. Volevano insegnarmi a non buttarmi: che poi ci si fa male. Ad andare a letto presto, a rimanere tra le righe. A non uscire dai quadretti, a colorare tra gli spazi. A rimanere nel mio spazio". "Volevano insegnarmi a essere come tutti gli altri. E invece ho imparato che spesso si impara non imparando quello che hanno imparato gli altri”.

Credo invisibile, la poesia per chi (non) crede

“Credo nelle cose che non vedo. Nell'invisibile. Nella buonanotte da lontano. Nell'intangibile amare un corpo che non c'è più". "Nel colpo di fulmine, nel lampo di genio e negli altri ingredienti del temporale. Credo nel sole anche quando fuori si fa a gara a chi è più pioggia. Credo a chi fa le cose di cuore quando la testa consiglia l'opposto". "A chi va a riordinare i pensieri in camera sua nel silenzio più doloroso. A chi va al mare da solo per fare il bagno alle idee (…) Credo nelle previsioni, a chi ha un cinema dentro la pancia (…) Credo nelle parole che non sono mai state pronunciate. A nuove forme di 'ti amo', a nuovi tipi di 'mi manchi', a un inedito 'ricominciamo…”.